In Europa oltre 80 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà. E mentre molti lottano per sfamare la propria famiglia e affrontare la crisi, tutte le sere ogni supermercato dell’Unione europea butta via, in media, più di 40 kg di cibo
In Francia una nuova legge anti-spreco proibisce ai supermercati di buttare il cibo avanzato e, dunque, li obbliga a darlo in beneficenza ad enti caritatevoli.
Dietro questa legge pioneristica, c’è la battaglia portata avanti dal 35enne Arash Derambarsh, consigliere comunale di Courbevoie, nato in Francia da genitori scappati dall’Iran della rivoluzione islamica. L’idea gli è venuta anni fa e per un motivo preciso: aveva fame. “Studiavo legge e mangiavo una sola volta al giorno – spiega – intorno alle 17 per saltare il pranzo ed evitare la cena, guadagnavo circa 600 euro al mese, era difficile. Sognavo di avere qualcuno che mi portasse un sacchetto di generi alimentari per aiutarmi”.
La sua lotta è cominciata con una petizione su change.org, diventata poi un accordo con i supermercati della sua giurisdizione e infine una legge nazionale.
Ora tutti i supermercati, grazie alla legge presentate dal deputato socialista ed ex sottosegretario all’Agroalimentare Guillaume Garot, prevedono in particolare il divieto per i supermercati di “rendere inutilizzabili” i prodotti scaduti o vicini alla scadenza rimasti invenduti, per esempio cospargendoli di candeggina, come molti fanno.
I punti vendita dovranno donare quelli ancora adatti al consumo umano ad associazioni caritative, oppure destinare i prodotti non più vendibili al consumo animale, al compostaggio o alla valorizzazione energetica. Per le cosiddette “grandi superfici”, i supermercati di oltre 400 metri quadri, ci sarà inoltre l’obbligo di sottoscrivere convenzioni con associazioni caritative.
Gli emendamenti sono stati approvati in un clima di consenso generale, con il sostegno di centrosinistra, centrodestra e degli ecologisti. Ma tra le aziende della grande distribuzione c’è già chi solleva dubbi, in particolare sulla mancanza di dotazioni da parte delle associazioni per conservare e distribuire in tempi utili i prodotti donati. Il promotore del provvedimento, invece, lo vede come un primo passo di un percorso in cui resta “molto da fare”, in particolare sulla formazione degli operatori e sulla sensibilizzazione dei cittadini non possono buttare il cibo avanzato, pena una multa fino a 75mila euro.
Per Derambarsh è solo l’inizio, la prossima tappa è l’Europa: la sua petizione online sarà estesa per chiedere che la legge da francese diventi valida in tutta l’Unione.
Dalla Francia la battaglia contro lo spreco del cibo nei supermarket arriva in Italia
Daniele Messina è il promotore della petizione italiana contro gli sprechi alimentari “C’è chi spreca e chi muore”
Così Messina ha lanciato la petizione in Italia:
“Mi chiamo Daniele Messina e sono il promotore della petizione italiana contro gli sprechi alimentari “C’è chi spreca e chi muore”, program officer di una fondazione di origine bancaria. Come sostenitore del Protocollo di Milano – promosso dalla Barilla Center for Food and Nutrition Foundation – ho maturato la piena convinzione che il paradosso dello spreco possa essere ridotto ed eliminato attraverso normative specifiche che impongano la donazione degli alimenti invenduti e comportamenti fattivi che la incentivino, nonché mediante una maggiore consapevolezza civile sull’importanza del cibo per le persone e il pianeta.
La Commissione europea sta preparando una “strategia di economia circolare”, che comprende la lotta agli sprechi, e ha lanciato una consultazione pubblica per raccogliere le opinioni dei cittadini su questo tema. Se saremo in centinaia di migliaia a chiedere alla Commissione europea di inserire l’obbligo per i supermercati di donare il cibo invenduto, non potranno ignorare il nostro appello.
Insieme, fermiamo lo spreco alimentare in Europa!”
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Solo con una grande mobilitazione riusciremo a sconfiggere l’assurdo e iniquo paradosso dello spreco!
fonte: InformaCIBO