Ci piace ricordare che il termine dieta dal greco Diaita (= vita, modo di vivere), non deve essere associato ad un regime alimentare ipocalorico, transitorio, adottato al fine di perdere peso, ma ad un regime alimentare costante che porti benefici per la qualità della nostra vita e della nostra salute. Ma una dieta sana, oltre ad essere adeguata sul piano nutrizionale, deve favorire la salute umana insieme a quella del pianeta.
Slow Food Europe, nell’ambito della “EU Food Policy Coalition” sostiene la necessità di una Politica Alimentare Comune e anche se il “Green Deal” europeo e la strategia “Farm to Fork” annunciati dalla Commissione Europea nel dicembre 2019 ne segnano i primi passi, la strada da percorrere è ancora lunga(1). Anche il recente convegno COP27 si è concluso con accordi totalmente insufficienti per contrastare crisi climatica e sistemi alimentari inquinanti(2).
Proprio in questi giorni a Montreal si sta svolgendo COP15 un convegno sulla biodiversità, dove i grandi della terra hanno un’altra possibilità per proteggere la natura, speriamo non la sprechino (3) .
Visto l’importanza dell’argomento e alcuni approfondimenti che riteniamo opportuni per una spiegazione più chiara, abbiamo diviso in due parti questo articolo:
1- la posizione di Slow Food Europe riguardo Cibo e Salute
2- una dieta salutare per te e per l’ambiente
Cibo e Salute
Dieta, qualità del cibo e stile di vita sono i fattori chiave della nostra salute.
Il sistema globale di produzione alimentare è basato sull’agricoltura intensiva, che si affida ai pesticidi e fertilizzanti sintetici per produrre alimenti altamente trasformati , ricchi di calorie, di additivi, conservanti, zuccheri e saturi grassi. Questo crea squilibri nelle dinamiche ambientali, economiche e sociali, in particolare nei paesi più vulnerabili, generando molti problemi alla sanità pubblica come obesità e malnutrizione.
Slow Food lavora per promuovere modelli di produzione, trasformazione e consumo del cibo che siano sostenibili e salutari sia per gli individui che per il pianeta .
Nel collettivo immaginario, dieta sana è spesso associata a privazione, restrizione calorica e monotonia. In realtà, mangiare può essere sano e piacevole e vario allo stesso tempo.
Un cibo buono per noi è buono anche per l’ ambiente e la comunità.
Ma come possiamo mangiare nel modo giusto ogni giorno? Non dobbiamo inventarci nulla di nuovo; dobbiamo solo guardare le nostre innumerevoli tradizioni gastronomiche. Mangiare è non solo una necessità , ma una fonte di piacere!
Come stiamo ?
Abitudini alimentari, qualità del cibo e stile di vita determinano il nostro stato di salute e influenzano la nostra aspettativa di vita .
IL TRIPLICE ONERE DELLA MALNUTRIZIONE F
La malnutrizione può essere divisa in tre principale categorie causate da: carenza di cibo (denutrizione), eccesso di cibo (sovrappeso e obesità) o dieta inadeguata (mancanza di micronutrienti).
(ndr) Nel mondo 1.9 miliardi di persone sono sovrappeso e tra questi 650 milioni sono obesi (in blu); 821 milioni di persone tra cui 50 milioni di bambini, soffrono la fame (in rosso); miliardi di persone soffrono per carenza di micronutrienti, per es. 1/3 delle donne è affetta da anemia e più di 150 milioni di bambini hanno ritardi nello sviluppo fisico ed intellettivo (in verde). Fonte: OMS, 2018.
Le persone obese e in sovrappeso hanno almeno il doppio del rischio di sviluppare malattie cardiache, cancro e diabete , le cosiddette malattie non trasmissibili (NCDs).
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in tutto il mondo il sovrappeso e l’obesità causano più malattie del sottopeso, e in tutti i Paesi sono colpiti principalmente i membri più poveri della società.
Malattie cardiache, cancro e diabete causano 41 milioni di decessi ogni anno, pari a 71% di tutte le morti nel mondo.
DIMMI DOVE SEI NATO E TI DIRÒ PER QUANTO TEMPO VIVRAI
Fonte: The World Bank.
