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Feb 23 2013

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VENETO: PROPOSTI CORRIDOI VERDI A FAVORE DEI PASTORI TRANSUMANTI

«È arrivato il momento di creare veri e propri “corridoi verdi” per garantire sul territorio regionale la transumanza di pecore e capre, accompagnando un settore antico che resiste alla modernità e che anzi è foriero di innovazione e persino di nuova occupazione, soprattutto nelle zone montane». Sembrano le parole di qualche talebano del pastoralismo, come Michele Corti di Ruralpini.it e invece è la proposta presentata in Giunta regionale da Elena Donazzan, Assessore veneto all’agricoltura, per sostenere la pastorizia, «una delle più antiche attività agricole dell’umanità, che per millenni ha sfamato intere popolazioni, e che anche oggi ha una sua ragion d’essere, sia come pratica tradizionale che come attività dell’economia reale dei nostri tempi».

«Il principale nemico delle greggi», ha sottolineato l’assessore, «è oggi la cementificazione del territorio, unita alla burocrazia, due fattori che spesso ostacolano o impediscono del tutto il transito dalla pianura all’alpe delle greggi, che in questo modo possono nutrirsi di un’alimentazione naturale, secondo una pratica che asseconda il ritmo di vita di questi pacifici animali».

«La pastorizia», ha sottolineato la Donazzan, «è un’alternativa agli allevamenti confinati e intensivi e dovrebbe essere per questo incentivata, anche a fronte di persone che abbandonano altre promettenti attività per dedicarvisi. Asfalto, barriere e altri ostacoli fisici o amministrativi contrastano i tradizionali percorsi, per lo più lungo i corsi d’acqua, costringendo i pastori a “tappe motorizzate”, laddove invece abbiamo il dovere di tutelare la naturalità in un settore che offre produzioni golose e apprezzatissime dai buongustai e dai turisti».

“In Veneto”, fa sapere una nota dell’assessorato agricolo, “si contano ancora una sessantina di pastori che compiono le lunghe traversate di terra, provenienti in parte dal Veneto e dal Trentino Alto Adige. A questi si aggiungono altre decine di operatori del settore che compiono tratti più brevi”. Il patrimonio zootecnico regionale è costituito da oltre 55mila pecore e da quasi 17mila capre, per un totale di poco meno di 72 mila capi, vale a dire una frazione inferiore all’uno per cento del totale italiano (oltre 9 milioni di capi), ma non per questo non meritevole di attenzione. Speriamo che le parole dell’assessore siano un primo concreto atto verso una regolamentazione maggiormente rispettosa della pastorizia, e che un futuro meno gravoso per i pastori veneti possa essere presto d’esempio per i burocrati delle altre regioni del nostro Paese. La crisi attanaglia l’economia reale, e probabilmente è da questi lavori, apparentemente più umili, ma di fatto ben più nobili di molti altri, che ci troveremo a ripartire.

Sempre restando in tema (e in loco), la cronaca dei giorni scorsi dà notizia di come l’attraversamento di un paese dei Colli Euganei, Veggiano, da parte di un gregge di duemilacinquecento pecore sia stato accolto festosamente da larga parte della popolazione. I due giovani pastori, racconta nella sua cronaca il quotidiano , hanno avuto modo di parlare con il sindaco del paese, che li ha invitati a tornare per la tosatura e di organizzare su quella una festa a cui possano partecipare gli alunni delle scuole locali.

Un segnale di speranza per un futuro che veda riavvicinarsi il mondo pastorale alla (in)civiltà urbanizzata.

fonte: Quale Formaggio – 23 febbraio 2013

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