Dal 16 al 29 ottobre due settimane per sensibilizzare sui temi della pesca sostenibile e informare sui benefici globali e locali dei blue food
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Se tutta la pesca globale fosse gestita in modo sostenibile, si potrebbero pescare sedici milioni di tonnellate di pesce in più all’anno. È uno dei dati messi in evidenza da Marine Stewardship Council (Msc), l’organizzazione no profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma per la pesca sostenibile. Le due settimane dal 16 al 29 ottobre 2023 sono dedicate proprio a questo tema, per sensibilizzare i consumatori sulle corrette pratiche di pesca per salvaguardare l’ecosistema marino e per informare sulla strategia Blue Transformation, l’iniziativa delle Nazioni Unite per valorizzare il potenziale degli oceani a sostegno della sicurezza alimentare globale.
Già da molti anni il ruolo della pesca è sotto l’attenzione delle organizzazioni internazionali, che ci allertano di come le pratiche massive di reperimento del pesce stiano compromettendo il mare e la disponibilità di pescato in tutto il mondo.
Secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, attraverso la sezione regionale che monitora il Mediterraneo e il Mar Nero, proprio il Mare Nostrum è tra le zone di pesca più sovra sfruttate al mondo, ma è anche l’area in cui, recentemente, si è osservato uno straordinario impegno nella gestione efficace delle risorse.
È una buona notizia se consideriamo che, sempre secondo la Fao, il diciotto per cento del pesce pescato attraverso sistemi di pesca che usano metodi dannosi come il metodo a strascico, per esempio, viene poi rigettato in mare perché non adatto alla commercializzazione. Il pesce rigettato compromette gli equilibri marini perché, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di pesci scartati perché troppo piccoli e che quindi non si sono ancora riprodotti.
Le settimane della Pesca Sostenibile lanciate da Marine Stewardship Council nascono proprio per mettere in evidenza il tema e spingerci al consumo di prodotti ittici che ottengano la certificazione Msc, l’unica attualmente disponibile per avere maggiori rassicurazioni sulla sostenibilità della pesca di un prodotto ittico.
«I sistemi alimentari globali sono quanto mai sotto pressione» afferma Francesca Oppia, direttrice del Programma Msc in Italia. «Con la popolazione mondiale destinata a raggiungere i dieci miliardi di persone entro il 2050, è imperativo rafforzare il ruolo dei blue food per la sicurezza alimentare globale. Per fare questo è necessario riconoscere il valore della pesca sostenibile attraverso scelte precise a sostegno dei pescatori che gestiscono le risorse ittiche in modo sostenibile. Queste scelte riguardano tutti: governi, pescatori, aziende della filiera ittica e consumatori finali».
È proprio con questa campagna che si vuole rafforzare il consumo di quelli che vengono definiti i blue food – ovvero gli alimenti che provengono dall’acqua – perché sono alimenti nutrizionalmente strategici per la salute dell’essere umano e costituiscono un’ottima fonte proteica. Massimizzare il consumo di blue food costituirebbe un progresso nella sfida della sicurezza alimentare mondiale in linea con la Blue Trasformation della Fao.
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Secondo le stime di Msc, l’impatto positivo della pesca sostenibile sull’ambiente marino e la disponibilità ittica sono solo i primi benefici globali a cui seguirebbero, negli anni, il miglioramento della nutrizione di milioni di persone nei Paesi in cui si combatte la fame, alleviando carenze nutrizionali come quelle di Ferro, Vitamine A e B12.
Promuovere e supportare la pesca sostenibile è un atto globale e locale che può avere un grosso impatto positivo sull’ecosistema marino e sull’alimentazione mondiale. Può aumentare la disponibilità di pesce e la qualità del pescato, può significare una nuova risorsa preziosa per le popolazioni che si confrontano con la mal nutrizione, e può rappresentare – per un Paese come l’Italia, che consuma più pesce della media europea – una via per assistere al ripopolamento del Mediterraneo e dare accesso a fonti proteiche i cui nutrienti sono di grande qualità, oltre che di minore impatto ambientale rispetto alla carne proveniente da allevamento intensivo.
A questa campagna, a partire dal 16 ottobre, prendono parte molte aziende che si inseriscono lungo la filiera ittica italiana dalla trasformazione alla vendita, le quali faranno attività di promozione e comunicazione sui temi della pesca sostenibile. In particolare, la catena di supermercati Carrefour e l’azienda di trasformazione ittica Delicius supporteranno la ricerca scientifica attraverso attività nei punti vendita, oltre a sostenere tre borse di studio per il miglioramento della sostenibilità della pesca nel Mediterraneo.
Alle attività commerciali si unisce la recente partnership tra Msc e Federpesca al fine di promuovere questi temi anche tra gli operatori della pesca. Fonte: Linkiesta, Alessio Cannata , 16.10.2023