Globalmente l’aspettativa di vita media è aumentata da 52 anni nel 1960 a 72 anni oggi, ma ci sono nette differenze fra paesi.
La povertà è un fattore determinante. In generale, se sei ricco, vivrai in media 80 anni, se sei povero solo 63.
Ma mentre le aspettative di vita aumentano, lo stato di salute peggiora.
In Europa, gli ultimi 10 anni di vita tendono ad essere segnati da malattia o disabilità (Fonte: Eurostat). I sistemi industriali agroalimentari sono causa nell’uomo di diverse malattie con immensi costi umani ed economici.
RESISTENZA ANTIMICROBICA
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la resistenza agli antimicrobici (AMR) è la capacità di un batterio, di un virus o di un parassita, di resistere ad un antimicrobico (per esempio un antibiotico, un antivirale o alcuni antimalarici) al quale era precedentemente sensibile. Come risultato di questa capacità di neutralizzare il farmaco, trattamenti standard diventano inefficace, le infezioni persistono e possono diffondersi.
Settecentomila persone muoiono ogni anno a causa di infezioni batteriche che gli antibiotici non sono in grado curare. In Europa l’ ultimo dato è di 33.000 morti all’anno, con l’ Italia ultima della classifica che da sola ne conta 10.000 (dati forniti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ECDC, pubblicati su Lancet Infectious Diseases).
Gran parte della colpa per questa emergenza sanitaria mondiale è riconducibile all’uso e all’abuso improprio di antibiotici, fondamentali per la loro efficacia nel trattamento di infezioni, sia nella medicina umana che nell’allevamento, dove gli animali sono spesso trattati per tutta la vita. Se la resistenza antimicrobica ostacola l’efficacia dei trattamenti contro alcuni batteri molto pericolosi, l’ottimizzazione dell’uso degli antibiotici sia in medicina umana che in zootecnia aiuta a controllarne l’insorgenza e la diffusione. Dopo tutto, gli antibiotici entrano nella catena alimentare.
I microbi resistenti agli antimicrobici si trovano nelle persone, negli animali, negli alimenti e nell’ambiente (nell’acqua, nel suolo e nell’aria). Possono diffondersi tra persone e animali, da alimenti di origine animale e da persona a persona, attraverso il contatto diretto tra animali e persone, o attraverso la catena alimentare e l’ambiente.
In alcuni paesi, circa l’80% del consumo totale di antibiotici avviene nel settore zootecnico, fino a quattro volte la quantità media utilizzata sugli esseri umani. Questa diffusione può essere spiegata dal fatto che gli antibiotici sono spesso utilizzati negli allevamenti per favorire la crescita e la prevenzione delle malattie, non per curare animali malati. Questa pratica contribuisce allo sviluppo di batteri resistenti, soprattutto negli allevamenti intensivi.
Il modo più efficace per fermare la trasmissione di batteri resistenti agli antimicrobici dagli animali all’uomo è prevenire la comparsa e la diffusione di batteri resistenti negli animali che utilizziamo per l’alimentazione. Gli antibiotici non dovrebbero essere usati come strumento di prevenzione in assenza di malattia. In generale, la pratica di somministrare antibiotici per prevenire la diffusione di batteri nocivi negli allevamenti è comune quando gli animali sono tenuti in spazi chiusi affollati. L’impossibilità di comportarsi in modo naturale provoca anche stress agli animali e, di conseguenza, il loro sistema immunitario è più debole.
Negli allevamenti l’attenzione al benessere degli animali e il rispetto dei comportamenti naturali giocano un ruolo importante per mantenere buone condizioni di salute e, di conseguenza, evitare di somministrare antibiotici che entrano nella catena alimentare umana e contaminano suoli e falde acquifere attraverso gli effluenti. La maggior parte degli antibiotici utilizzati negli allevamenti intensivi serve a controllare le patologie generate da tecniche di allevamento intensivo, cioè patologie indotte da eccessi dovuti ad alimentazione scorretta, spazi etologicamente insufficienti e selezione genetica basata sulla resa produttiva anziché sulla resistenza. L’uso di antibiotici negli allevamenti intensivi si sta rivelando estremamente pericoloso per la salute globale, poiché ambiente, animali e persone sono inestricabilmente intrecciati.
