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Gen 18 2011

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UNA DOMENICA PARTICOLARE

Sontuosa Merendona all’Azienda Agricola Biava di Scanzorosciate domenica 16 gennaio per la Piccola Tavola

Ritrovo fissato presso l’azienda vinicola di Manuel Biava a Scanzo alle 12.30. In mancanza di cartelli di segnalazione (volutamente tolti dalla proprietà) riusciamo dopo alcuni tentativi a raggiungere l’ingresso principale della tenuta arrampicata sulla collina che domina Scanzo.  I campanelli non funzionano o i proprietari non sentono così ci troviamo tutti insieme davanti al cancello. L’alta tecnologia di Alessandro (I-Pod) riesce a chiamare Manuel Biava senza averne il numero di telefono e noi entriamo. Il tempo è bello (anche se c’è ancora un po’ di foschia) e permette di scorgere un luminescente panorama della pianura sottostante.  Alessandro ha portato moglie con i figli che faranno amicizia con le figlie della Gigliola, già presente con il Lorenzo, la Pasquina e marito per la preparazione delle vettovaglie.

Ci siamo tutti: l’Angelo e il Giovanni, il Roberto e la Simonetta , il Beppe e la Chicca, il Silvio e la Bita, la Giorgia e il Claudio con il “loro piccolo cane Pepe”.
No, manca la Paola, dove sarà la Paola? Dispersa sulla montagna ci telefona dopo un po’ per capire dove si trova: arriverà anche lei…
Fatte le presentazioni, conosciuto Manuel Biava, e dopo aver messo al sicuro il “piccolo cane Pepe” da violente aggressioni da parte dei 2 pastori tedeschi dell’azienda addestrati proprio a sbranare qualunque quadrupede passi nelle vicinanze, ci rechiamo nella sala delle degustazioni, …si fa per dire… perchè è la casa di Manuel.
La polenta è già sul fuoco di una stufa economica di una volta: bellissima l’atmosfera che queste stufe creano… ti colleghi con la civiltà contadina, con i films di Olmi, con le atmosfere fumose delle osterie di un tempo…
Lorenzo ha pronta la porzionatura e si possono aprire le danze… 
Doppia verticale di caprini del Battista Leidi da Almenno San Salvatore, tutti lattici: il fresco, la torretta con il carbone, il tronchetto (apoteosi) il quartino, la polenta (formaggio ingiallito con no si sa cosa, interessante più che per il sapore per la cremosità), caprino stagionato (apoteosi), accompagnati da pane a lievito di pasta madre del panaio di Pontida e Pan brioche della Gigliola.
Battista Leidi è sempre bravo: caprini eccelsi.
Con i caprini, Manuel ci serve il suo GHIBELLINO 2007, vino da tavola rosso (ci spiega che lo chiama così perché è uscito, a causa delle contese a difesa del Moscato di Scanzo e della costituzione del suo Consorzio con l’ottenimento della DOC, dal Consorzio della Valcalepio). Quest’annata si compone di un 70% di Merlot e di 30% di Cabernet Sauvignon.
Assaggio vorace dei formaggi, mentre Manuel presenta la sua azienda. Racconta di come suo nonno, mancato qualche anno fa a ben 96 anni, gli abbia trasmesso l’amore per il vino e per la terra, e di come dopo gli studi in agraria si sia appassionato alla faticosa viticoltura sulle irte colline di Scanzo. Inoltre spiega che ai tempi di suo nonno alcune delle terre circostanti erano proprietà della chiesa e il vino veniva prodotto appositamente per le Messe del clero.
Spiega anche il motivo dei nomi dei suoi vini: Scanzo e Rosciate erano su due opposte sponde nel medioevo, una guelfa e una ghibellina, così i suoi vini prendono il nome dalla location dei vigneti.
Con le Torte salate di produzione Biava, ci presenta ora una chicca: il GHIBELLINO 2003, spiegando come, in un’annata così difficile (troppo siccitosa e calda), lavorando bene si possa ottenere un vino di una qualche longevità (insospettabile per un Valcalepio base).
Viene poi servita la seconda verticale di 3 caprini stagionati, tutti presamici, della Pasquina Rota da Brumano, una formaggellina semi stagionata, una formaggella di un paio di mesi ed un Tunt di capra (apoteosi) serviti con la polenta ormai pronta.
In abbinamento GUELFO 2003, anche lui vino da tavola rosso e vino di punta dell’Azienda, da uve  Merlot e Cabernet Sauvignon in parti uguali nell’annata. Le percentuali variano di anno in anno in relazione all’andamento stagionale e ad una serie di prove effettuate con i migliori clienti ed intenditori di diversi tagli  dei due vini.
Tutti soddisfatti replicano con bis di formaggi e vino mentre i bambini corrono e si divertono all’esterno, giocando e divertendosi. Finalmente il “piccolo cane Pepe”, tenuto finora in chiuso in macchina, approfittando della chiusura nei loro recinti dei cani dell’Azienda, è lasciato libero di rincorrere dei “sassi di luna” per l’ora d’aria.
Siamo pronti per l’assaggio del raro MOSCATO GIALLO 2006 (una vera chicca) in abbinamento a pasticceria secca. Manuel ci mostra anche le uve essicate rigorosamente in maniera naturale. Il moscato Giallo proviene da uve di un vigneto di proprietà del Clero. Perciò al Clero andava tutta la produzione, ma ora il contratto è scaduto e Manuel lo commercia in piccole dosi (ne produce meno di 500 bottiglie da mezzo litro).
Viene il momento del giro per le vigne arrampicate sulla roccia di luna e delle cantine. Manuel spiega la complessità di trattare la vite sulla roccia di luna della collina, bianchissima, ma friabile a tant’è che la vite riesce a far penetrare nella roccia le sue radici, ma assolutamente con grande difficoltà e lentezza, per cui viti di 9 anni sembrano appena piantate e danno frutto dopo 15 anni. Spiega altresì il meticoloso lavoro svolto su ogni singola pianta. Mostra come le viti dopo aver affondato le radici nel corso di anni nella roccia di luna, poi restano ben salde negli anni.
Spiega che la peculiarità del Moscato di Scanzo che ha originato tutte le diatribe con il Consorzio del Valcalepio è la roccia di luna, che solo lì il Moscato ha quelle caratteristiche e che lì è nato.
Viene l’ora delle cantine, vediamo le botti e le particolari graticole in legno dove vengono fatti essiccare naturalmente i grappoli d’uva per il Moscato di Scanzo.
Dopo le spiegazioni sulle caratteristiche dell’appassimento e che l’appassimento è la parte più importante per un buon Moscato, ritorniamo in casa sala per il gran finale. Manuel ci serve il suo (probabilmente il migliore) MOSCATO DI SCANZO 2004  accompagnato anch’esso da pasticceria secca. Manuel ne descrive le caratteristiche organolettiche con i tipici sentori di frutti rossi e rosa, e di incenso.
Il primo servizio è con una bottiglia molto fredda appena portata dalla cantina; Manuel aveva preparato due bottiglie sul calorifero, ma al momento di servire il vino se l’era dimenticato, così decide di farci provare anche il vino ad alta temperatura per evidenziarne le differenze.
Mentre nel vino freddo erano importanti e prevalenti i profumi del frutto, il vino più caldo fa emergere al naso i profumi speziati, di incenso, mentre in bocca prevale l’alcol. Siamo molto divisi sulla preferenza…
Si è fatto sera; dopo l’acquisto in cantina di alcune delle bottiglie preferite durante il pranzo, tutti soddisfatti ringraziamo il proprietario dell’azienda per la sua squisita ospitalità e lo  salutiamo.
(Giorgia)

