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Mag 23 2021

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SE LA BIODIVERSITÀ VIVE, VIVE IL PIANETA. IL DOCUMENTO DI POSIZIONE SULLA BIODIVERSITÀ

Perché ci ostiniamo a parlare di biodiversità? E così tanto che dopo vent’anni ancora non ci siamo stancati? I passi avanti sono stati tanti, ma tantissimi sono quelli ancora da fare per parlare di salvaguardia, e troppi per parlare di  ripristino.

Lo ripetiamo sempre, in ogni progetto, in ogni scritto. Tutela e rafforzamento della biodiversità sono il filo conduttore di tutta l’azione di Slow Food. E il motivo è molto semplice.

Un cibo davvero buono, che non richiede troppi sforzi da parte del pianeta, fatto nel rispetto del lavoro, non può che attingere dal patrimonio di agrobiodiversità che continuiamo a sgretolare.

Coltivare, allevare e ripristinare biodiversità significa invertire un modello di produzione che continua a generare disastri ambientali e sociali, minando le fondamenta della sicurezza alimentare non solo delle generazioni future, ma ormai anche di quelle presenti.

Oggi le più autorevoli istituzioni internazionali hanno riconosciuto il valore cruciale della biodiversità e il suo stretto legame con il cibo. Nel suo rapporto sullo stato della biodiversità mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura, pubblicato il 22 febbraio 2019, la Fao ha dichiarato che «la biodiversità è indispensabile per la sicurezza alimentare» ed «è una risorsa chiave per
aumentare la produzione alimentare, limitando al contempo gli impatti negativi sull’ambiente e per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 20301».

UNA SOCIETÀ SORDA ALL’EMERGENZA AMBIENTALE

Eppure, nonostante questa crescente consapevolezza, non è stato invertito e neppure rallentato il processo di erosione della biodiversità: i sistemi di produzione del cibo, in tutto il mondo, continuano a ridurre il loro tasso di diversità in termini di specie, varietà e razze, e ad aumentare il loro impatto sull’ambiente e sul clima.

Crescono in modo esponenziale le monocolture e gli allevamenti intensivi, il controllo sulle risorse genetiche (vegetali e animali) si concentra progressivamente nelle mani di poche multinazionali, che puntano su un numero sempre più ristretto di varietà vegetali e di razze animali commerciali da diffondere a ogni latitudine.

Procede la deforestazione per destinare terreni all’agricoltura e all’allevamento intensivo, la pesca industriale e l’acquacoltura intensiva devastano gli ecosistemi marini (i fondali costieri, le foreste di mangrovie, le barriere coralline).

In questo modo, scompaiono a ritmi impressionanti varietà vegetali e razze animali selezionati in millenni di storia dell’agricoltura, ecosistemi e specie selvatiche, saperi tramandati da generazioni. E si degradano irrimediabilmente le basi stesse della vita: la terra e l’acqua.

È TEMPO DI PASSARE ALL’AZIONE 

Possiamo dire con orgoglio che Slow Food è stata una delle prime realtà a richiamare l’attenzione sulla biodiversità domestica (varietà coltivate e specie allevate) ed è la prima in assoluto ad aver considerato tecniche e prodotti trasformati (pani, formaggi, salumi…) parte integrante della biodiversità da salvare. E l’abbiamo fatto con i nostri progetti, a partire dall’Arca del Gusto e dai Presìdi, costruendo nel tempo una rete mondiale di decine di migliaia di produttori che la preservano, la coltivano, la ripristinano e la condividono.

Oggi non sono più soli, perché la consapevolezza sul valore della biodiversità è cresciuta e tanto. Occorre, però tradurla in azioni concrete.

Con il documento di posizione Se la biodiversità vive, vive il pianeta, scendiamo nel dettaglio, un lavoro minuzioso per illustrare la nostra posizione, l’iniziative in corso e le nostre proposte per le istituzioni europee.

Per leggere la sintesi del documento di posizione di Slow Food intitolato Se la biodiversità vive, vive il pianeta, clicca sulla figura a lato e clicca qui 

Per approfondire, leggi la versione integrale del  disponibile qui e cliccando sulla copertina grande in centro pagina.

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