Forum dell’Enoturismo n. 6 di Unwto (Alba, 19-21 settembre): il futuro del turismo del vino tra sostenibilità, innovazione e creatività
Enoturismo, risorsa per i territori (ph: Pavel Danilyuk via Pexels)
“Si parla sempre più di sostenibilità nel turismo del vino, ma la prima lezione da ricordare per chi opera in questo settore – a partire dalle istituzioni – è che non si può pensare solo ai turisti: in primis, bisogna fare attenzione agli abitanti di un territorio. Se questi non vivono bene – perchè non ci sono più le piccole botteghe, perchè gli anziani non hanno le osterie in cui ritrovarsi, perchè sono spariti i luoghi di aggregazione – l’attrattiva turistica non può funzionare a lungo. In un territorio del vino i visitatori devono trovare gente che sorride, che accoglie, che esprime una cultura. Altrimenti è già una sconfitta”. Non usa mezzi termini Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che, dal Forum Mondiale dell’Enoturismo (Alba, 19-21 settembre) n. 6, lancia un messaggio importante e provocatorio, come è nel suo stile. “Bello il turismo del vino, ma se la popolazione non ne trae beneficio che senso ha? E non parlo solo di coloro che sono direttamente coinvolti – cantine, hotel, ristorazione – ma di tutti gli abitanti. Per questo è importante che un territorio sappia governare i propri limiti. La crescita è positiva, ma non può essere perenne. Non si possono valutare solo i parametri quantitativi dei turisti in arrivo ogni anno, deve essere considerata la qualità”.
Proprio sostenibilità è una delle key words per il futuro del turismo del vino, insieme ad innovazione e creatività, secondo gli esperti riuniti in Piemonte per l’appuntamento internazionale promosso dalla World Tourism Organization (Unwto) dell’Onu, in collaborazione con il Ministero del Turismo, Enit -Agenzia Nazionale del Turismo e Regione Piemonte. Sono le Langhe, territorio-modello dell’enoturismo made in Italy, ad ospitare l’evento (per la prima volta nel nostro Paese) in cui si è tracciato lo stato dell’arte di un settore che vale 2,5 miliardi di euro all’anno e rappresenta un volano per lo sviluppo e la valorizzazione dei territori e dei borghi, con 14 milioni di turisti coinvolti. In Italia l’enoturismo incide in media per il 27% del fatturato delle aziende vinicole, tanto che più di 9 su 10 offrono accoglienza enoturistica (74% tutto l’anno, 18% alcuni periodi dell’anno). Ad aprire la giornata di lavori del convegno i saluti di Pau Roca, dg Oiv, e Zurab Pololikashvili, segretario generale Unwto, con cui Carlo Petrini ha siglato, come Slow Food, un protocollo d’intesa per lo sviluppo dei territori rurali attraverso gastronomia e turismo del vino.
Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo italiano, ha evidenziato come l’enoturismo sia un driver economico fondamentale per il nostro Paese basti pensare che il 90% di chi visita l’Italia dichiara di essere interessato ad esperienze enogastronomiche. “Dopo i due anni difficili della pandemia – ha dichiarato Garavaglia – i dati turistici sono in forte ripresa, ma questo non deve farci dimenticare le prossime sfide che ci attendono”.
Sul tema della sostenibilità Roberta Garibaldi, Ad Enit, ha affermato che le cantine italiane si distinguono già, a livello mondiale, per l’attenzione all’ambiente (basti pensare al sempre crescente numero di aziende che praticano agricoltura biologica e biodinamica). Ma ha parlato anche di sostenibilità sociale, un elemento sempre più importante a guidare le scelte degli enoturisti, citando l’esempio delle cantine tutte al femminile o a quelle guidate da carcerati. Tra le più recenti tendenze dell’enoturismo ci sono anche: vivere spazi all’aperto (una necessità nata dalla pandemia ma sempre più richiesta), attraverso wine trekking, wine picnic, cene in vigna; nature bathing, un trend in forte crescita in cui è fondamentale l’immersione nella natura, con yoga, Spa e corsi di pittura nei vigneti; nuove connessioni tra urbano e rurale, ovvero portare flussi di turisti dalle città alla campagna, ma anche viceversa, con le vigne rurali; ospitalità innovativa, con cantine che offrono wine hotel, glamping e ristorazione gourmet; new wine travelers, con le nuove tipologie di viaggiatori del vino: donne, giovani ed appassionati di arte e cultura.
Sempre attuale il tema delle connessioni tra vino e altri settori, dall’architettura all’arte, dal design all’archeologia, dalla musica alla religione, dalla moda ai treni storici. Non è mancato un focus sull’evoluzione del marketing del vino: in Italia gli studi di neuromarketing sono tra i più avanzati al mondo, a partire da quelli più classici (su etichette, tappi, siti web e wine shop) fino a quelli più innovativi, che comprendono Nft, Metaverso e degustazioni digitali.
Nella sessione dedicata al tema dell’innovazione si è discusso di come le nuove esperienze siano sempre più importanti per i viaggiatori che cercano di conoscere, imparare di più e godere di altre culture, tradizioni e storia attraverso i loro vini e modi di produrli. Tra i relatori la produttrice Francesca Planeta (Planeta), una delle cantine italiane più prestigiose e che ha rilanciato la Sicilia del vino nel mondo, che ha ribadito come “per le cantine è fondamentale fare rete con il territorio, le istituzioni e la comunità locale: dalle Strade del Vino alle Città del Vino, dai musei agli altri produttori”. A questo proposito ha citato “Viaggio in Sicilia”, progetto di residenza nomade che esalta il legame indissolubile tra arte e territorio, uomo e paesaggio. Con Francesca Planeta anche la chef Pilar Rodriguez, Food & Wine Studio e Unwto Ambassador for Sustainable Tourism (Cile), Mauro Agnoletti, professore associato presso il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agricoli Alimentari e Forestali (Gesaaf) dell’Università di Firenze, Marta Domènech Tomas, General Director of Tourism, Generalitat de Catalunya (Spain), Martin Hawke, Head of Global Product, WINERIST (Uk) e Pamela Lanier, Founder Sonoma Sustainable Tourism Observatory (Usa). Tra gli altri relatori, David Furer, scrittore ed esperto di comunicazione del vino, che, con Sandra Carvão, Chief of Tourism Market Intelligence and Competitiveness di Unwto, ha parlato delle sfide crescenti delle cantine nel campo della sostenibilità, in particolare per ridurre il loro impatto ambientale. La sostenibilità guida sempre più sia l’offerta di esperienze progettate da cantine e vigneti, sia gli atteggiamenti dei viaggiatori e le loro decisioni di acquisto, mentre la digitalizzazione e l’e-commerce sono diventati strumenti chiave a disposizione di produttori, distributori e imprese.
Focus enoturismo by Coldiretti – Acquisti in cantina per 6 italiani su 10
Quasi sei italiani su dieci (58%) in vacanza visitano frantoi, malghe e cantine per acquistare prodotti locali del territorio direttamente dai produttori, ottimizzare il rapporto prezzo/qualità e portarsi a casa un pezzo di storia della tradizione italiana a tavola. Emerge da un’analisi Coldiretti/Ixè nel Forum Mondiale sull’Enoturismo.
L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore è anche un’occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. In molti casi la vendita è accompagnata anche dalla possibilità di assaggi e degustazioni guidate, che consente di fare una scelta consapevole difficilmente possibile altrove, ma anche di verificare personalmente i processi produttivi in un ambiente naturale tipico della campagna. Fonte: WineNews, 20.09.2022