Sempre più persone scelgono di non essere più onnivore, preferendo la dieta vegetariana o vegana e dando ascolto ai propri principi etici o morali: in Italia sono poco meno del 10% della popolazione, e il dato europeo è raddoppiato in quattro anni
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Rifiutare carne, pesce e in alcuni casi anche derivati animali come uova e latticini per ragioni di salute oppure per una profonda convinzione etica. Le persone diventano vegetariane o vegane per motivi diversi ma, in alcuni casi, dietro questa scelta ci sono considerazioni di tipo ambientale.
Gli allevamenti intensivi di animali, secondo quanto riferito da decine di studi, contribuiscono alla produzione di gas serra, al consumo dell’acqua potabile e allo sfruttamento del suolo. Il 70% della terra coltivabile del pianeta è destinato alla produzione animale e ciò lascia poco spazio alla produzione di cibo per chi ne ha più bisogno. I dati sono evidenti, per quanto talvolta la scelta di un’alimentazione vegana o vegetariana possa avvenire più per moda che per convinzione.
Una serie di sondaggi, realizzati in alcune nazioni europee tra l’aprile e il giugno 2021 su campioni di popolazione di età compresa tra i 18 e i 29 anni, ha evidenziato come la Germania sia la nazione con più giovani vegetariani (11%) e vegani (5 per cento) d’Europa. La Polonia e la Spagna seguono con una percentuale complessiva equivalente, 8 % del campione, ma con una maggiore presenza di vegani a Madrid (2%) piuttosto che a Varsavia (1%). In terza posizione si piazza la Francia con un 4 per cento di vegetariani e un 3% di vegani e infine l’Italia dove i vegetariani sono il 4% e i vegani il 2%.
I dati raccolti sono interessanti perché consentono di monitorare la progressione del fenomeno tra chi è più giovane, ma sono comunque incompleti. Il portale Green Queen ha segnalato che il numero di vegani in Europa è raddoppiato negli ultimi quattro anni passando da 1.3 a 2.6 milioni di persone ma se si includono i vegatariani, i pescatariani (vegetariani che mangiano pesce) e i flexitariani (un neologismo che indica chi mangia solo saltuariamente proteine animali) ben il 30.9 per cento degli europei manifesta una certa resistenza nei confronti della carne. Il 22.9 per cento degli europei è flexitariano con percentuali molto alte in Austria (31.8 per cento), Germania (30 per cento), Portogallo (28.6 per cento) e questa condizione può rappresentare una fase di transizione verso il totale abbandono del consumo di carne. Il 57 per cento dei flexitariani intende diventare vegetariano nel prossimo futuro e diminuiscono i carnivori puri con un 27 per cento che si apre al consumo di proteine vegetali.
In Italia quasi una persona su dieci, l’8.2 per cento della popolazione, è vegetariana o vegana. A rivelarlo è stato il Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes, un ente privato che opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale e che realizza indagini su base annuale. Il dato italiano è in leggero calo rispetto al 2020 quando era stato toccato il picco più alto di sempre con l’8.9 per cento ma comunque sopra la media degli ultimi sette anni, pari al 7.5 per cento. I vegetariani sono più del doppio dei vegani, 5.8 per cento della popolazione contro 2.4 per cento e in maggioranza donne. Tra i vegani si registra, invece, una sostanziale parità tra i sessi ma non mancano anche i vegetariani e vegani pentiti che in passato evitavano i prodotti animali e ora hanno cambiato idea.
La dieta vegetariana è presente in maniera uniforme in tutta la penisola con una prevalenza maggiore al centro-nord mentre i vegani sono concentrati nelle regioni settentrionali e in particolare modo nella Pianura Padana. I dati sono stati raccolti da Everli, il marketplace della spesa online, alla fine del 2020 e indicano che l’Emilia Romagna e la Lombardia sono le regioni più vegan a livello nazionale mentre i vegetariani sono presenti soprattutto in Toscana nelle province di Firenze, Livorno e Pisa. Le città dove si consumano più cibi vegan sono, invece, Bologna, Milano, Pavia, Bergamo, Modena e Parma.
L’alimentazione vegetale non è più una scelta di nicchia ma interessa e coinvolge sempre più persone nel mondo. Lo testimoniano iniziative come Veganuary, lanciata nel 2014 nel Regno Unito, che invita la popolazione a scegliere alimenti vegetali per tutto il mese di gennaio e che nel 2021 aveva superato i 500mila nuovi iscritti già a inizio mese, con una nuova adesione ogni tre secondi. L’iniziativa ha potuto beneficiare del supporto e della promozione di associazioni animaliste e testimonial importanti come Paul McCartney che le hanno consentito di riscuotere un discreto successo internazionale. Ad appoggiare Veganuary sono stati anche alcuni colossi della Grande Distribuzione Organizzata come Aldi e Tesco, probabilmente spinti dal fatto che sempre più aziende optano per una conversione parziale o totale della propria produzione. Fonte: Linkiesta, Greenkiesta, Andrea Walton, 08.02.2022