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Giu 06 2013

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I PENDOLARI DEL BUONGUSTO IN VALTELLINA

Una giornata soleggiata, quella di sabato.

Nove amanti della buona tavola si sono trovati in quel di Morbegno, per una giornata dedicata alla ricerca di saperi e sapori di montagna, di “quel” preciso pezzo di montagna.

Si sta parlando della sponda Valtellinese delle Orobie, dove viene prodotto il pregiato formaggio Bitto.

Ore 10.30. Eccoci alla bottega storica dei F.lli Ciapponi, dove incontriamo l’ottantaduenne Dario, il secondo dei due fratelli che si sono dedicati al commercio di derrate alimentari. Molte le prelibatezze che si possono acquistare. Dario ci accompagna nelle vecchie cantine scavate nella roccia, ben dodici, dove vengono conservate migliaia di bottiglie di vino selezionate e i formaggi di cui Dario parla con tanta passione e abbondante competenza. Il tutto condito da umile semplicità. Le cantine rappresentano il cuore della bottega, locali in grado di mantenere temperature e umidità diverse in relazione alla loro disposizione e profondità, ma costanti nel tempo e nelle diverse stagioni dell’anno. L’ora si fa quella giusta per un piccolo aperitivo a base di bresaola, salame, formaggio bitto e casera. Il tutto accompagnato da un Valtellina superiore 2009 – selezione F.lli Ciapponi.

Un negozio dall’animo affascinante, in cui è possibile acquistare vari generi alimentari di qualità, dai vini, all’olio, alle confetture e conserve, al pane di segale, ai formaggi e salumi, e così via.

Ore 13.00. La fame inizia a farsi sentire, ci dirigiamo verso l’Osteria del Crotto, dove incontriamo Maurizio, oste e cuoco, che ci ha preparato un menu a base di prodotti locali. Per iniziare il violino di capra del presidio Slow Food con caprino alle erbe, poi delle tagliatelle di grano saraceno, sempre del presidio Slow Food e patate con parùc e speck; di secondo ci ha servito l’agnello al forno e, per finire dolcemente, un parfais alla grappa con scaglie di cioccolato. Il tutto innaffiato da un vino particolare non tanto per la sua qualità, bensì per il suo significato: “Insieme” ,  un’intelligente promozione del territorio. Nasce da un’iniziativa del Consorzio di Tutela, è un “Rosso di Valtellina DOC” imbottigliato dallo stesso Consorzio per il consumo locale, come vino da mescita nei bar e nella ristorazione, al fine di ridurre l’inutile consumo (al fine della valorizzazione del territorio) di vini non locali.

Ore 15.00. Dopo il copioso pranzo, ci dirigiamo verso Gerola alta, per visitare il Tempio del Bitto, vero fulcro di resistenza casearia, per garantire la tutela del Bitto Storico, presidio Slow Food, prodotto da 14 alpeggiatori ubicati tra la provincia di Sondrio, Lecco e Bergamo. Simile a una galleria d’arte, le forme sono esposte come delle vere opere. In realtà, forme di bitto di diverse annate e già vendute sono ancora lì, per continuare il lungo affinamento a cui può essere sottoposta questa interessante produzione casearia. E qui, l’ennesimo interessante assaggio, una verticale di Bitto  proposta da Paolo Ciapparelli e accompagnata dai vini locali, a partire dal Valtellina superiore Fracia di Nino Negri, al Vigneto Fracia, sempre dello stesso produttore, per poi dedicarci allo Sfursat di Balgera , per celebrare al meglio l’ultimo assaggio, il Bitto affinato e stagionato per 10 anni.

Sono le 18.00. E’ ora di rincasare, portando con noi un soffio del grande carico culturale che le persone incontrate, attraverso le loro parole e i loro prodotti, ci hanno gentilmente regalato. Lara Abrati

le immagini

 

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