Ricerca Ismea: il 18% degli under 25 non ne ha mai bevuto, ad altrettanti non piace, e gli altri lo bevono sporadicamente
Il vino, in Italia, è un must, un elemento proprio del patrimonio culturale, della quotidianità di milioni di famiglie, dello stare a tavola. Eppure, nel tempo, niente è immutabile, e se il futuro sono, ovviamente, i più giovani, il settore, che è uno dei più importanti a livello economico, sociale ed ambientale del Belpaese, deve investirci di più. Perchè il quadro, se si parla del rapporto tra i giovani ed il nettare di Bacco, non è brutto, ma neanche bellissimo.
Secondo i dati Istat del 2018, riportati da “I Numeri del Vino”, per esempio, emerge che a consumare vino è il 35% dei 18-19enni, ed il 48% dei 20-24enni, su una media nazionale del 54,1% della popolazione.
Ma, secondo un’indagine Ismea, su 3.300 consumatori, che sarà presentata a Vinitaly (che, nei giorni scorsi, ha confermato il regolare svolgimento, dal 19 al 22 aprile, ndr), come ha commentato, nei giorni scorsi, dal direttore Fabio Del Bravo, emerge un dato a suo modo critico: fino ai 25 anni, il 18% dei giovani (quasi 1 su 2) non ha mai bevuto vino, ed una percentuale identica dice di averlo assaggiato, ma che, cosa forse peggiore non gli piace. Il restante 64%, poi, dice di bere vino, ma molto sporadicamente.
Con il vino, dunque, che almeno tra i più giovani, sembra sempre meno parte di una quotidianità e di un costume alimentare che, evidentemente, sta cambiando. E di cui si dovrà tenere conto per il futuro. Fonte: WineNews, 28.02.2020