«

»

Mar 17 2022

Print this Articolo

MICHELE LAZZARINI, 30 ANNI, LO CHEF CHE LASCIA UN TRE STELLE MICHELIN PER UN AGRITURISMO IN VARZURIO

Dal «St. Hubertus» in Alta Badia a un insediamento rurale del ‘400 con tre amici a Oltressenda Alta nel Ristorante Contrada Bricconi: «Voglio qualcosa di mio, vicino alla mia casa e nella mia valle».

Non erano quattro amici al bar, come cantava Gino Paoli, ma in una piccola contrada di montagna e, ugualmente, sognavano di cambiare il mondo. Un piccolo mondo antico, antichissimo dal momento che l’insediamento rurale che hanno scelto per la loro avventura imprenditoriale e di vita risale al 1400. Probabilmente non avrete mai sentito parlare di Contrada Bricconi, sia perché non siete di Oltressenda Alta sia perché i suoi fabbricati (che si contano sulle dita di una mano) possono sembrarvi solo delle vecchie stalle di pietra abbandonate. All’apparenza. Perché qui, in Valzurio, è attiva una realtà agrituristica che, con un sapiente progetto di riqualificazione (avviato un decennio fa grazie a un bando comunale) mixato all’entusiasmo giovanile del suo ideatore, Giacomo Perletti (classe ’86, laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, casaro, mungitore, rastrellatore e giardiniere) e del suoi soci Matteo Trapletti Giovanni Pizzamiglio e Paolo Tocchell a sta per dotarsi, ma sarebbe forse più giusto dire, di arricchirsi di un ristorante.

   Se già, come accade ora, il formaggio che viene prodotto qui «sa di formaggio», (grazie al latte dei 35 capi di razza Grigio Alpina che producono una media di 300 litri al giorno) la possibilità di gustare in modo autentico tutto quello che la buona terra bergamasca sa offrire (a chi la sa amare) sarà possibile attovagliandosi, dal prossimo mese di giugno, a uno dei 35 coperti del nuovo esercizio. I lavori sono in progress e i muri di pietra già suggeriscono un’ambientazione fascinosamente rustica per un locale su due piani.

Si chiamerà semplicemente «Ristorante Contrada Bricconi» e vedrà ai fornelli chi, per sua stessa ammissione, pur essendo nato a Gandellino («a dieci minuti da qui») può già vantare una storia professionale stellare. Le stelle, per l’esattezza, sono tre e sono quelle Michelin di cui si fregia il «St. Hubertus» di San Cassiano (Bz) dove officia sua maestà Norbert Niederkofler, al cui fianco, negli ultimi 9 anni in qualità di secondo chef è maturato Michele Lazzarini.

Trent’anni, segni particolari grintoso, entusiasta e con le idee chiarissime. Sarà lui, coadiuvato da «i miei due bracci destri in cucina» Stefano Gasperi e Fabio Zammarano mentre Davide Cazzani dirigerà le operazioni in sala, alla tolda di comando di un locale che si propone di celebrare «in una circolarità virtuosa la cultura della montagna e la sostenibilità dei suoi prodotti».

Nello «chef-star-system» quella che spesso brilla è un’ambizione di carriera smisurata, ma la scelta di Lazzarini «di voler fare qualcosa di mio, vicino alla mia casa e nella mia valle» vale già, prima ancora di cominciare, la conquista ideale di tre stelle per simpatia, umiltà e coraggio. Queste se le può già appuntare sulla divisa. Quanti, dopo quasi un decennio condiviso in un bellissimo rapporto professionale con Niederkofler, non avrebbero desiderato di cimentarsi in un super ristorantone di lusso? Forse tutti, ma non Lazzarini che, insieme al poker di amici di cui sopra, ha cullato un sogno che, mese dopo mese, ha preso forma: un locale dove mettersi completamente in gioco. In libertà.

Tutto è nato da un incontro professionale in cui, quattro anni fa, Michele si è imbattuto in Giacomo e nella sua impresa. Percorsa quella poca strada che da Gandellino porta a Oltressenda, è rimasto affascinato dal luogo e dal suo spirito. Sono cose che «si sentono», le vibrazioni giuste, il feeling ispiratore. «La nostra è una scommessa, portare una ristorazione di livello in un luogo sconosciuto è, da quattro anni, un progetto che ci appassiona e ci affascina. Ci crediamo tutti e ci impegneremo, perché tutto quello che abbiamo fantasticato si sta per realizzare».

All’apertura non manca molto e gli ultimi mesi sono, per la ristorazione, cruciali; si devono approntare gli ultimi dettagli dei menù, decidere la carta dei vini, tovagliati e fornitori. Per questo Lazzarini, a breve, saluterà Norbert: «Per me era arrivato il momento giusto, anche lui ha capito la mia scelta, pur dispiacendosene un po’. Ma il nostro è stato un rapporto fantastico, che non si perderà nel tempo» assicura.

Dalla voce di Michele, ancora per pochi giorni in servizio in Alta Badia, traspare una carica, quasi un ardore che guarda alla Contrada come a un allunaggio su un pianeta tutto da scoprire. Dopo l’azienda agricola (dove vengono allevati anche dei maiali ed è fiorente l’e-commerce dei prodotti caseari) e il ristorante, il progetto, anticipa Lazzarini «vedrà la realizzazione tra qualche tempo di una struttura ricettiva. Perché al cliente, dopo la cena della sera prima, è bello poter servire anche una buona colazione». È il piacere dell’ospitalità che non sta scritto in nessun menù; si arriva ospiti e si riparte amici. Questo sì, che non ha prezzo.  Fonte: Il Corriere, Donatella Tiraboschi, 16.03.2022

Permanent link to this article: https://www.slowfoodvalliorobiche.it/michele-lazzarini-30-anni-lo-chef-che-lascia-un-tre-stelle-michelin-per-un-agriturismo-in-varzurio/