L’azienda di Cassina de’ Pecchi del valore di 7,5 milioni di euro sotto sequestro su richiesta della Procura di Milano
Il nome Azienda Agricola cascina Pirola di Cassina de Pecchi, ai più non dirà nulla. Ma gli ape piaggio multicolori della straBerry (marchio commerciale con cui viene venduta la frutta prodotta nella cascina) sì. I variopinti motocarri non passano certo inosservati e mettono allegria in chi si imbatta in questa innovativa modalità di vendita a chilometro zero. Ciò che i finanzieri del comando provinciale di Milano e della Compagnia di Gorgonzola ritengono poco innovative sono le modalità con cui la frutta verrebbe raccolta. Con un metodo, il caporalato, che è tutto tranne che all’avanguardia.
Per questo i militari al comando del capitano Giacomo Cucurachi hanno eseguito un decreto di sequestro della cascina Pirola chiesto dal pm Gianfranco Gallo e accolto dall’ufficio del Gip. Sotto sequestro sono finiti 53 immobili, tra terreni e fabbricati, 25 veicoli strumentali e tre conti correnti contestualmente è stato nominato un Amministratore Giudiziario. Ciò che i finanzieri ritengono di avere portato alla luce è un sistematico meccanismo di sfruttamento illecito del lavoro agricolo a danno di circa 100 lavoratori in prevalenza africani.
Sette le denunce per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera: due amministratori, due sorveglianti, due impiegati amministrativi e un consulente del lavoro esterno addetto alla preparazione delle buste paga ritenute non veritiere.
Durante l’esecuzione del provvedimento, inoltre, i finanzieri, anche grazie al supporto di personale dei Vigili del Fuoco e dell’ATS di Milano, avrebbero potuto verificare le precarie condizioni di sicurezza e di igiene in cui i braccianti erano costretti ad operare. La società ha già incaricato un legale di fiducia. Contattata dal Sole 24 Ore l’azienda non ha ritenuto di fare alcuna dichiarazione. Fonte: Il Sole 24 Ore, Stefano Elli, 01.09.2020