Lo studio di 100 scienziati francesi. Un autorevole studio francese rivede al rialzo le previsioni sul riscaldamento globale nel 2100. Nello scenario peggiore, si potrebbe arrivare a 7 gradi.
La crisi climatica potrebbe essere ben peggiore di quanto immaginato fino ad ora. Sulla base della traiettoria attuale, infatti, qualora dovesse attuarsi lo scenario peggiore – ovvero quello di una crescita economica che continuerebbe ad essere alimentata dalle energie fossili – l’aumento della temperatura media globale alla fine del secolo potrebbe arrivare fino a 7 gradi centigradi. Paula Bronstein/Getty Images
Solo lo scenario più ottimista limita il riscaldamento globale a 2 gradi
Non solo: di tutti gli scenari possibili, soltanto uno, quello più ottimista, permetterebbe di centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ovvero rimanere ad un massimo di 2 gradi centigradi, nel 2100, rispetto ai livelli pre-industriali. E ciò «soltanto se verranno effettuati enormi sforzi di attenuazione dei cambiamenti climatici».
A spiegarlo è un autorevole studio francese, effettuato da un centinaio di ricercatori (climatologi, oceanografi, glaciologi, specialisti di atmosfera, vegetazione e suolo, nonché esperti di calcolo intensivo) del Consiglio nazionale della ricerca scientifica (Cnrs), del Centro per l’energia atomica e le energie alternative (Cea) e del servizio meteorologico Météo France.
Per ottenere i dati, è stato necessario trattare una mole impressionante di dati, pari a 20 petabyte (milioni di gigabyte). Che sono stati elaborati da supercalcolatori che hanno lavorato senza sosta, notte e giorno, per 500 milioni di ore. Il rapporto – i cui risultati saranno integrati nel sesto rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) previsto per il 2021-2022 – rappresenta dunque un ulteriore campanello d’allarme per la comunità internazionale.
Castellari (Ingv): “Si conferma che occorre ridurre subito e drasticamente le emissioni“
“Ad oggi – spiega a Lifegate.it Sergio Castellari, esperto dell’Ingv distaccato presso l’Agenzia europea per l’ambiente – i modelli climatici hanno evidenziato un aumento della temperatura media globale entro la fine del secolo rispetto ai valori del periodo 1986-2005 tra 0,3 e 1,7 gradi centigradi per lo scenario di mitigazione con riduzione molto elevate di emissioni di gas ad effetto serra, e tra 2,6 e 4.8 gradi per lo scenario ad alte emissioni, il cosiddetto “business as usual”. Questo nuovo studio alza il massimo del range di crescita della temperatura media globale a 6-7 gradi con lo scenario peggiore. Solo con lo scenario migliore (caratterizzato da una forte cooperazione internazionale e dando priorità allo sviluppo sostenibile) l’analisi afferma che si può rimanere sotto l’obiettivo di 2 gradi di riscaldamento globale rispetto ai livelli pre-industriali».
Un cambiamento drastico nei sistemi di produzione, di trasporto e nelle abitudini dell’umanità intera è imprescindibile se si vuole scongiurare la catastrofe climatica. © Kevin Frayer/Getty Images
Ciò, prosegue lo scienziato, «conferma che solo con una rapida e drastica riduzione delle emissioni globali di gas ad effetto serra, come evidenziato dall’ultimo rapporto speciale dell’Ipcc pubblicato nel 2018, si può rimanere al di sotto dei 2 gradi (meglio sarebbe fermarsi ad 1,5), sempre rispetto ai livelli pre-industriali. Ed evitare effetti devastanti sulla nostra società e sui servizi ecosistemici e la biodiversità”.
Caldo estremo e oceano Artico senza ghiacci
«Le differenze – spiegano i ricercatori – potrebbero essere spiegato da un aumento della presenza di gas ad effetto serra di origine antropica nell’atmosfera, rispetto ai dati che furono analizzati nel corso delle simulazioni precedenti». Ma il peggioramento delle stime è dipeso anche «da un miglioramento apportato ai modelli climatici rispetto all’esercizio di alcuni anni fa. La risoluzione spaziale è più fine, mentre la modellizzazione dei differenti settori (oceani, atmosfera, superfici continentali, ghiacci…) è più precisa».
Gli scienziati francesi, inoltre, sottolineano che gli episodi di caldo estremo diventeranno sempre più frequenti nei prossimi decenni. Basandosi sull’anno 2003, nel corso della cui estate si verificò un episodio canicolare lunghissimo, gli esperti indicano che ci sarà il 40 per cento di possibilità di andare incontro ad ondate peggiori di quella. Quota che salirà al 70 per cento alla fine dagli anni Cinquanta e al 90 per cento a partire dagli anni Settanta.
Infine, lo studio evidenzia le conseguenze drammatiche che si potrebbero verificare per i ghiacci artici. Nelle ipotesi più negative, non è escluso che l’Artico possa perdere totalmente la propria calotta, durante le estati. E ciò a partire già dal 2080. Fonte: Lifegate, Andrea Barolini, 19.09.2019