Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia: “Una scelta coraggiosa in difesa di un approccio sostenibile alla viticoltura”. Sabato a Milano oltre mille vini in degustazione per la presentazione del volume
Porta chiusa per le cantine che usano il diserbo chimico: nella guida finiscono solo le cantine che rispettano la terra al cento per cento e non usano questa pratica. È una presa di posizione forte quella della Guida Slow Wine 2025, che sarà presentata sabato 19 ottobre a Milano. Un volume che racchiude 1185 cantine che praticano agricoltura biologica/biodinamica certificata o sono in conversione, 144 novità, 245 Chiocciole – le cantine buone, pulite e giuste -, 183 Bottiglie, per le aziende i cui vini esprimono un’eccellente qualità organolettica, oltre a 177 locali del Bere Slow, 448 cantine che offrono ospitalità e 488 che offrono ristoro.
“Abbiamo voluto non recensire le aziende che utilizzano il diserbo chimico – spiega Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia – Una scelta coraggiosa e fortemente politica, in linea con quanto Slow Food sostiene da tempo in difesa di un approccio sostenibile alla viticoltura. Una decisione che allinea i progetti intorno ai valori del Manifesto del vino buono, pulito e giusto, come la Slow Wine Coalition e la Slow Wine Fair. Slow Food parla di vino con una sola voce, per mettere al centro il tema della viticoltura come strumento di tutela del suolo e della biodiversità. Che bandisce la chimica di sintesi e valorizza chi adotta metodi di produzione che rispettano i cicli naturali e salvaguardano le risorse come l’acqua, il suolo, la materia organica e l’aria. Che rispetta l’ambiente, la salute dei consumatori e la bellezza del paesaggio. Per un futuro che inizia dalle nostre scelte”.
Una scelta politica e anche fortemente orientata al futuro e alla tutela dell’ambiente. Il perché lo spiega il curatore della guida, Giancarlo Gariglio, nella prefazione del volume: “Il diserbo chimico è una delle pratiche agronomiche più dannose per l’ecosistema-vigna, essendo causa di un profondo impoverimento della biodiversità nel sottosuolo. Per questo motivo, dall’edizione 2025 l’assenza di tale pratica è un prerequisito necessario per essere recensiti in guida. Si tratta di una scelta in linea con quanto Slow Food sostiene da tempo rispetto al tema e con il Manifesto per il vino buono, pulito e giusto. Siamo profondamente convinti che il futuro debba andare verso un rapporto più armonico con la natura, trasformandoci da sfruttatori di risorse in custodi responsabili dell’ambiente in cui viviamo”.
Il problema è legato anche al fatto che molte zone, anche poco vocate, sono state adibite alla coltivazione della vite, e questo ha creato forti difficoltà nel metodo di coltivazione. “Si è piantato troppo e anche in zone non vocate – prosegue Gariglio – Proprio questa tendenza obbliga all’uso di prodotti di sintesi per difendersi dalle malattie fungine, mentre nei territori più adatti alla viticoltura i risultati del biologico sono molto più confortanti. Pertanto, è più giusto affermare che se si propone un modello industriale e produttivistico della coltivazione di uva è sconsigliato il biologico, al contrario se si preferisce produrre vini di alta qualità e artigianali allora rame e zolfo, uniti a un’agronomia di precisione, sono prodotti eccezionali. Visto che il vino non è un prodotto essenziale per la vita dell’uomo, direi che sia decisamente meglio se lo realizziamo con maggior cura, più buono e con un minor impatto ambientale e non piantiamo uva dappertutto solo per mera speculazione finanziaria, per ritrovarci poi a dire che il biologico non funziona”.
Per saggiare la qualità dei vini selezionati dalla guida e conoscere quindi da vicino le cantine presenti nel volume, l’opportunità arriva sabato, dalle 14 alle 20, al Superstudio Maxi di Milano, dove sarà possibile entrare in contatto con 500 delle 2000 cantine totali recensite e provare oltre mille vini (in tutto la squadra Slow Wine ne ha testati 25.700), in una ricchissima degustazione aperta al pubblico.
I 100 anni della biodinamica. Giovanni Buccheri (Demeter): “Ora le persone sono più pronte al cambiamento“
La mattina di sabato invece, spazio al dibattito, alle 10, nel convegno “Il mercato chiede vini di pronta beva, ma il clima la pensa diversamente” con Jeff Porter, sommelier e giornalista, e Luca Sarais, enotecario di Cantine Isola. Tema attualissimo. Il mondo Slow Wine si chiede come sia possibile accontentare i wine lover e il mercato che richiedono vini meno alcolici e di pronta beva, quando la crisi climatica che incide sulle uve, e quindi sui vini, sta andando in un’altra direzione. Come, dunque, i vignaioli possono realizzare vini contemporanei senza snaturare il territorio e i vitigni da cui ricavano le proprie bottiglie? Nel confronto si cercherà di rispondere a questi interrogativi.
Al termine dell’incontro, ci sarà la consegna dei premi speciali della guida Slow Wine 2025: al Giovane Vignaiolo, per la Viticoltura Sostenibile, alla Carriera, alla Novità dell’anno, per l’Accoglienza in cantina e Slow Wine Coalition alla solidarietà, e, novità di quest’anno, per la Vitalità del suolo.
Il costo del biglietto d’ingresso alla degustazione di Slow Wine, acquistabile sul sito di Slow Food, è di 49 euro (39 euro per i soci Slow Food e i soci Fisar) e comprende la degustazione e una copia della guida Slow Wine 2025. Fonte: IL GUSTO, Lara Loreti, 17.10.2024