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Giu 21 2013

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IL SOLSTIZIO D’ESTATE NEI BOSCHI D’EUROPA

Il termine solstizio viene dal latino, e indica che il sole si ferma: “Solis statio”. Infatti è il giorno dell’anno dalla giornata più lunga nell’emisfero settentrionale. Il Sole occupa uno spazio centrale in molte religioni antiche, dove la luce e il calore sono contrapposti alle tenebre e al freddo, alla morte temporanea dell’inverno, quando gli alberi perdono le foglio e paiono meri scheletri.

Un’eredità delle feste pagane del Solstizio è la festa cristiana di San Giovanni Battista. La notte di San Giovanni, nell’Appennino modenese si fa il tradizionale gioco delle ruzzole: vengono lanciate grandi ruote di legno accese, ornate di ghirlande. Anche sulle montagne del Friuli è tradizionale il lancio delle ruote avvolte di paglia e incendiate: sono le “cìdulis”. In Val Camonica si bruciava resina nelle località elevate, affinchè il fuoco fosse visibile anche da lontano. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usa oggi bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove oltre che mettere in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro.

I falò continuano la tradizione di antichi riti pagani legati al solstizio d estate; i rituali intorno al fuoco erano legati alla fertilità del raccolto, alla salute, alla buona sorte, a proteggere dai fulmini. In Norvegia e in Francia si dice che saltando in alto sopra i tizzoni nel giorno di San Giovanni, il raccolto crescerà tanto quanto in alto si riesce a saltare. In Bretagna, si festeggiava San Giovanni in una cappella a lui dedicata, dove i fedeli portavano ramoscelli di alberi, con i quali veniva acceso un grande fuoco, attorno al quale tutti danzavano e cantavano in cerchio. Tracce di culti solari si incontrano in tutto il mondo, dalla Polinesia all’Africa alle Americhe, e giungono fino ai nostri giorni: per gli eschimesi il Sole è la Vita mentre la Luna la Morte, in Indonesia il Sole si identifica con un uccello e con il potere del volo, tra le popolazioni africane primitive la pioggia è il seme fecondatore del dio Amma, il Sole, creatore della Terra. Per gli Inca, la cui massima fioritura si ha intorno al quindicesimo secolo, la divinità Inti è il Sole, sovrano della Terra, figlio di Viracocha, il creatore, e padre della sua personificazione umana, l’imperatore. Attorno a Cuzco, capitale dell’impero, sorgono i “Mojones”, torri usate come “mire” per stabilire i giorni degli equinozi e dei solstizi.

Sul Macchu Picchu, luogo sacro degli Inca, si può ancora vedere il “Torreon”, una pietra semicircolare incisa per osservazioni astronomiche, e l'”Intihuatana”, un orologio solare ricavato nella roccia. Per i Maya è il supremo regolatore delle attività umane, sulla base di un calendario nel quale confluiscono credenze religiose e osservazioni astronomiche per quell’epoca notevolmente precise. Tra gli indiani d’America il Sole è simbolo della potenza e della provvidenza divine. Presso gli Aztechi è assimilato a un giovane guerriero che muore ogni sera e ogni mattina risorge, sconfiggendo la Luna e le stelle.

Il culto degli antichi Egizi è dominato dal Sole, chiamato Horus o Kheper al mattino quando si leva, Ra quando è nel fulgore del meriggio e Atum quando tramonta. Eliopoli, la città del Sole, era il luogo sacro all’astro del giorno, il tempio di Abu Simbel, fatto costruire da Ramses II nel tredicesimo secolo avanti Cristo, era dedicato al culto del Sole. I primi e più attenti studi del movimento del Sole risalgono ai Babilonesi, subentrati ai Sumeri intorno al 2000 avanti Cristo, e si collegano alla loro complessa mitologia astrologica. Ancora più accurate furono le osservazioni dei Caldei, popolazione aramaica installatasi nel sud della Mesopotamia, dove rimase fin verso il 1000 avanti Cristo: furono i Caldei i migliori astronomi dell’antichità pre-ellenica.

La cosmologia babilonese ebbe due scuole ben differenziate, che facevano capo ai due santuari più importanti, quello di Eridu, sulla costa del Golfo Persico, e quello di Nippur, nella Mesopotamia settentrionale. Per i fedeli di Eridu l’acqua è il principio di tutte le cose, il fiume Oceano circonda il mondo e al di là di esso il dio Sole pasce i suoi armenti. Per i fedeli di Nippur al vertice della volta celeste c’è la “casa del Sole” da cui l’astro esce ogni mattina per una porta a oriente, rientrandovi a sera da una porta opposta.

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