Il New York Times celebra l’alimento e ne sfata i miti: “Sano non solo per i contenuti di omega-3, ma protegge anche dalle malattie neurodegenerative”
Il salmone è il pesce perfetto. L’apologia arriva dal New York Times, che oltre a elencare le proprietà di questo alimento, sfata pure diversi miti. Per esempio conferma che tutte le specie di salmone forniscono benefici preziosi per la salute, e non è necessario tormentarsi sulla selezione di un tipo piuttosto che un altro al momento dell’acquisto. Inoltre, secondo i ricercatori, tutti hanno un’impronta ambientale inferiore rispetto alla maggior parte delle altre fonti di proteine di origine animale. “L’attenzione è solitamente rivolta agli omega-3, ma è l’intero pacchetto delle sue proprietà che rende il salmone così sano”, afferma Matthew Sprague, docente dell’Istituto di acquacoltura dell’University of Stirling in Scozia.
Nello specifico contiene più omega-3 DHA ed EPA di quasi ogni altro alimento, a parte i pesci grassi come aringhe e sardine. “Il pesce in generale è uno dei pochi cibi animali che porta costantemente benefici per la salute, e il salmone è in cima alla mia lista quando devo dare un consiglio alle persone”, spiega da parte sua Dariush Mozaffarian, illustre docente e direttore del Food is Medicine Institute della Tufts University (Massachusetts): “Se vi piace il sapore… è davvero il pesce perfetto”. Mozaffarian sottolinea che gli omega-3 sono essenziali per lo sviluppo del cervello nelle prime fasi della vita, e prove emergenti suggeriscono che consumarli regolarmente può proteggere dal declino cognitivo legato all’età e dalle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Il corpo umano – continua – è in grado di produrre da solo DHA ed EPA, ma mangiare cibi ricchi di questi omega-3 può aiutare a garantire che il corpo e il cervello ottengano ciò di cui hanno bisogno.
L’American Heart Association, infatti, consiglia di mangiare una porzione da 85 grammi di pesce (in particolare pesce grasso, come il salmone) almeno due volte a settimana. E sebbene molti integratori contengano omega-3, ci sono prove che assumere questi grassi dai frutti di mare può essere meglio, anche perché nella loro carne sono presenti componenti che aiutano a prevenirne la degradazione durante la digestione. Scegliere quale tipo di salmone consumare, tuttavia, per molti non è così ovvio. I ricercatori hanno scoperto che il valore nutrizionale può variare a seconda della specie, e inoltre c’è la percezione dei consumatori che quello d’allevamento e quello selvaggio differiscano in termini di nutrienti e livelli di contaminanti, convinzioni che la scienza supporta in parte. “Ci sono così tante opzioni diverse che si può creare confusione”, chiosa la professoressa Stefanie Colombo della Dalhousie University (Nova Scotia, Canada). Da diversi studi, compreso il suo, è emerso però che “non c’è una grande differenza tra il salmone selvatico e quello d’allevamento” per quanto riguarda i benefici per la salute. E questa “è stata la scoperta principale del nostro lavoro”, racconta. Se due delle specie di salmone selvaggio più comunemente vendute – quello rosso e quello reale – sono in media le più ricche di nutrienti, allo stesso tempo il salmone atlantico d’allevamento ha livelli di omega-3 e proteine solo leggermente inferiori. Peraltro, le differenze tra i livelli di grassi sani o altre proprietà possono emergere a seconda di fattori come il tipo di mangime dato al salmone d’allevamento o il periodo dell’anno in cui viene catturato quello selvatico. “Ma tutto il salmone che abbiamo esaminato era molto nutriente”, dice Colombo.
E per quanto riguarda i contaminanti, ha riscontrato che la specie atlantica d’allevamento tende ad avere livelli di mercurio inferiori rispetto alle varietà pescate in natura. Lo stesso si può dire per i policlorobifenili (Pcb) e altri contaminanti che talvolta si ritrovano nei frutti di mare, e in ogni caso la ricerca ha scoperto che il salmone, sia selvatico che allevato, non contiene livelli dannosi di queste tossine. Per i consumatori preoccupati per l’impatto ambientale delle loro scelte alimentari, invece, la docente raccomanda di cercare pesci con certificazioni eco-label del Marine Stewardship Council (Msc) o Best Aquaculture Practices (Bap). In questo caso, assicura, “si dovrebbe avere più fiducia nel fatto che la sua provenienza è sostenibile ed etica”. Fonte: IL GUSTO, 17.01.2024