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Set 18 2018

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IL ROBOT IMPOLLINATORE CHE SI SOSTITUISCE ALLE API

BrambleBee, sviluppato dai ricercatori della West Virginia University, è in grado di imitare il comportamento di questi preziosi insetti sempe più minacciati e riconoscere i fiori da impollinare

Lo stato di salute delle api nel mondo è una delle principali preoccupazioni per chi ha a cuore l’ambiente. Uno degli insetti più importanti per l’equilibrio del nostro ecosistema è messo a dura prova dall’uso di alcuni pesticidi (per questo l’Europa sta lavorando per mettere al bando alcune sostanze) e dal cambiamento climatico, con le ondate di calore  che compromettono sia la produzione del miele sia la stessa impollinazione.

Invertire la rotta non è facile. E nel mondo della ricerca c’è chi sta lavorando a un piano B. Se le api non riusciranno più a fare il loro lavoro, ci penseranno i robot. Il primo è già stato creato negli Stati Uniti, si chiama BrambleBee ed è in grado di analizzare i fiori e impollinarli muovendosi in modo delicato, come una vera ape. Particolare non da poco, considerato che il robot in questione è più simile a un carrello elevatore che a un insetto.

Sviluppato da alcuni ricercatori della West Virginia University con il finanziamento del National Institute of Food and Agriculture, BrambleBee prende il nome dalla pianta di more perché sono proprio le more, insieme ai lamponi, che è in grado di impollinare. Perché queste piante? “Abbiamo discusso a lungo su quali piante avremmo dovuto scegliere per cominciare – spiega a National Geographic Italia Yu Gu, uno dei ricercatori della West Virginia University che hanno creato il robot – alla fine abbiamo scelto more e lamponi perché più semplici da identificare e impollinare per dimensioni e forma del fiore e potenziale economico”. In futuro, spiega Yu Gu, ci si potrebbe concentrare sulle mandorle, “ma in quel caso avremmo bisogno di un robot di dimensioni maggiori”.
L’altra limitazione, a quanto pare temporanea, è che Brumble Bee lavora solo in serra. Questo per evitare di confrontarsi con una grossa seccatura: il vento. “In un prossimo progetto potremmo lavorare a un robot che agisce in campo aperto, ma avremo bisogno di un braccio addizionale perché il robot tenga fermo il ramo mentre con l’altro impollina il fiore”.

Prima di passare all’azione BrambleBee fa una perlustrazione generale dell’ambiente in cui si trova per identificare le piante, i fiori e i percorsi più rapidi per raggiungerli, che “disegna” su una mappa. Grazie a una telecamera riesce a capire quali fiori hanno bisogno di essere impollinati e quali sono già stati impollinati. A questo punto il robot decide in che direzione muoversi per iniziare: la scelta cade verso l’area più vicina nella quale si trova la maggior concentrazione di fiori. La stessa logica seguita dalle api.

A quel punto entra in azione il braccio estensibile, che consente a BrambleBee di raggiungere i fiori e di “maneggiarli” con la maggior delicatezza possibile.

Ed è proprio grazie a questa precisione che, secondo i ricercatori, Bramble Bee potrebbe essere il primo di una serie di robot agricoli in grado di fertilizzare, raccogliere solo i frutti più maturi dai rami o verificare eventuali danni subiti dalle piante per l’attacco di un parassita o per il maltempo. Fonte: National Geographic Italia, Federico Formica, 17.09.2018

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