In un momento critico per la produzione, riconosciuto il valore della qualità al festival Foglio d’olio a Bitonto. Un riconoscimento al femminile: le produttrici vengono da Puglia, Calabria, Sicilia Sardegna e Veneto e vantano tradizioni secolari
L’olio? Una specialità al femminile. Una cinquina di donne premiata in Puglia per l’eccellenza della produzione: tre vengono dalle regioni del Sud (Puglia, Calabria e Sicilia) più altre due da Sardegna e Veneto. Si tratta di cinque imprenditrici che saranno insignite del riconoscimento della Foglia d’olio 2023 al termine del galà dell’olio che si terrà a Bitonto (Bari) dal 16 al 18 settembre. A ricevere il premio Antonella Orrù (azienda agricola Treslizos, in Sardegna), Angela Librandi (tenute Librandi, in Calabria), Maria Rosa Arbore (azienda agricola Lamacupa, in Puglia), Carmen Bonfante (azienda agricola Evo Sicily, in Sicilia) e Monica Vaccarella (azienda Donna Emme, in Veneto). Il premio verrà conseganto lunedì 18 settembre proprio a Bitonto durante la cena di chiusura del festival nazionale che celebra l’extra vergine di oliva e i migliori produttori italiani. Lo hanno annunciato il 14 settembre, nell’ambito della 86° Fiera del Levante di Bari, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, il sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci e il patron dell’iniziativa, lo chef dell’olio Emanuele Natalizio.
Carmen Bonfanti
Il premio Foglia d’olio è un riconoscimento assegnato dall’associazione Foglia d’Olio, in collaborazione con l’associazione nazionale Città dell’Olio e le maggiori associazioni nazionali di esperti del settore della produzione dell’extra vergine (Airo, Flos Olei, Evoluzione, Premio Il Magnifico).
Dal 16 al 18 settembre il centro storico della città pugliese ospiterà diversi artisti, fra i quali il regista Riky Tognazzi, l’attore Giammarco Tognazzi e il musicista Alessandro Quarta.
Un legame, quello fra olio e donne, che viene da lontano. Basti ricordare le iniziative di Arcidonna a favore delle donne in difficoltà o vittime di violenza basate su produzioni di olio ad hoc contro la discriminazione e le violenze di genere.
ulivo
Una buona notizia che arriva in un momento difficile per l’olio italiano ed europeo. Siccità e cambiamenti climatici lo scorso anno hanno determinato in Italia una perdita del 37% della produzione di olio d’oliva, con un impatto pesante sulla disponibilità di prodotto e sui bilanci delle aziende, colpite dagli aumenti record dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina. I dati, emersi dall’ultima analisi Coldiretti su dati Ismea, mostrano una produzione (dati 2022-23) di 208 milioni di chili di olio d’oliva contro i 329 milioni di chili dell’annata precedente. E anche i dati a livello europeo non sono più confortanti: il calo di quantità è stato del 39% , tendenza che ha caratterizzato gli ultimi cinque anni, con una riduzione costante di olio d’oliva nell’UE (-35%). Mentre fuori dall’Europa bene la Turchia (+17%) male la Tuinisia (-25%). E anche la campagna 2023 si presenta difficile e all’insegna dell’incertezza. In questo panorama, a vincere sono le produzioni di qualità, che puntano sull’eccellenza del prodotto. Proprio come emerso dal premio Foglia d’Olio.
Le storie
Basta guardare alle storie delle donne premiate: produzioni ataviche, che vantano antiche storie di famiglia e nuove passioni che si rinnovano all’insegna dell’attenzione asspluta al territorio e alla qualità. Angela Librandi appartiene a una famiglia che coltiva la terra dalla fine dell’800: un amore iniziato col trisavolo Michele, di origini arbëreshë. Oggi la tenuta vanta 205 ettari e 26 proprietà su quattro comuni di origine Arbreshë, tutti condotti con agricoltura biologica sulla stessa terra di Calabria. Un triangolo geografico di 40 chilometri quadri a pochi chilometri dal Mar Jonio, con colline di uliveti ed agrumeti tra i 50 e i 500 metri di altitudine: olive ma anche agrumi per marmellate biologiche, e fichi.
In Veneto, ecco apparire sui declivi collinari che separano la Val Gallina dalla Val Borago, l’azienda di Monica Vaccarella: qui da Donna Emme, gli ulivi si alternano a vigneti e piccole macchie di bosco. L’azienda si estende per oltre 2 ettari ed è nel cuore del comprensorio comunale di Verona: località Avesa a 400 metri sul mare. “L’attività olivicola per me e la mia famiglia è una scelta di vita”, è il biglietto da visita della produttrice. Che riconosce il valore del lavoro del padre: oltre mezzo secolo in cui papà Angelo, con sensibilità ed esperienza, ha puntato tutto sulla qualità.
Rivendica i valori della famiglia e della terra Maria Rosa Arbore, olicoltrice nel cuore della Puglia agricola. Un olio intenso e gentile al tempo stesso, coltivato e pensato per dare anima alla tavola. Alla base di tutto, la monocultivar della “coratina”, varietà tipica della Puglia il cui termine deriva dal paese di Corato, in provincia di Bari, terra d’origine dell’imprenditrice.
Voliamo in Sicila, dove la regina del campo è la pregiata cultivar autoctona siciliana, la Nocellara del Belice, che dà vita all’olio Embrace. Un olio extravergine di oliva dalle caratteristiche organolettiche distintive molto precise arricchito di un contesto paesaggistico, storico, culturale e dal fattore umano fatto di cultura e passione. Su questo punta Carmen Bonfante. “Mamma dalla personalità creativa. Scrive poesie e ama follemente la sua professione”, così si definisce la imprenditrice che è anche sommelier Ais.
Tutta natura e impegno massimo per la sostenibilità per Antonella Orrù dell’azienda Treslizos nell’agriturismo Il Giglio che porta avanti con sua sorella Anna. Siamo a Massama (Oristano): qui la dea madre terra dona a chi la coltiva prodotti meravigliosi per intensità di sapori e autenticità delle caratteristiche organolettiche. Non fa eccezione l’olio Treslizos realizzato grazie a una sapienza che va avanti da 5 generazioni e che valorizza piante centenarie di Semidana, la cultivar tipica dell’Oristanese. Treslizos è un olio verde dai riflessi gialli con sentori erbacei di mandorla fresca e pomodoro verde, con note di amazo lieve e piccante medio. Lo caratterizza un aroma fruttato e un gusto equilibrato. Fonte: laRepubblica, IL GUSTO, Lara Loreti , 14.09.2023