“Il provvedimento è morto per questa legislatura. Caduto nell’acqua”. Il Parlamento europeo ieri ha respinto la proposta di legge che avrebbe obbligato gli agricoltori a dimezzare l’uso dei pesticidi. L’eurodeputata austriaca dei Verdi Sarah Wiener, relatrice del testo, ha commentato così, amareggiata, il risultato. La legislatura di Strasburgo è infatti agli sgoccioli e le prossime elezioni sono previste per giugno 2024. Nulla per parecchio tempo ancora è destinato a cambiare nei nostri campi.
Le reazioni
Il testo era arrivato in aula già pesantemente annacquato, soprattutto per l’accanimento del Ppe, il Partito popolare europeo: “A perdere è stato l’estremismo” il loro commento dopo il voto, condito da accuse contro le posizioni di Verdi e Socialisti, che avrebbe provocato una riduzione della produzione alimentare in Europa.
“No, a perdere è stato l’ambiente” gli fa eco Wiener. “E’ un duro colpo per la protezione della salute pubblica. Il profitto delle grandi aziende è stato anteposto alla salute dei nostri figli”.
A perdere un pezzo importante della sua architettura è soprattutto il Green Deal, la visione europea per l’ambiente. Il progetto di legge sui pesticidi era stato avanzato a giugno del 2022 dalla Commissione, insoddisfatta delle legislazioni in vigore, troppo timide e applicate a macchia di leopardo.
Il provvedimento
La bozza prevedeva di dimezzare da qui al 2030 l’uso dei prodotti fitosanitari chimici rispetto agli anni 2015-2017 e di vietarli del tutto in parchi, aree di gioco per bambini e scuole.
In parlamento il Ppe, gruppo conservatore detentore della maggioranza, aveva subito iniziato a smontare la sostanza del testo a colpi di emendamenti. I brandelli del progetto di legge sono stati bocciati ieri con 299 voti contro 207 (e 121 astensioni). Al parere contrario si sono uniti anche socialisti, verdi e destra radicale, insoddisfatti di un testo tanto rimaneggiato, definito mero “greenwashing”, o ambientalismo di facciata.
La legge sugli imballaggi
Sempre ieri l’europarlamento ha approvato un provvedimento per ridurre l’uso degli imballaggi di plastica in Europa, ma in una versione molto blanda ed edulcorata rispetto al testo iniziale: meno 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040.
Ad annacquare il testo ha contribuito l’Italia, Pd incluso, sostenendo la strategia del riciclo (più diffuso da noi che in altri paesi europei) a quella della riduzione della produzione.
“Ha vinto il realismo” ha commentato a fine giornata il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. A lui si è unito il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo: “Il buonsenso ha prevalso sulle prese di posizioni ideologiche”. Per la Lega la norma sui pesticidi avrebbe “pregiudicato l’esistenza di alcune filiere simbolo del made in Italy”.
Solo una settimana fa gli stati membri non erano riusciti a prendere una decisione sulla regolamentazione del glifosato, un diserbante chimici molto diffuso. Il mancato accordo aveva portato al rinnovo automatico per altri 10 anni dell’autorizzazione al suo utilizzo in Europa.
“Segnali inquietanti per l’ambiente”
“Segnali inquietanti” commentano i deputati di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. “Soprattutto in un momento storico in cui l’urgenza di agire per il clima non è mai stata così evidente, a dispetto dei climafreghisti”.
“Nel 2020 in piena pandemia – ricorda la presidente di Federbio Maria Grazia Mammuccini – l’Europa aveva avuto il coraggio di lanciare il Green Deal e la sua applicazione all’agricoltura, la strategia Farm to Fork, che prevede la riduzione del 50% dei pesticidi e il raggiungimento del 25% di superficie agricola coltivata a biologico da qui al 2030. Oggi questo approccio viene di fatto rinnegato”. Da LaRepubblica del 23-11-2023 di Elena Dusi