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Mar 18 2022

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NEL PRESENTE E FUTURO DELL’AGRICOLTURA ITALIANA TRA “VERTICAL FARMING”, “NATURE CO-DESIGN” E “SNAIT”

La Fiera di Udine mette a confronto gli esperti, in una serie di workshop dedicati alla “Farm To Fork Strategy: opportunità e criticità della filiera”

La Planet Farms a Cavenago, la più grande d’Europa

Dal “Vertical Farming” visto per la prima volta all’Expo di Milano 2015 e che oggi troviamo a Pordenone, a Cavenago (a Planet Farms, la più grande e avanzata vertical farm d’Europa, ndr), ma presto anche a Brescia, e dove su 1 mq di serra ci sono 8 strati produttivi e si produce 32 volte gli orti in terra con risparmi di acqua fino al 98%; al “Nature Co-design”, dove biologia, scienza dei materiali e nanotecnologie si incontrano e sfruttano, potenziandoli, i principi di progettazione della natura stessa e le possibilità di miglioramento produttivo, a livello di molecole e atomi e con un impatto stimato a regime sul 40% del Pil, iniziando da subito su due settori, l’agricoltura e il tessile; senza dimenticare l’“Agricoltura Snait” (agile, ingegnosa, “smart”), ovvero quella che applica un’“intensificazione sostenibile” della produttività, della resa per ettaro. Sono solo alcune delle pratiche più innovative per il presente ed il futuro dell’agricoltura italiana messe in luce da “Farm To Fork Strategy: opportunità e criticità della filiera”, primo di tre step verso l’evento “Agriest. Incontro al Futuro. Produzione agricola e cibo: innovazione locale e globale” che proseguirà nei workshop del 23 e 30 marzo, voluto dalla Fiera di Udine con un board di cui fanno parte, tra gli altri, la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Università degli Studi di Udine e PromoturismoFvg.
A confronto, tra gli altri, Andrea Segrè, Professore ordinario di Politica Agraria Internazionale e Comparata all’Università di Bologna e fondatore Last Minute Market, Maria Cristina Nicoli, Professore ordinario di Tecnologie Alimentari Università degli Studi di Udine, Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness – Intesa Sanpaolo, e Roberto Pinton, Rettore dell’Università degli Studi di Udine. Per i quali, la strategia europea “Farm to Fork” che mira a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente, implica la collaborazione tra le componenti della filiera agroalimentare nonché il suo completamento a valle ed a monte con processi bioeconomici legati ad energia e chimica verde: non basterà rimettere a coltura i terreni incolti, ma va ripensato il modello produttivo cominciando a dare un valore concreto al concetto di sostenibilità che deve essere insieme economica, sociale ed ambientale. Una delle conseguenze del Covid 19 e della concomitante crisi Ucraina è la fine del mito della globalizzazione così come idealizzato per anni, chiamandola internazionalizzazione delle impreseFonte: WineNews, 18.03.2022

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