Secondo i dati di PitchBook, nel mondo investiti nell’indoor farming 2,71 miliardi in un anno: molte iniziative anche in Italia
Coltivazioni idroponiche Planet Farms
Si rafforza sia in Italia che a livello globale l’agricoltura fuori suolo, ovvero idroponica, aeroponica e acquaponica con coltura sviluppate prevalentemente in vaso. Coltivazioni su vasta scala, soprattutto all’estero, ma anche di piccola dimensione, secondo i dati di PitchBook, società di analisi del mercato degli investimenti in innovazione, ha raggiunto un giro d’affari di 4 miliardi di dollari.
Le stime sono effettuate tenendo conto delle apparecchiature, del lavoro e dei materiali necessari che sono soprattutto sementi, concimi e substrati. Un settore che – secondo le stime – sta crescendo al ritmo del 25% l’anno. Secondo i dati di PitchBook, nel 2020, in piena pandemia, sono stati investiti nell’indoor farming 1,86 miliardi di dollari. La tendenza ha accelerato nel 2021: nel periodo agosto 2020-agosto 2021, gli investimenti hanno totalizzato 2,71 miliardi.
La vivacità del mercato è confermata anche riguardo agli investimenti di minore dimensione come emerso dalla survey mondiale sui coltivatori indoor, curata dalla società di consulenza Agritecture, che verrà presentata a NovelFarm 2022, manifestazione dedicata al settore in programma alla fiera di Pordenone per il terzo anno il 25 e 26 maggio.
Il comparto è vivace anche in Italia dove sono operative diverse vertical farm, da Planet Farms, una delle più grandi in Europa alle porte di Milano, agli impianti aeroponici di Agricooltur, Fattoria di Pol e FruitHydroSinni, ai veterani milanesi di Agricola Moderna fino all’impianto in costruzione a Capriolo, in provincia di Brescia, ad opera della pordenonese Zero, che utilizza un edificio già esistente.
E in Italia qualcosa si sta muovendo anche sotto il profilo normativo. A ottobre la Lombardia ha riconosciuto con una legge regionale, votata all’unanimità, la natura giuridicamente agricola delle vertical farm, anche realizzate in ambito urbano e in edifici esistenti. Anche altre regioni sedi di importanti distretti di coltivazioni in ambiente controllato come le serre stanno pensando di seguire l’apripista Lombardia.
Ad esempio in Campania, nella piana del Sele che conta circa 3mila le aziende specializzate in coltivazioni in serra cresce il numero di quelle dedite all’agricoltura idroponica. E qualcosa di analogo sta crescendo anche in Veneto e Marche. Intanto a Roma, a fine ottobre, è stata definita una bozza di decreto interministeriale che recepisce una direttiva europea che regolamenta un settore di mercato specifico che interessa la vertical farm, quello della IV gamma. Tra i pochi elementi trapelati la bozza di provvedimento prevede un segmento di prodotti di “IV gamma” da vertical farming che dovranno essere etichettati diversamente da quelli convenzionali. Fonte: Il Sole 24 Ore, G.d.O., 27.01.2022