Obiettivo: contrastare lo spreco alimentare, dalla fase di distribuzione fino a quella di somministrazione. In Italia si gettano nella spazzatura, secondo il rapporto Waste Watcher, derrate alimentari per 8,4 miliardi di euro l’anno (23 milioni di euro al giorno circa). Secondo i monitoraggi di Last Minute Market in un anno si potrebbero recuperare 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agroalimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione. E proprio per prevenire e contrastare lo spreco alimentare un ddl, già approvato dalla Camera, è all’esame della commissione Agricoltura del Senato. E ieri è stato presentato un nuovo ddl che si aggiunge a quello già all’esame di palazzo Madama, che vede come prima firmataria la senatrice Laura Puppato (Pd). Il testo è stato sottoscritto da 30 senatori di vari gruppi parlamentari.
Un nuovo ddl propone un credito d’imposta per chi dona
«Il nostro ddl – ha spiegato la senatrice Puppato – punta sugli incentivi alla grande distribuzione, grazie a un credito di imposta del 20% del valore dei prodotti donati e prevede anche delle sanzioni. L’altra chiave per la riduzione dei rifiuti è la riduzione degli imballaggi, per cui proponiamo un credito di imposta del 140% per i negozi che si dotano di sistemi di vendita senza imballaggio».
Cosa è scritto nel ddl già approvato dalla Camera
Nel ddl in 18 articoli, già approvato dalla Camera e all’esame della commissione Agricoltura del Senato, sono contenute le nuove regole per la cessione gratuita delle eccedenze con fini di solidarietà sociale. Il ddl regola anche le modalità di cessione delle eccedenze alimentari e consente il riutilizzo dei prodotti alimentari oggetto di confisca. Prevede una modifica alla normativa del “Buon samaritano” (legge 155/2003) per dare garanzie sullo stato di alimenti, farmaci e prodotti distribuiti gratuitamente. Al Tavolo di coordinamento del ministero delle Politiche agricole, inoltre, il compito di promuovere iniziative, indirizzi e strumenti per la distribuzione delle derrate alimentari ed eccedenze agli indigenti.
Trasmissioni radio e tv per ridurre gli sprechi
Nel testo già approvato dalla Camera la Rai dovrà, inoltre, assicurare, «un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all’informazione e alla sensibilizzazione le persone a tenere comportamenti idonei a ridurre sprechi alimentari ed energetici. Previste anche campagne nazionali di comunicazione per il recupero alimentare e la riduzione degli sprechi. Nel settore della ristorazione, per ridurre gli sprechi, ai clienti dovrà essere consentito l’asporto dei propri cibi avanzati. Nelle scuole dovranno esserci percorsi mirati all’educazione alimentare, sensibilizzando i ragazzi contro gli sprechi. Il ministero della Salute dovrà definire linee di indirizzo in modo che le mense di scuole, ospedali, aziende e comunità riducano gli sprechi della somministrazione degli alimenti.
Rifinanziato il fondo per le derrate alimentari agli indigenti
Il testo del ddl già approvato dalla Camera rifinanzia con due milioni di euro il Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti. Poi un milione di euro l’anno, dal 2016 al 2018, per finanziare progetti innovativi per la limitazione degli sprechi, l’impiego delle eccedenze e la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. Il testo amplia anche le finalità del Fondo per la promozione di interventi di riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio anche alla promozione di interventi per la riduzione dei rifiuti alimentari. Il finanziamento è di un milione di euro l’anno per il 2017 e il 2018. Si considerano, poi, cessioni a titolo gratuito quelle di articoli e accessori usati conferiti da privati direttamente alle sedi operative dei donatori. Modificata anche la disciplina della raccolta dei medicinali inutilizzati o scaduti. Ci sono poi disposizioni in materia di cessione gratuita di derrate alimentari, di prodotti farmaceutici ai fini di solidarietà sociale (non è necessaria la comunicazione telematica agli uffici dell’amministrazione finanziaria per cessioni non superiori a 15mila euro). È consentito detrarre l’Iva pagata sui prodotti alimentari non più commercializzati o non idonei alla commercializzazione. Viene data la facoltà ai comuni di ridurre la Tari relativa ad attività produttive che producono e distribuiscono beni alimentari a titolo gratuito.
Sprechi dalla produzione alla tavola
Le perdite e gli sprechi investono tutti gli stadi della filiera alimentare, dalla produzione alla tavola. Il 13% degli sprechi riguarda la grande distribuzione, dove solo l’8% delle eccedenze vengono donate. Per fare qualche esempio la filiera produttiva spreca ogni anno (dati 2012) 520 milioni di metri cubi di acqua per produrre cibo che andrà perduto. Una cifra che rappresenta il fabbisogno annuo di 8 milioni di italiani. E vengono anche prodotti 24,5 milioni di tonnellate di biossido di cabonio, per il 20% legato al trasporto, per cibi che finiranno nella spazzatura. E ogni grammo di cibo sprecato diventa un grammo di cibo da smaltire.
fonte: il Sole24ore, 20.04.2016
commento di Mario: Petrini docet!