Le degustazioni di Silvio
Ghibellino 2007
Vino molto interessante (anche se Manuel lo declassa a vino semplice, quotidiano, “base”) con una freschezza e una personalità di spicco che lo differenzia molto dai soliti Valcalepio. Grande beva e buona dolcezza di frutto, speziatura gentile e con tannini e acidità equilibrati.
Ghibellino 2003
In effetti questo secondo vino appare fondamentalmente uguale al più giovane, ma con una maturità che si è svolta senza sbavature: un colore appena aranciato sull’orlo, naso importante di frutta matura, quasi confettura, ed una speziatura appena un po’ più evidente e meno dolce, in bocca una buona corrispondenza con il naso e tannino molto levigato quasi inavvertito; anche questo ancora molto beverino. Peccato che non ce ne sia più!
Guelfo 2003
Un vino importante, ricco di profumi e di sapori, pastoso, molto impegnativo, ma molto apprezzato.
Moscato Giallo 2006
Vino molto interessante, da uve Moscato Giallo con una piccola quantità di Moscato d’Alessandria, con un frutto dolce, sentori di frutta esotica, banana e ananas, rinfrescato però di un verde quasi mentolato; in bocca pieno, denso, dolce, ma non stucchevole, di grande eleganza e freschezza sorretto da una solida acidità.
Moscato di Scanzo 2004
il vino è ricco, importante ed elegante, profumi di marasca, frutta rossa, speziatura dolce, in bocca pieno, con tannini fitti, dolce ma assolutamente non stucchevole, sostenuto da buona acidità.

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