L’ECCELLENZA. A fine settembre aprirà a Vedeseta lo spazio a disposizione dei soci che punta sulla sostenibilità. Seimila forme marchiate l’anno, ma non bastano più per le tante richieste: «Carenza stimata del 30% di latte».
La richiesta di Strachitunt risulta in crescita sia in Italia che all’estero. Le circa 6 mila forme marchiate Dop prodotte ogni anno nella Bergamasca non bastano più per far fronte alle richieste, anche dall’estero, tanto che il Consorzio di tutela lamenta una carenza stimata complessivamente nel 30% di latte. Sono insomma lontani i tempi della pandemia, quando il Consorzio aveva lanciato un appello, subito raccolto dal nord al sud Italia, che ha permesso di aiutare i produttori, vendendo il pregiato formaggio prodotto in valle.
A fine settembre si inaugurerà la nuova stalla sociale a Vedeseta, un gioiellino di tecnologia che permetterà di puntare sulla sostenibilità e su un maggior approvvigionamento di questo «oro bianco».
Alvaro Ravasio, presidente del Consorzio di Tutela dello Strachitunt Dop
«Accoglieremo 70 animali, alcuni già acquistati, mentre altri arriveranno presto – commenta entusiasta Alvaro Ravasio, presidente del Consorzio di Tutela dello Strachitunt Dop -. La nuova stalla non è del singolo socio ma di tutti quelli della cooperativa. Qui accoglieremo manze e vitelli, che non saranno legati ma cresceranno liberi. L’edificio, che sorge su una precedente struttura portante, è stato modernizzato, tanto che anche l’alimentazione avverrà automaticamente tramite robot. C’è inoltre un impianto per il raffreddamento e il recupero del siero e risulta già la predisposizione per la produzione di biogas con l’obiettivo dell’autosufficienza energetica».
L’obiettivo della produzione
L’obiettivo è insomma quello di aumentare ancora la produzione, mantenendo ben saldi i valori della sostenibilità e del concetto di cooperativa sociale. Negli ultimi anni lo Strachitunt Dop è finito nei menu di tantissimi ristoranti come un ingrediente unico quanto apprezzato.
«Dobbiamo ammettere che oggi lo Strachitunt è molto conosciuto – conferma Ravasio -. Riscontriamo una richiesta molto forte da parte della ristorazione, sia come ingrediente per preparare le ricette in cucina, sia nei taglieri affiancato ad altre specialità casearie».
La Dop bergamasca viene consumata principalmente in Italia, ma sono molte le richieste di prodotto che arrivano anche da Oltralpe. «Siamo molto presenti al nord e al centro Italia, ma veramente in molte regioni – rileva Ravasio -. Inoltre esportiamo lo Strachitunt in Svizzera, Francia e Germania, mentre al di fuori dell’Europa riusciamo ad arrivare anche negli Usa e in Canada. Possiamo affermare che la produzione risulta stabile, anche perché i quantitativi di latte che abbiamo a disposizione sono più o meno sempre gli stessi. In attesa della nuova stalla, per ora non abbiamo riscontrato grandi movimenti, se non dal punto di vista di nuovi clienti nel campo della ristorazione: decisamente un ottimo segnale». La carenza di prodotto disponibile, che si sta registrando negli ultimi mesi a causa appunto da un incremento della domanda, rischia di frenare in questo momento anche l’attività commerciale.
Ravasio: «Tante novità in vista»
«Proseguiamo l’attività di promozione – fa presente Alvaro Ravasio -, ma non potremo incrementare le vendite o fare grandi proposte di tipo commerciale. Con la nuova struttura che inaugureremo il 30 settembre puntiamo ad aumentare la disponibilità di latte e nel frattempo abbiamo introdotto novità anche nella produzione grazie all’utilizzo di un fermento autoctono: un altro passo avanti per rendere lo Strachitunt più omogeneo e stabile. In definitiva, vogliamo crescere in maniera omogenea coinvolgendo tutto il territorio». Fonte: L’Eco di Bergamo, Giorgio Lazzari , 28.08.2023