Al centro dell’intervento di Carlo Petrini all'Assemblea delle Condotte di Fiumicino
Il recupero dell’agricoltura come visione olistica e la difesa della biodiversità e della salute degli ecosi-stemi due temi toccati durante l’intervento di Carlo Petrini all’assemblea nazionale delle Condotte Slow Food di Fiumicino.
Carlo Petrini ha ripercorso con la forza del suo carisma la storia di Slow Food dalla nascita dell'idea nel 1986, alla sua internazionalizzazione del 1989 fino al lancio di Terra Madre del 2004: un filo logico che trova la sua ragione nei valori del manifesto della fondazione e che si sostanzia oggi nelle oltre 1400 condotte sparse per il mondo e nel tessuto delle comunità di Terra Madre che toccano tutti i cinque continenti.
Grande crescita della rete di Terra Madre, «austeramente anarchica» per sua stessa natura, che si sta radicando in tutti i paesi del mondo e che fornisce nuova linfa e nuove idee al movimento Slow Food. Per questo propone l’istituzione di una Giornata Mondiale delle Comunità di Terra Madre per la Sovranità Alimentare, per il 10 dicembre di ogni anno, caratterizzata da iniziative che avranno luogo presso le condotte Slow Food e le Comunità legate proprio a Terra Madre, anche per un riconoscimento di questa rete che non deve essere identificata solamente con l’evento biennale di Torino.
Un successo non casuale ma fondato su valori spesso controcorrente, che sono stati pietre miliari per la salvaguardia dei “saperi” e della “sapienza” antica e universale in un mondo che vedeva nelle fughe in avanti il trionfo dei disvalori che avrebbero poi portato alla crisi attuale.
Il mondo non sarà più quello di prima da quando la crisi finanziaria ha terremotato il sistema economico dominante, anche se dovranno passare anni perché tutto torni a regime.
Il grande rischio che si corre è la perdita per strada della “memoria” dei valori della terra e della storia dell’uomo, condizionato dalle violenze sulla natura.
E qui Carlo Petrini attribuisce con forza ed entusiasmo il ruolo determinante dell’Agricoltura decentrata per uscire dalla crisi e per riportare il cibo in mano alle comunità del territorio, salvaguardandolo dall’appropriazione di soggetti terzi che agiscono soltanto a fini speculativi.
La visione olistica dell’agricoltura e la difesa delle biodiversità e della salute degli ecosistemi sono i temi al centro dell’interesse del Movimento, che dovrà trovare nell’intelligenza affettiva, nella democrazia partecipativa e nel rafforzamento dell’intergenerazionalità i valori su cui dovrà basarsi lo sviluppo del futuro dell’uomo: “i vecchi hanno l’esperienza e la conoscenza dei saperi tradizionali, i giovani la forza e la creatività».