Collezionista di bottiglie pregiate, il presidente russo le tiene al sicuro in una speciale cantina
A volte i più sintetici e semplici consigli sono i migliori. Nel film degli anni 80 Vacanze di Natale (apripista di tutti i cine-panettoni) l’avvocato Giovanni Covelli, interpretato da Riccardo Garrone, di fronte alla moglie che spara cattiverie e lamentele senza sosta, sollecitato da lei a dire qualcosa, se ne esce con un sensazionale: “Levateje er vino”
Che si traduce con “fatela smettere di bere e quindi di dire cavolate”.
Potrebbe essere un buon suggerimento non tanto per indurre a tacere (perché non sono le sue parole che temiamo) ma forse per colpire davvero Putin, visto che le sanzioni internazionali imposte alla Russia sembrano non toccarlo veramente nelle cose a cui tiene di più (fino a ora, almeno).
Sì perché l’uomo che ha mosso guerra all’Ucraina, e che peraltro ha provato a cambiare nome allo Champagne (quello vero, il francese) perché voleva che solo quello russo fosse Champagne e gli altri metodo classico si chiamassero solo Vino Spumante, ha un debole per i grandi vini e ne ha una collezione da capogiro ben nascosta in Moldova.
Nelle storiche cantine di Cricova, città appartenente al Municipio di Chișinău, di circa 9mila abitanti. La cittadina anzi ha come maggiore attrazione turistica proprio queste cantine che sono statali, costruite utilizzando le gallerie preesistenti, usate per l’estrazione di tufo da costruzione, nel 1957.
Sono gallerie molto estese, anzi si parla di una vera e propria città sotterranea, percorribile in auto o con i minibus elettrici, una ragnatela che si espande per 120 chilometri, continuamente in espansione, a una profondità fra i 50 e i 100 metri sotto terra.
Oltre alla parte visitabile dai turisti (circa 70mila l’anno) c’è la parte dedicata alla conservazione delle bottiglie da collezione private, ricca di 1 milione 250 mila pezzi, inclusa quella celebre di vino “pastorale” proveniente da Gerusalemme e datata 1902.
Ci sono quelle del feldmaresciallo Hermann Göring trafugate qua e là e intercettate mentre le spediva in luogo sicuro, prima della disfatta, ci sono quelle di Angela Merkel, spesso in visita alle cantine. E ci sono soprattutto quelle di Putin, numerosissime e costosissime (solo per la conservazione in quel luogo paga 3 euro l’anno a bottiglia). Proprio nelle sale private delle cantine moldave il presidente del Cremlino ha festeggiato alcuni compleanni (ovviamente con guardie armate all’ingresso e zona off-limits per i turisti).
Chiaro che al suo vino tiene tantissimo, come al vino frizzante prodotto da alcuni oligarchi suoi sostenitori e come a quello che offre (anzi offriva) ai capi di Stato in visita da lui: un mese fa offrì a Macron uno Chardonnay del 2015 e un rosso Rebo, entrambi prodotti nella tenuta di Usadba Divnomorskoye, la cui cantina è annessa al “Palazzo di Putin”.
Potrebbe essere una buona idea seguire il suggerimento del personaggio del film di Vanzina dell’83 e togliergli il vino.
P.S. Intanto la solidarietà all’Ucraina passa anche da una originale protesta dei barman americani che hanno cambiato nome al cocktail Moscow Mule e lo hanno chiamato Kiev Mule. Fonte: IL GUSTO. Eleonora Cozzella, 03.03.2022