Curiosi e universali come sono, i soci dello Slow Food Valli Orobiche, guidati dai cofondatori della “Condotta” Alessandra Mastrangelo e Silvio Magni, hanno fatto visita al ristorante cinese Kanton, nel centro di Capriate San Gervasio, tra Bergamo e Milano. Una esperienza sicuramente da consigliare. La famiglia Zhu è presente da anni nel settore della ristorazione con un’esperienza consolidata già in Cina. Dagli anni Novanta la famiglia Zhu si è trasferita in Italia per aprire un ristorante a Capriate San Gervasio.
Con gli anni, il figlio Weiku, oggi trentenne, ha sviluppato una passione per la cucina e una forte sensibilità verso le tematiche della salute, del benessere e del mangiare bene. Per questo motivo Weiku, con l’aiuto della moglie Meiling e di validi collaboratori, ha deciso di intraprendere una nuova strada e mostrare al pubblico di buongustai una vera cucina cinese che non ti aspetti, un nuovo concetto che scardina i più comuni stereotipi legati alla cucina cinese.
Ristrutturato completamente il locale, nel 2014 il nuovo Kanton (a Capriate, via Gramsci 17) oggi si presenta come un ristorante di ricerca e sperimentazione, che fonde l’antica cucina tradizionale cinese e le sue millenarie ricette con metodi di cottura d’avanguardia. Kanton è un’esperienza sensoriale che coinvolge non solo il palato, ma tutta la persona. «Gli ospiti che varcheranno la soglia del nostro ristorante – afferma Weiku – si troveranno in un mondo elegante che coniuga innovazione e tradizione. Il dialogo tra l’architettura del ristorante e i nostri clienti è affidato alla luce, alla ceramica e al legno, elementi in grado di creare l’atmosfera dell’autentica Cina».
«Il nostro punto di forza – continua Zhu figlio – è la cucina a vista, che potrà soddisfare la curiosità dei nostri ospiti, svelando piccoli segreti millenari della cucina cinese e i nostri particolari metodi di cottura. Kanton si avvale di un consulente esperto in materia culinaria che conduce uno scouting attento di materie prime introvabili come l’abalone cinese, il cetriolo di mare, il taro, le punte di felce orientali e i germogli di bambù essicati in modo naturale, rendendo l’offerta di Kanton unica e originale. Utilizziamo solo materie prime selezionate, fresche e di prima qualità, la cui tracciabilità è garantita. Conosciamo in prima persona tutti i nostri fornitori, con cui abbiamo un rapporto costante basato sulla fiducia e sulla trasparenza».
Con un menu di nove portate, i soci di Slow Food hanno potuto assaggiare non i soliti piatti standardizzati di troppi ristoranti cinese sparsi ovunque, ma preparazioni molto curate e sicuramente nuove per chi ha sommaria conoscenza della cucina cinese. Come ad esempio una Insalata di Tou-fu (formaggio fresco) sul letto di uovo nero centrifugato allo zenzero e soia, il Disco di gamberi e ravioli al vapore, i Maltagliati di soia al brodo ristretto di pollo, Puntine di maiale in lunga cottura in infuso di cannella, anice stellato e alloro. Il menu, rinnovato stagionalmente, è lungo e articolato, con ampia scelta. Buona la carta dei vini, anche se qui resta un rito l’offerta del tè, proposto in ben 35 soluzioni diverse. Prezzi non popolari al ribasso, ma adeguati all’eleganza dell’ambiente e alla scrupolosità delle preparazioni.
Roberto Vitali
Alcune immagini:
qualche piatto
i commensali