Nel 2018 in Italia un allarme alimentare al giorno. I numeri elaborati dal sistema di allerta rapido, commentati dalla Coldiretti: ogni anno contaminate 600 milioni di persone nel mondo.
Quello dell’alimentare è uno dei settori più dinamici e floridi ma, come spesso, ha anche un lato “oscuro”, fatto di allarmi alimentari, contaminazioni di batteri, virus, parassiti e sostanze chimiche. I numeri elaborati dal sistema di allerta rapido (Rassf), in occasione della prima Giornata Mondiale Onu della Salubrità Alimentare, oggi, promossa da Fao-Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, e Oms-Organizzazione mondiale della sanità, a livello mondiale, rivelano che nel 2018 in Italia è scoppiato più di un allarme alimentare al giorno, per un totale di ben 399 notifiche inviate all’Unione europea durante l’anno. Ogni anno circa una persona su 10 nel mondo (per un totale stimato di 600 milioni) si ammala e 420.000 persone muoiono dopo aver mangiato cibo contaminato da batteri, virus, parassiti e sostanze chimiche.
Un’emergenza che non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi. I maggiori pericoli in Italia durante lo scorso anno sono arrivati, precisa, da ben 44 casi di presenza negli alimenti di aflatossine cancerogene oltre i limiti, che hanno riguardato soprattutto nocciole dalla Turchia e dall’Azerbaijan e le arachidi dall’Egitto, ma anche la contaminazione da salmonella, rinvenuta tra l’altro nel pollo dalla Polonia, e da 35 casi di contenuto eccessivo di mercurio principalmente nel pesce dalla Spagna. In Italia sul totale dei 399 allarmi che si sono verificati nel 2018, continua la Coldiretti, solo 70, cioè il 17%, hanno riguardato prodotti con origine nazionale: 194 provenivano da altri stati dell’Unione Europea, per il 49%, e 135 da Paesi extracomunitari, per un totale pari al 34%. Quindi, oltre 4 prodotti su 5 pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero, l’83% del totale. Il motivo è spiegato dalla relazione della Corte dei Conti Europea del 15 gennaio scorso sui “pericoli negli alimenti che consumiamo”, in cui si parla di tolleranze all’importazione e si chiede alla Commissione Europea di spiegare “quali misure intende adottare” per mantenere lo stesso livello di garanzia per gli alimenti importati rispetto a quelli prodotti nella Ue”. Infatti, come ricorda Coldiretti, i prodotti extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy. Fonte: WineNews, 07.06.2019