L’esigenza di maggiore protezione e igienicità del prodotto ha comportato un forte aumento della domanda d’imballaggi plastici e di soluzioni green
Gli italiani in quarantena hanno consumato a casa più ortofrutta. Gli acquisti sono cresciuti del 9,1% a marzo sullo stesso mese del 2019, come rileva l’Osservatorio di Mercato di Cso Italy, il Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara, sulla base di dati Gfk Italia.
Il prolungarsi del periodo di quarantena ha provocato un deciso cambiamento delle abitudini dei consumatori: la ricerca di un prodotto più salubre, salutare e, soprattutto, sicuro, ha premiato la crescita dei consumi di ortofrutta biologica (+14%) e soprattutto confezionata (+24%).
Un trend confermato da tutti gli operatori della filiera ortofrutticola. Ilip, azienda parte del Gruppo Ilpa, tra i leader a livello europeo nelle soluzioni d’imballaggio, ha visto una crescita a doppia cifra del fatturato degli imballaggi ortofrutta, trainata dall’export.
«L’esigenza di maggiore protezione e igienicità del prodotto alimentare ha comportato un forte aumento della domanda d’imballaggi plastici – ha commentato Roberto Zanichelli, business development & marketing director di Ilip –. Inoltre, visto il poco tempo a disposizione per gli acquisti a causa delle attese fuori del supermercato e la necessità di velocizzarli all’interno, è cresciuta la richiesta di prodotti preconfezionati, che il consumatore percepisce come prodotti con una maggiore shelf life rispetto allo sfuso. A crescere è stata anche la vendita di contenitori, imballaggi e accessori per l’home delivery di cibo pronto come quelli in polipropilene, per la riattivazione in microonde direttamente nel contenitore, con coperchio incernierato o separato, oppure termosaldabili, per una maggiore garanzia di tenuta durante il trasporto».
L’impennata di domanda di prodotto confezionato, però, desta la preoccupazione degli operatori del settore che faticano a soddisfare le richieste della distribuzione. «Aumentare linee di produzione e personale, soprattutto all’interno delle zone di lavorazione, oggi è impossibile. Sia perché è impensabile assumere personale nuovo sia perché le linee di produzione non possono essere ampliate», dice Attilio Pagni, coordinatore del comitato Importatori di Fruitimprese.
Un pensiero va anche all’ambiente, verso cui le aziende da tempo stanno studiando soluzioni biodegradabili ed eco-friendly. Anche perché la sostenibilità gioca un ruolo sempre più importante nelle decisioni di acquisto dei consumatori: il 36% degli italiani è portato a scegliere prodotti che limitano il loro impatto ambientale e il 37% considera un prodotto sostenibile se è confezionato con materiali riciclati o a basso impatto ambientale(fonte: Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma-Spin Life).
Tra i player del settore, Romagnoli F.lli Spa ha deciso, nel suo percorso di sostenibilità, di adottare per le proprie patate da consumo “èVita Tutti gli usi” il packaging Sormapeel, costituito da due elementi – carta e polietilene – facilmente separabili e riciclabilirispettivamente nella raccolta della plastica e della carta. Il nuovo vertbag Sormapeel – il cui impiego sarà presto esteso a tutta la linea di patate da consumo a marchio èVita – consente una riduzione del 25% di plastica rispetto alle confezioni in uso.
.Anche il settore del biologico non fa eccezione. Dall’Alto Adige arrivano sul mercato due packaging ecologici sviluppati da Biosüdtirol, la cooperativa bio del consorzio melicolo Vog. Il primo è un vassoio per le mele composto al 40% da erba essiccata e per la parte restante da carta da macero o da fibre fresche di legno. Per ogni tonnellata di “carta erba” si risparmiano circa 6mila litri d’acqua e, al contempo, il consumo di energia elettrica e le emissioni di anidride carbonica risultano nettamente inferiori rispetto al trattamento chimico del legno.
«La richiesta del mercato per questo packaging green è alta – afferma Walter Pardatscher, direttore generale del Consorzio Vog –. La scelta del prodotto confezionato rispetto allo sfuso presenta alcuni vantaggi: riduce ammaccature e quindi perdita di valore del prodotto, sia durante il trasporto che sul punto vendita. Questo si traduce anche nella riduzione del food waste, aspetto non secondario quando si prende in considerazione il tema della sostenibilità, che non va sottovalutato anche in un periodo di emergenza sanitaria come questo».
Per le mele in grandi confezioni propone i sacchetti trasparenti al 100% compostabili. Certificati e ogm free, sono realizzati in canna di zucchero, olio di cardo e olio di semi di girasole. Rispondono a tutti i requisiti europei per essere compostati a casa e si decompongono entro 180 giorni. Fonte: Il Sole 24 Ore, Maria Teresa Manuelli, 15.05.2020