A sorpresa la nuova star del made in Italy all’estero nel 2015 è il Pecorino, che fa registrare il record storico nelle esportazioni con un balzo delle vendite del 17% sui mercati stranieri, dove i pastori conquistano nel 2015 lo scettro di migliori ambasciatori del prodotto nazionale. In particolare, il massimo storico delle esportazioni è stato messo a segno grazie alle straordinarie performance realizzate negli Stati Uniti (+20%) che sono il principale mercato di sbocco del pecorino italiano, ma risultati estremamente positivi si hanno anche in Europa con una crescita del 19% in Gran Bretagna e del 17% in Francia nonostante la storica rivalità. E un successo importante si registra anche in Giappone con un incremento delle vendite del 12%, mentre in Cina l’aumento è addirittura del 410% anche se le quantità sono ancora ridotte.
D’altro canto in Italia tornano a crescere le pecore, con 7,2 milioni di capi (200.000 in più di 5 anni fa, secondo la stima della Commissione Europea) e sempre più giovani si danno alla pastorizia, in una scelta di vita dove a preoccupare più della crisi in questo momento sono i ritardi e le inefficienze della burocrazia. Si tratta in gran parte di giovani che intendono dare continuità all’attività dei genitori, ma ci sono anche ingressi ex novo spinti dalla voglia di trovare una occupazione alternativa a contatto con la natura”. Con i giovani pastori tornano anche le antiche razze e sono ben 38 quelle salvate dall’estinzione dagli allevatori italiani sulla base dei dati dei Piani di Sviluppo Rurale della passata programmazione. Oggi nelle campagne italiane è possibile vedere una grande varietà, dalla rustica pecora Sarda alla pecora Sopravissana dall’ottima lana, dalla pecora Comisana con la caratteristica testa rossa a quella Massese dall’insolito manto nero, ma anche l’Appenninica, la Merinizzata, la Barbaresca siciliana e fino alla Bergamasca adatta alla transumanza che è la razza più grande al mondo, che rappresentano un patrimonio di biodiversità che arricchisce soprattutto le zone svantaggiate del Paese.
Slow Food ha contribuito non poco a salvare dall’estinzione alcune razze creando i Presìdi: gli Agnelli d’Alpago, di Zeri e Sambucano, le Pecore Altamurana e Vilnösser Brillenchaft dell’Alto Adige, la Razza Ovina Pomarancina.