La Monsanto, multinazionale di biotecnologie agrarie rilevata a giugno scorso dalla Bayer, è stata condannata a pagare un risarcimento milionario a favore di uomo che ha denunciato l’azienda affermando che un suo prodotto usato come erbicida ha contribuito a farlo ammalare di un tumore rivelatosi terminale.
Lo ha stabilito un giudice di San Francisco ordinando il pagamento di 289 milioni di dollari in quanto il gruppo non avrebbe adeguatamente avvertito sui rischi nell’utilizzo del prodotto contenente glifosato, una sostanza già al centro di polemiche e dispute legali in quanto considerata nociva.
Il caso del giardiniere della scuola
La Monsanto respinge le accuse e ha già annunciato che farà appello. Dewayne Johnson, custode di siti scolastici nella zona di San Francisco, aveva utilizzato l’erbicida della Monsanto nel suo lavoro e aveva sviluppato un’eruzione cutanea nel 2014, all’età di 42 anni, con la successiva diagnosi di un linfoma non Hodgkin. I legali della multinazionale sostengono da parte loro che quel tipo di linfoma impiega anni per manifestarsi e che quindi Johnson deve esserne stato affetto da prima del suo incarico nel distretto scolastico. Si tratta della prima denuncia che arriva in tribunale in cui si sostiene il legame fra il glisofato e una diagnosi di cancro.
Il rischio del precedente
Fatto che la Monsanto contesta: «La giuria ha sbagliato», ha reagito a caldo il vicepresidente dell’azienda Scott Partridge. Esistono tuttavia fino a 5mila denunce negli Usa simili a quella al centro del caso di Dewayne Johnson che potrebbe quindi costituire un precedente importante con possibili centinaia nuove denunce contro la Monsanto, di base a St. Louis e recentemente acquistata dalla conglomerata tedesca dei farmaci.
Coldiretti: 63% mercato mondiale sementi in mano a 3 multinazionali
«Con l’acquisizione di Monsanto da parte della Bayer, dopo la fusione tra DuPont e Dow Chemical e l’acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina, il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci è concentrato nelle mani di sole tre multinazionali con un evidente squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori». È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la chiusura l’acquisizione di Monsanto da parte della tedesca Bayer per un prezzo di 63 miliardi di dollari. «Il miliardo e mezzo di produttori agricoli mondiali sono stretti in una tenaglia da pochi grandi gruppi multinazionali che dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all’allevamento nelle aziende agricole, a partire dalle sementi, ma anche – sottolinea la Coldiretti – nell’acquisto e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari».
S&P taglia il rating di Bayer di due gradini
Standard & Poor’s intanto ha abbassato di due gradini il rating di Bayer per la maxi-acquisizione di Monsanto: passa da A- e BBB mentre l’outlook migliora da negativo a stabile.
«L’abbassamento riflette la nostra previsione che i numeri del credito di Bayer saranno più deboli nei prossimi due anni per la forte crescita nel livello del debito (più di 30 miliardi di dollari) dopo il closing dell’acquisizione da 63 miliardi di dollari di Monsanto”, spiega l’agenzia di rating.
L’outlook stabile è legato invece alle prospettive positive di crescita per le attività di un grande gruppo farmaceutico e le posizioni di guida a livello globale nei prodotti per l’agricoltura. Fonte: ilsole24ore, 11.08.2018