RIBOLLA GIALLA 2008
RIBOLLA GIALLA 2008
L’origine della Ribolla gialla è incerta: alcuni autori identificano l'antenata della Ribolla con l'uva "Avola", vitigno importato dai romani durante la loro dominazione del territorio friulano; secondo altri questa varietà coinciderebbe con la "Robola", coltivata soprattutto a Cefalonia e giunta in Friuli forse al tempo del dominio di Venezia, quando l'orbita dei commerci della Serenissima comprendeva il bacino del Mediterraneo Orientale. La maggior parte degli studiosi è però concorde nel ritenere il vitigno di origine autoctona.
La Ribolla gialla è certamente un vitigno indissolubilmente legato al territorio in cui viene coltivato, una fascia collinare che da Tarcento scende fin quasi all'Istria; in pratica quella parte delle province di Udine e di Gorizia corrispondenti a zone importanti dal punto di vista vitivinicolo che sono l'Isonzo e, soprattutto, il Collio e i Colli orientali del Friuli. La Ribolla gialla è coltivata anche nella zona collinare della vicina Slovenia, dove viene chiamata "Rebula".
Numerose sono le citazioni del "vino Ribolla" come vino di qualità primaria tra i diversi vini del Collio, usato spesso come "rappresentanza" in segno di omaggio ed amicizia agli illustri personaggi del momento Così esordisce Angelo Costacurta nella sua ricerca "Ribolla".
Ricco di citazioni a tale proposito è il Dalmasso, nel III volume della sua "Storia della vite e del vino". Dagli "Annali del Friuli" di F. Manzano, emerge che nel XII secolo il Friuli forniva alla Repubblica di Venezia la Ribolla del Collio. In un documento di compravendita di un terreno sito in comune di Barbana nel 1376, si precisa che da tale appezzamento il colono ricavava "sex urnas raboli". La presenza del vino Raibola (o Ràbola) dell'Istria e del Collio, nel Friuli, risulta anche da un documento stilato ad Udine nel 1324. Il 1327 viene malinconicamente citato come un' annata di scarsa produzione di vini, soprattutto di vino Ribolla.
La Ribolla è ancora importante verso la fine del ’700, anche se A. Zanon, nel 1767, lamenta la decadenza dei vini italiani e tra questi la "Ribuole", che cedevano il passo all'avanzare dei vini francesi. Nello stesso periodo, il medico Antonio Musnig nel suo "Clima goritiense" ritiene la Ribolla (Rebulla), soprattutto quella di Rosazzo al primo posto tra i vini bianchi friulani, per dolcezza e generosità; la Ribolla è anche il vino più prodotto tra i bianchi del Collio. Col nome di Ribolla bianca, viene elencata anche nel "Saggio di una ampelografia universale" (1877) di Giuseppe di Rovasenda.
Dopo i fasti e la rinomanza goduti dal vino Ribolla nei secoli passati, agli inizi del '900 ebbero inizio per questo vino i tempi oscuri godendo fra le due guerre di una ben modesta fama qualitativa (Poggi 1930) ed in effetti solo in un limitato numero di casi riusciva a raggiungere elevati livelli qualitativi. Da ciò la forte contrazione avvenuta nell'ultimo secolo della sua area di diffusione, a favore di nuovi vitigni qualitativamente più quotati quali Tocai friulano, Pinot bianco e grigio, Sauvignon, Traminer e Riesling. Oggi con l'avvento delle nuove tecniche di vinificazione, confortate dalle moderne attrezzature altamente funzionali di cui il tecnico può disporre, si ottengono vini Ribolla di notevole interesse in quanto impostati su una enologia di qualità, partendo da accurate vinificazioni ottenute decisamente "in bianco" e con la conservazione del vino in vasche di acciaio inossidabile.
La Ribolla gialla è un vitigno a bacca bianca di buona vigoria con produzione costante. Presenta germogliamento tardivo, media è l'epoca di fioritura, mentre la maturazione dell'uva avviene verso la terza epoca.
Il grappolo è piuttosto piccolo, cilindrico-piramidale, di media compattezza. L’acino è medio, discoidale con buccia pruinosa, poco spessa, di colore giallo alabastro, punteggiata composto di polpa di sapore neutro, dolce, leggermente astringente.
Predilige zone collinari più soleggiate, asciutte, ventilare e scarsamente fertili, soprattutto se composte da terreni calcarei in cui raggiunge maturazioni più spinte arricchendo il profilo aromatico e riducendo quello acidico. Si adatta alle diverse forme di allevamento ma preferisce quelle di media espansione con potatura lunga. La forma di allevamento quasi universalmente usata è il doppio capovolto, con il Guyot a seguire.
È soggetta a fenomeni di colatura ed attacchi di marciume nelle annate particolarmente umide, il germogliamento tardivo permette di sfuggire alle brinate primaverili.
È interessante ricordare anche che esiste una Ribolla verde, coltivata soprattutto in Slovenia e comunque non molto diffusa anche per la non eccelsa qualità del vino che da essa si produce, mentre la Ribolla nera è in realtà un sinonimo talvolta usato per lo Schioppettino.
Il risultato della degustazione
La Ribolla gialla è certamente un vitigno indissolubilmente legato al luogo in cui viene coltivato, una striscia di terra che dal Friuli Venezia Giulia più orientale scende fino alla Slovenia; ma crediamo sia stato soprattutto il Collio ad aver eletto questo vitigno come il più rappresentativo del proprio territorio, quasi che attraverso questo vino volesse esprimere la propria personalità, il proprio carattere e la propria esclusività. Sono molte ormai le aziende che si lasciano distrarre dai classici vitigni internazionali per concentrare i loro sforzi sulla Ribolla Gialla, un vino che diviene fortemente espressivo solo a patto che si rispettino con rigore tutte le regole della viticoltura di qualità.
Ecco allora che la Ribolla Gialla regala forti sensazioni fruttate, mature e fragranti, sferzate da un piglio acidulo e vegetale di grande freschezza, corroborate da una carica speziata tutt'altro che morbida e temprate da una decisa sapidità minerale, componendo un quadro aromatico di salda consistenza, lunga persistenza e facile ed agile bevibilità. Sì, proprio una di quelle bottiglie che finiscono subito e con la quale i bicchieri si svuotano in fretta.
Dall'abbondante dozzina di ottimi campioni, si è stagliato per compiutezza e rigore filologico il Collio Ribolla Gialla L'Adelchi 2008 di Venica & Venica, seguito da un terzetto composto dalle bottiglie di Tenuta Roncalto, Castello di Spessa e dalla Riserva di Oslavia di Primosic.
Ma per completare il quadro della Ribolla Gialla giuliana abbiamo voluto fare assaggiare anche il Ribolla Anfora Venezia Giulia 2005 di Josko Gravner, che non ha mancato di lasciare sbalordito il nostro pubblico di degustatori per la sua personalità così estrema, così sublime, così nobile.
G.B.
Silvio e Bita hanno scelto entrambi Collio Ribolla Gialla L'Adelchi 2008 di Venica & Venica, Riserva di Oslavia di Primosic e Tenuta Roncalto nell’ordine.