Li chiamano “bio scettici”, coloro che non credono assolutamente nel valore dell’agricoltura biologica e biodinamica.
Questo tipo di coltivazione degli alimenti crea un grande dibattito negli ultimi 20 anni. Ci si chiede se effettivamente la produzione bio abbia degli effetti positivi e di miglioramento sia in chi la consuma sia sull’ambiente.
Molti scienziati, fautori delle coltivazioni OGM, affermano che la messa in commercio e la produzione di alimenti biologici sia solo un business. In poche parole sono tanti a pensare che il biologico sia una grande bufala.
Nonostante ciò la produzione della filiera biologica continua a crescere. È anche vero che non si sono registrati miglioramenti sulla salute dei consumatori.
Inoltre, mancano studi su quali siano gli effetti a lungo termine sul consumatore di alimenti bio rispetto a chi non ne consuma.
Una domanda ci sorge spontanea: Perché scegliere il biologico se non ci salverà dalla contaminazione?
Cosa si propone davvero il biologico. Di cosa si tratta?
Sicuramente non è solo il danaro a muovere i coltivatori e le aziende di biologico.
Acquistando biologico per prima cosa ci rendiamo consapevoli di cosa stiamo mangiando e di come è stato coltivato. Ci sono delle leggi specifiche sulle etichette biologiche e sui criteri per riuscire ad acquisirle.
Le regole redatte dall’Unione Europea in materia di biologico sono molto rigide. Partono dalla scelta delle sementi, alle analisi a campione dei terreni, ai prelievi diretti sul prodotto.
Tutti i passaggi sono ben controllati.
Ottenere il riconoscimento di azienda bio non è per nulla facile.
Cominciando da quelle etiche, la scelta fondamentale è di non sfruttare la terra e gli animali in modo intensivo se non per ciò che possono dare. Quest’etica si allarga anche al personale agricolo e della trasformazione.
I produttori del bio respingono qualsiasi uso di prodotti chimici e antiparassitari. Sono questi che una volta ingeriti cominciano una lenta intossicazione del nostro corpo.
Quindi niente prodotti di sintesi contro erbacce né diserbanti alcuni.
Una tecnica di coltivazione consapevole permette di coltivare i terreni mantenendoli fertili a lungo. Basta sapere quali coltivazioni si nutrono di cosa e alternarli.
Cosa dice la scienza e quali sono i dati
Come si diceva prima, ci sono alcune questioni rispetto ai benefici del biologico che rimangono sospesi e nutrono le polemiche.
Un esempio è il costo elevato di questi prodotti rispetto a quelli convenzionali. Le ragioni derivano da vari fattori e uno di questi è la minor resa produttiva del bio. Essa è dovuta appunto alla mancanza di prodotti chimici per fertilizzare il terreno o bonificarlo da insetti.
Il prezzo aumenta anche per i costi di controllo e valutazione della contaminazione, per l’acquisto di macchinari dedicati alla lavorazione biologica etc.
Un altro elemento di contesa riguarda l’inquinamento che non si può controllare (per esempio piogge acide, microplastiche etc) e che intacca anche le coltivazioni controllate.
E allora perché scegliere il biologico se non ci salverà dalla contaminazione?
I risultati di alcuni studi su chi consuma alimenti biologici non mentono.
Si evidenzia:
- Diminuzione del livello di pesticidi nelle urine
- I cibi contengono maggiori valori di vitamine e anti- ossidanti.
- Maggiore ricchezza nutrizionale, di conseguenza maggiori benefici sull’organismo.
- Maggiore salvaguardia delle biodiversità e delle risorse naturali.
- Risparmio su lungo termine anche per il manifestarsi di meno patologie.
Forse scegliere di comprare il biologico non ci salverà dalla contaminazione e necessita di miglioramenti. Comunque il tentativo di rendere “pulito” il nostro cibo è un punto di partenza per un mondo migliore. Fonte: ProiezioniBORSA, Giulia Spanò, 21.09.2020