Oltre 20 anni fa il primo progetto con le guide alpine di Courmayeur, la Cuveè des Guides, spumantizzata ad oltre 2.000 metri sul Monte Bianco
Cave Mont Blanc e la Cuveè des Guides di Courmayeur
Sono sempre di più i “vini di montagna”, affinati in alta quota: dalla Valtellina alle Dolomiti in Alto Adige, un numero sempre maggiore di cantine sceglie di adottare questo metodo, coinvolgendo l’ambiente scientifico e quello accademico. Un processo non nuovo, anche per la prestigiosa cantina Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle, un vero e proprio simbolo del rapporto tra la vinificazione e l’imponente Monte Bianco, che, dal 2022, ha dato il via in Valle d’Aosta, ad un progetto di ricerca con l’Università di Torino per studiare l’affinamento di vino ad altitudini diverse. Ma che, già dal 2003, aveva attivato un progetto di collaborazione con le guide alpine di Courmayeur sulla spumantizzazione in quota oltre i 2.000 metri, che, nel 2009, vedeva sciabolare la prima bottiglia di Cuveè des Guides (un Brut particolare che fermenta in acciaio inox per rifermentare, come da tradizione, in bottiglia, ma la cui spumantizzazione si svolge, dall’inizio alla fine, a 2.173 metri di altezza, ndr), una bollicina nata per celebrare questo rapporto.
Cave Mont Blanc e la Cuveè des Guides di Courmayeur
Un settore, quello del vino valdostano, che negli ultimi anni sta crescendo molto dal punto di vista della qualità, complice una maggiore attenzione e consapevolezza nei riguardi dei suoi prodotti, nonostante la situazione difficile e delicata che l’ambiente di lavoro comporta per questo tipo di vinificazioni estreme. Le ultime annate, infatti, sono evidentemente eterogenee per via del clima che, seppure stia cambiando ovunque, colpisce il territorio montano d’alta quota in particolare, per via della maggiore fragilità dei suoi equilibri. Gli accorgimenti, però, non si sono certo fatti attendere: da una più scrupolosa gestione ed un uso certosino dell’irrigazione alle tecniche agronomiche differenziate, fino all’installazione di centraline meteorologiche per una migliore coordinazione delle azioni sui vitigni.
D’altro canto, esperienze ed etichette di questo tipo sono sicuramente un tesoro ed un patrimonio da proteggere: dal vino prodotto dalle viti più alte d’Europa, il Blanc de Morgex et La Salle, al sopracitato Cuveè des Guides. Con affinamenti a 1.000, 2.173 e poco sotto ai 3.500 metri d’altezza, questi vini raccontano in maniera forte lo straordinario rapporto della produzione con un’importante parte del territorio della Valle d’Aosta ed una storia unica e preziosa sulla convivenza tra l’uomo, il vino e la montagna. Fonte: WineNews, 02.05.2024