Perde l’1,7% delle bottiglie vendute, tra Gilets Jaune e Brexit. Aspettando i dati ufficiali, il co-presidente del Comité Champagne, Jean-Marie Barillère, anticipa il tonfo inaspettato
Inaspettato, e ancora tutto da confermare, arriva il tonfo dello Champagne, che nelle stime fatte dal co-presidente del Comité Champagne, Jean-Marie Barillère, al magazine britannico “The Drinks Business”, ha parlato di spedizioni in calo dell’1,7% nel 2018, per un totale di 302 milioni di bottiglie vendute, in Francia e all’estero, contro le 307,3 milioni del 2017, ma si tratta di previsioni che, secondo molti, potrebbero rivelarsi persino ottimistiche. È stato sottovalutato, in questi ultimi mesi, l’impatto delle proteste dei Gilets Jaunes, che nelle settimane che hano preceduto il Natale hanno messo a ferro e fuoco Parigi e le altre grandi città del Paese, frenando i consumi. Nelle ultime sei settimane dell’anno, infatti, si concentra una quota fondamentale degli acquisti di Champagne, e con la chiusura, nei fine settimana, di interi quartieri dello shopping, le vendite ne hanno risentito. Così come dei blocchi stradali che hanno interessato buona parte del Paese, creando un clima di tensione ed incertezza che ha fatto sì che i consumi secondari, compreso lo Champagne, subissero un vero e proprio crollo. L’incertezza, in soldoni, pare essere il vero freno agli acquisti, e lo dimostra l’altro grande “malato”, la Gran Bretagna, storico mercato d’elezione dello Champagne, dove le spedizioni sono previste in consistente calo. Infine, l’ultima dinamica sottolineata da Barillère, riguarda l’andamento degli acquisti, che nei mercati più maturi, a partire proprio da Francia, Uk e Usa, vede la crisi dello Champagne a basso prezzo, quello da 12 euro a bottiglia, e una leggera crescita invece delle bottiglie più prestigiose. Perciò, nonostante i volumi in calo, con il peggior risultato dal 2009, il giro d’affari dovrebbe confermarsi sui livelli del 2017, quando generò qualcosa come 4,9 miliardi di euro. Fonte: WineNews, 29.301.2019