Per una dieta sana, Slow Food raccomanda a tutti di mangiare meno carne ma di migliore qualità. Uno degli aspetti fondamentali della qualità riguarda senza dubbio il tipo di allevamento in questione. Quando si acquista carne da allevamento, ad esempio, è meglio optare per linee “prive di antibiotici”.
QUAL È LA SOLUZIONE
La buona notizia è che molte delle malattie che affliggono la popolazione mondiale, compreso cancro, spesso possono essere evitate attraverso dieta e stile di vita.
ll consumo eccessivo di zucchero, cereali raffinati, grassi saturi ed alimenti altamente trasformati riduce l’aspettativa di vita. Limitare il consumo di alimenti prodotti industrialmente, evitare bevande zuccherate e consumare sale con moderazione sono buoni modi per mantenersi in buona salute.
I prodotti animali, comprese le carni fresche e lavorate, tendono ad essere consumati in eccesso in molti paesi e il consumo complessivo è quintuplicato negli ultimi 70 anni. Dobbiamo ridurre il nostro consumo di alimenti di origine animale e aumentare quello di alimenti di origine vegetale: frutta e verdura, cereali integrali, legumi e semi oleosi, oltre a grassi sani, che provengono principalmente dalle piante.
Come sta il pianeta ?
La salute del pianeta è gravemente compromessa, con i sintomi più evidenti che sono la perdita di biodiversità e il collasso climatico. Il sistema di produzione alimentare sta giocando un ruolo cruciale.
PERDITA DI BIODIVERSITÀ
A causa degli sforzi per aumentare la produttività, il modello agroalimentare industriale affermatosi negli ultimi 70 anni ha avuto impatti ambientali e sociali devastanti, inquinando le falde acquifere, il suolo e l’aria; riducendo fertilità ed erodendo suolo; danneggiando il paesaggio; portando all’abbandono di terreni marginali; e causando una perdita complessiva di diversità sia biologica che culturale.
Negli ultimi 70 anni abbiamo distrutto tre quarti dell’agrobiodiversità che gli agricoltori avevano selezionato nei precedenti 10.000 anni. Una manciata di multinazionali ha preso il controllo del nostro cibo, brevettando semi ibridi, fertilizzanti , pesticidi e diserbanti.
(27.000 specie di piante ed animali scompaioni ogni anno, una specie ogni ora).
Nel 2019 la FAO ha pubblicato il primo rapporto sullo stato della biodiversità globale nell’alimentazione e nell’agricoltura. Secondo questo studio, il collasso dell’intero sistema di produzione alimentare è inevitabile se non invertiamo le tendenze attuali entro 10 anni (Fonti: FAO, The State of the World ‘s Biodiversity for Food and Agriculture , 2019, e IPBES, Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services, 2019).
EMERGENZA CLIMATICA
Dall’era preindustriale, la temperatura superficiale media globale è aumentata di 1.5°C.
Se le cose continuano così, entro la fine del secolo la temperatura media potrebbe salire di 5°C, una febbre altissima per il pianeta. Le temperature non saranno compatibili con la vita sulla Terra.
Il surriscaldamento del pianeta causerà:
Scioglimento delle calotte glaciali e aumento della temperatura
dell’oceano e del livello del mare |
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Acidificazione degli oceani | |
Eventi atmosferici estremi :
siccità , inondazioni , tempeste , incendi , ecc. |
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Aumento della migrazione : attualmente ci sono
25 milioni di rifugiati climatici all’anno e potrebbero essercene fino ad un miliardo nei prossimi 40 anni . |
Un dieta sana è una dieta rispettosa del clima
Le nostre scelte alimentari quotidiane hanno un impatto sulla nostra salute, ma anche sul clima. Scegliere più verdure e legumi e ridurre il consumo di carne e cibi industriali può portare a una notevole riduzione delle emissioni di CO2.
Nel prossimo capitolo scopriremo un modo di mangiare salutare per noi e per l’ambiente, BUONO, PULITO e GIUSTO per TUTTI. A cura di Mariagrazia Tripodi
Fonti
2- https.//www.slowfood.it/comunicati-stampa/slow-ffod-la-cop27
3-https://www.slowfoodvalliorobiche.it/cop-15-sulla-biodiversita-quello-che-ce-da-sapere/