24 e 25 novembre a Piacenza – Fiera
Sul tavolo la revisione del sistema di voto nei Consorzi. Tra le richieste FIVI al Ministro Centinaio, anche la necessità di organismi di controllo indipendenti
Sarà una festa, come sempre, un momento per raccontarsi al mondo degli appassionati attraverso la narrazione dei colleghi e, ovviamente, i propri vini, ma anche un’occasione di riflessione, in cui portare nel cuore del dibattito le battaglie più sentite: il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti della Fivi torna a Piacenza, il 24 e 25 novembre, tra degustazioni ed approfondimenti dedicati agli uomini, ai territori dove producono i loro vini, ai vitigni ed alle etichette a cui danno vita, in compagnia di 600 produttori – mai così tanti – da tutta Italia. Sul tavolo, nell’assemblea dei Vignaioli Fivi, la revisione del sistema di voto nei Consorzi e la necessità di avere organismi di controllo indipendenti, richieste già presentate al Ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio.
Quella sui Consorzi è una battaglia che Fivi sta portando avanti da tempo. La situazione attuale, come ricordano gli stessi Vignaioli Indipendenti della Fivi, in alcune aree del Paese, vede il potere concentrato nelle mani di poche aziende che producono la maggior parte del vino, detengono maggioranze non scalabili e decidono da sole le scelte strategiche dei consorzi. Il voto in questo modo è di fatto nelle mani di pochi grandi gruppi e cooperative, forti del fatto che i voti siano attribuiti solo in funzione della produzione vitivinicola dell’anno precedente, senza alcun riguardo per le “teste”: contano solo chilogrammi, litri e bottiglie. A questo si aggiunge il fatto che la delega viene espressa dai viticoltori, soci delle cooperative, una volta per tutte al momento della loro adesione. Ciò non solo spoglia in modo definitivo questi viticoltori dal diritto di voto in Consorzio, ma implica che cooperative con migliaia di ettari partecipino ai lavori dei Consorzi con un peso che rende di fatto inutile la partecipazione di altri attori.
“Quello che noi proponiamo per risolvere il problema e far tornare vivace la vita nei Consorzi – spiega la presidente Fivi, Matilde Poggi – è che le votazioni nell’assemblea debbano continuare a contare sulla maggioranza della produzione, ma che, accanto a questa maggioranza, debba aggiungersi una coerente percentuale di attori della filiera, che noi abbiamo identificato nel 40% degli iscritti al Consorzio. Chiediamo anche che le deleghe vengano raccolte in occasione di ogni assemblea”.
Altro problema sul tavolo è quello degli organismi di vigilanza e certificazione. Capita spesso infatti che presidenti e direttori di Consorzi siano nel Cda di questi ultimi, e che quindi governino anche il sistema dei controlli. “Quello che chiediamo è di creare una separazione netta fra gli organismi di amministrazione e quelli di controllo – aggiunge il vicepresidente Fivi, Walter Massa – istituendo il divieto di cumulo di cariche. Per evitare ogni problema abbiamo anche chiesto l’istituzione di un intervallo minimo di 5 anni fra la cessazione del ruolo all’interno dei Consorzi e la possibilità di diventare amministratore o dirigente di un organismo di controllo”.
Ma al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti ci saranno, soprattutto, i vini, con i vignaioli che raccontano di altri vignaioli, in degustazioni condotte da Vignaioli Indipendenti di altre zone, ma che rappresentano lo stesso modello produttivo e offrono spunti interessanti e preziosi punti di vista, rispetto ai produttori ed ai vini a cui sono dedicate, con cantine come Elena Fucci dalla Basilicata, Colacicchi dal Lazio, Perla del Garda dalla Lombardia, Bucci dalle Marche, Gianfranco Fino dalla Puglia, Fenech Francesco dalla Sicilia, Guado al Melo, Le Macchiole, Tenuta di Valgiano e Montenidoli dalla Toscana, Moser e Pojer & Sandri dal Trentino, Antonelli San Marco dall’Umbria, Les Cretes dalla Valle d’Aosta, o Speri, Zymè e Giovanna Tantini dal Veneto, solo per citarne alcune.
Il 24 novembre Matilde Poggi, vignaiola in Veneto, e presidente Fivi, guiderà la degustazione “Anima Trentina – Dal Garda alle Dolomiti, un viaggio nella Nosiola”, un vitigno e un vino che rappresentano un territorio, la sua storia e le sue tradizioni, attraverso otto interpretazioni di Nosiola, con vini di altrettanti produttori Fivi – Donati, Cobelli, Cesconi, Pojer e Sandri, Fanti, Pravis, Maxentia, Pisoni – in otto diverse annate, a partire dal 2017 per arrivare fino al 1983. Mario Pojer, vignaiolo in Trentino, e Ampelio Bucci, vignaiolo nelle Marche, condurranno invece la masterclass “A proposito di tappi”. Per Walter Massa, vignaiolo in Piemonte, il tappo è un elemento fondamentale e non bisogna sottovalutarne l’importanza. Partendo da questa forte convinzione proporrà in assaggio cinque versioni del suo Derthona 2014. Stesso vino, ma chiusure differenti, per cercare di capire come risponde il vino, come cresce, evolve e si struttura nel suo confronto col tempo che scorre.
Il 25 novembre in “Barolo Barbaresco, il Nebbiolo e la sfida del tempo”, Anna Maria Abbona, vignaiola in Piemonte, racconta tre diverse annate per i vini di due grandi produttori della zona: il Barolo Bussia di Giacomo Fenocchio e il Barbaresco Basarin dei Fratelli Adriano. Una degustazione comparata per capire in cosa differiscono queste due versioni di Nebbiolo, due Denominazioni prestigiose messe l’una di fronte all’altra per vedere come hanno reagito, ciascuna a proprio modo, agli anni trascorsi. Walter Massa, infine, condurrà la masterclass “Lazio – Vigne, Uomini e Territori”: si partirà con un Frascati per finire con un Aleatico Passito, in un viaggio attraverso il Lazio per raccontare non un vitigno specifico, una sola Denominazione o uno stile produttivo, ma per presentare un intero territorio che propone vini sempre più di qualità e di grande interesse. Fonte: WineNews, 22.11.2018