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Dic 15 2018

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RISO, UNA STORIA ITALIANA

Dalle mondine alla ricerca genetica: mille anni dopo le prime coltivazioni, le campagne tra Novara, Vercelli e Pavia sono ancora la “Cina d’Europa“. Nel 2013 il canale Cavour compie 150 anni testo e fotografie di Alessandro Gandolfi

L’hanno chiamata Camillolandia. Perché a metà Ottocento Camillo Benso conte di Cavour, da agricoltore qual era, si inventò un canale che cambiò la storia del riso italiano.
Il corso d’acqua artificiale, lungo 85 chilometri e stretto fra Po e Ticino, trasformò le province di Vercelli, Novara e Pavia nella Cina d’Europa. Il canale Cavour compirà 150 anni nel 2013 (fu completato dopo la morte del suo ideatore), ma non ha perso la sua funzione: alimentare una perfetta rete di fossi, rii e piccoli navigli lunga in tutto 10 mila chilometri. Un sistema idraulico unico in Europa, destinato a irrigare 235 mila ettari di campi fra Lombardia e Piemonte, dai quali arriva il 90 per cento del riso italiano.

L’acqua è indispensabile (per ottenere un chilo di riso ne servono dai 3 ai 10 mila litri) ma non deve essere stagnante: con gli argini leggermente in pendenza, scorre di continuo da un terreno all’altro e serve come “coperta idrica” per difendere la pianta dagli sbalzi di temperatura.
In primavera, dall’alto, quando ai canali si tolgono le paratie e la risaia diventa una laguna infinita, il cosiddetto “triangolo del riso” si trasforma in un mare a quadretti, una scacchiera a specchio che tutto riflette: pioppi, cascine, campanili e trattori dalle ruote dentate. (Leggi tutto l’articolo di Alessandro Gandolfi sul numero di National Geographic Italia di novembre 2012)
Nella foto: oggi come decenni fa, le mondine della Cascina Melegnana, a Mortara, in provincia di Pavia, cercano nelle risaie le erbe infestanti come il crodo che sottraggono nutrimento al riso. Fonte: National Geographic, dicembre 2018

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