Approvata una norma destinata a segnare una piccola concreta rivoluzione nel modo di riconoscere il lavoro dei vignaioli: per la prima volta, coloro che coltivano vigne con pendenza superiore al 50% avranno un premio di produzione extra, 1.000 euro ad ettaro in più.
Per capire che cosa significa tale pendenza basti pensare che le mitiche scalate del Giro d’Italia o del Tour de France, quelle dai nomi epici dal Mortirolo al Colle dell’Agnello, dall’Alpe d’Huez al Galibier, che hanno visto le imprese dei grandi campioni, hanno salite con pendenze tra il 20 e il tra il 25%. Un risultato che stabilisce il principio che una vigna in forte pendenza, dove è impossibile o quasi entrare con mezzi agricoli meccanici, è un patrimonio da tutelare e salvare.
Ci sono vigne dove è perfino difficile stare in piedi, i trattori non possono entrare perché il terreno è troppo ripido. Sono i Sorì, sui versanti meglio esposti delle colline e solo la tenacia degli uomini continua a mantenervi la coltivazione della vite ed in particolare del Moscato d’Asti, l’uva che fa nascere l’Asti Docg. È un territorio dove operano oltre 4.000 aziende che coltivano 9.700 ettari di filari nei 52 comuni della zona a Docg, lungo la fascia sud delle province di Asti, Alessandria e Cuneo. L’accordo interprofessionale, che regola i rapporti tra le storiche Case spumantiere dell’Asti e i produttori di uva, all’articolo 9 impegna le parti alla valorizzazione della qualità. Per la prima volta, è stato deciso che coloro che coltivano vigne con pendenza superiore al 50% avranno un premio di produzione extra, circa mille euro ad ettaro in più. L’accordo ha stabilito il principio che una vigna in forte pendenza, dove è impossibile o quasi entrare con mezzi agricoli meccanici, è un patrimonio da tutelare e salvare. La commissione, composta dai rappresentanti delle organizzazioni agricole, delle associazioni e dagli esponenti della filiera del moscato, ha individuato 323 ettari di queste vigne epiche, suddivise in 1600 particelle catastali. Il 61% sono in provincia di Cuneo, il 35% in quella di Asti e il 4% nell’Alessandrino. Sono 802 i coltivatori che si sono visti riconoscere dalla scorsa vendemmia il quid extra al prezzo dell’uva raccolta nelle loro vigne più ripide. Il premio a questi “acrobati” dei filari sarà complessivamente di 300.000 euro, una cifra che equivale, secondo il Consorzio dell’Asti Docg, ad un incoraggiamento a non mollare: tutto il mondo del Moscato ha bisogno di quelle vigne. Ne ha bisogno perché contribuiscono al fascino del paesaggio, alla salvaguardia del delicato equilibrio idrogeologico delle colline più alte e scoscese, alla storia della viticoltura che parte proprio da quei filari così difficili da coltivare, ma in grado di dare grappoli eccezionali per aromi e rese zuccherine.