A Bergamo la serata organizzata da Slow Food si è svolta al ristorante NOI, che da tre anni arricchisce la ristorazione con proposte originali molto ben congegnate
Si sta celebrando in tutta Italia la “notte rosa” ideata dal movimento Slow Food per degustare alcuni dei “Migliori 100 vini rosa d’Italia” scelti dagli esperti di Slow Food e illustrati in elegante libretto. A Bergamo la “notte rosa” è stata ottimamente organizzata dalla Condotta Slow Food Valli Orobiche, capitanata dall’attivissimo fiduciario architetto Silvio Magni. La scelta dello chef che avrebbe dovuto abbinare al meglio le tipologie di rosato assegnate dalla sede centrale è caduta su Tommaso Spagnolo, 32 anni, da tre anni patron, con l’amico Guido Gherardi, del ristorante NOI (che sta per Nuova Osteria Italiana) in via Pitentino, in zona centrale della città di Bergamo.
La scelta non poteva essere migliore, perché lo chef Spagnolo ha portato a Bergamo una buona ventata di piatti insoliti e non banali, con grande attenzione alla qualità delle materie prime, il che è fondamentale per mangiar saporito e salutare. Dato per scontato che – scelti tra i 100 migliori rosati italiani – i vini erano tutti di qualità, pur tra tante differenze in base ai vitigni impiegati e al territorio da dove provenivano, l’attenzione degli intervenuti si è concentrata sui piatti proposti dallo chef. Dopo l’aperitivo con calice di Valtenesi Chiaretto firmato da Cascina Belmonte di Muscoline (Bs), a tavola (35 gli intervenuti nel piacevole dehors) è arrivata per prima una fresca insalata di pomodori, feta, cipolle di Tropea e cetriolo, abbinata al Bardolino Chiaretto Monte del Frà di Sommacampagna (Vr). Un primo entusiasmo si è acceso per la perfetta simbiosi di sapori per “lumache, purea di fave gialle, prezzemolo, limone e fave croccanti”, abbinate a Barlan Colline Novaresi Rosato dell’azienda Torraccia del Piantavegna con sede a Ghemme (No).
Splendido il risotto che è seguito, con un piacevole sentore di affumicato dato dall’utilizzo di melanzana viola alla brace, aggiunta all’estratto di pomodoro datterino e basilico. In abbinamento è stato servito (ottimo il lavoro dei camerieri-sommelier, con cambio dei calici ad ogni vino e posate ad ogni portata) il Santimedici Rosato Salento Igt, produttore Castel di Salve con sede a Tricase (Le). Non da meno interessante il piatto di carne: quaglia gigante bergamasca e ortica selvatica dei Colli di Bergamo, un piatto a chilometro zero, cui si è aggiunta una notevole abilità nel trattare e nobilitare una carne non facile. Abbinamento a Cerasuolo d’Abruzzo firmato da Tiberio, azienda con sede a Cugnoli (Pe). Per finire un dessert anch’esso originale per l’accostamento tra pesca gialla, formaggio erborinato Strachitunt, noce caramellata e mentuccia: il vino abbinato, Pink Fluid, è stato prodotto a Numana nelle Marche dalla Fattoria Le Terrazze con uve Montepulciano e Syrah.
Insomma, senza ombra di dubbio, una conferma che NOI è locale da provare e riprovare, perché la fantasia-professionalità dello chef sembra infinita. Fonte: Goloso & Curioso, Roberto Vitali, 22.07.2019
Qualche immagine:
i piatti ed i vini
i partecipanti