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Gen 12 2021

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IL BUCO DELL’OZONO SOPRA L’ANTARTIDE SI È CHIUSO

Il buco dell’ozono che si era sviluppato sopra l’Antartide a partire da agosto è stato uno dei più ampi e tenaci di sempre.

Il buco dell’ozono presente al di sopra dell’Antartico si è chiuso alla fine di dicembre. Ad annunciarlo è stata l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), secondo la quale la buona dinamica è stata però possibile grazie grazie ad una serie di circostanze meteorologiche favorevoli. Nonostante nell’atmosfera siano ancora presenti sostanze che distruggono l’ozono.

A settembre del 2020 il buco dell’ozono misurava 24,8 km quadrati

Lo stesso organismo delle Nazioni Unite, infatti, ha ricordato che il buco sopra l’Antartico a partire dalla metà di agosto dello scorso anno aveva cominciato ad allargarsi rapidamente. Ed era arrivato a un’estensione di 24,8 chilometri quadrati al picco massimo, raggiunto il 20 settembre.

Si è trattato di uno dei più grandi buchi mai registrati negli ultimi 40 anni, ovvero da quando lo strato di ozono ha cominciato ad essere monitorato con regolarità. Al contempo, è stato anche uno dei più tenaci, grazie ad un vortice polare stabile e a temperature molto basse nella stratosfera. Esattamente come era accaduto nel corso del 2020 al buco dell’ozono da record che era stato registrato al di sopra del Polo Nord.

L’andamento del buco dell’ozono al di sopra dell’Antartide nel corso della seconda metà del 2020 © Omm

 “Occorre un’azione internazionale continua”

La chiusura rappresenta un’ottima notizia per il Pianeta, dal momento lo strato di ozono, situato ad un’altitudine compresa tra 10 e 40 chilometri, ci protegge dagli effetti nocivi dei raggi ultravioletti provenienti dal sole. Nel 2019, il fenomeno era stato decisamente meno ampio: “Le ultime due stagioni del buco dell’ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità”, ha affermato Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull’ambiente atmosferico dell’Omm.

“Abbiamo bisogno di un’azione internazionale continua – ha aggiunto – per continuare ad applicare il protocollo di Montreal”. Quest’ultimo fu firmato nel 1987, e ha rappresentato uno dei primi successi congiunti, da parte dei governi, in tema di tutela dell’ambiente. Fonte: LIFEGATE, Andrea Barolini, 12.01.2021

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