A casa arriveranno chef, sommelier e barmen, menù personalizzati e non solo. Le case history Da Vittorio, Ristorante del Cambio e non solo
Neanche il tempo di esplodere definitivamente, per la crisi del Coronavirus, che il food delivery è già pronto ad evolversi. Non più un servizio aggiuntivo, bensì un punto di forza per ristoranti, pizzerie e bistrot – gli ultimi esercizi che potranno riaprire al termine dell’emergenza sanitaria – che, a chi è consentito, va ricordato, permette tanto di sostenersi quanto di mantenere costante il contatto con la propria clientela. Una soluzione destinata ancora a crescere, tra modalità d’asporto strettamente regolamentate e norme di distanziamento in fase di finalizzazione, ma anche con offerte sempre più articolate che non dimenticano il côté esperienziale. Per continuare a portare sulle tavole degli italiani l’eccellenza gastronomica e il fascino del Made in Italy.
“Nel mondo della ristorazione e del food c’è un prima e un dopo Covid-19: uno spartiacque che ha portato gli operatori di settore a riflettere sia sul presente che sul futuro del comparto – spiega Vittoria Veronesi, direttore del Master in Food & Beverage dell’Università Bocconi di Milano – adattando il proprio business in base alle esigenze e alle modalità di consumo emerse a seguito dell’emergenza. In questo senso l’home delivery è e continuerà a essere un driver di sviluppo fondamentale per la ristorazione, che non diminuirà con le riaperture, ma che affiancherà ancora l’attività all’interno dei locali. Questo renderà il mercato ancora più competitivo: per differenziarsi, sarà necessario da parte dei ristoratori arricchire il delivery con aspetti esperienziali unici, soprattutto per i “top di gamma”. Tipologia di offerta, servizio pre e post vendita, packaging, modalità di pagamento rappresentano un segno di continuità rispetto al posizionamento del brand, un’attenzione al dettaglio che “coccola” il cliente al tavolo di casa, che lo fa sentire come se fosse al ristorante. Una cura che si riflette anche sulle modalità di consumo del cliente, invogliandolo a indossare un bell’abito o preparare una mise en place più sofisticata e gioiosa. In attesa di poter ritornare a quei rituali di convivialità reale, seduti alla tavola di un buon ristorante”.
Di esempi, proprio nel giorno in cui uno chef come Enrico Crippa, tre stelle con il Piazza Duomo di Alba, ha annunciato di aver lanciato un servizio a domicilio con alcuni dei piatti icona della Piola, la trattoria gourmet che sta sotto al Piazza Duomo ad Alba (sempre in partnership con la famiglia Ceretto, ndr), non ne mancano. Nella martoriata Bergamo, Il ristorante Da Vittorio, altro tre stelle Michelin, di proprietà della famiglia Cerea, attivo con la sua offerta gastronomica tristellata con Da Vittorio At Home sin dall’inizio di marzo, arricchisce l’offerta con la carta dei vini, per il perfetto winepairing col proprio menù. Da Vittorio, forte del proprio indiscusso know-how nel campo della ristorazione esterna, sta vagliando la possibilità di mettere a disposizione, per le occasioni speciali, anche cuoco e camerieri, sommelier e barmen (nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie previste). Spiegano i componenti della famiglia: “noi cerchiamo di essere vicini ai nostri clienti come possiamo e abbiamo seguito le loro richieste e desideri fin dall’inizio dell’emergenza, con la volontà di mantenere vivo il legame profondo che ci lega a loro. E i nostri ospiti l’hanno apprezzato molto”. Ogni settimana, oltre a quello speciale sempre nuovo, tre diversi menù (pesce, carne, vegetariano) da 4 portate ciascuno. A completare la proposta, uno snack di benvenuto, un cestino del pane homemade e dolcezze finali. Accanto a Da Vittorio At Home resta attivo anche il servizio delivery gift Da Vittorio Selection, con signature dishes di casa Cerea come i mitici Paccheri alla Vittorio.
A Torino, allo storico ristorante Del Cambio guidato da Matteo Baronetto, si stanno studiando nuovi format che possano arricchire l’esperienza di degustazione, nell’ottica della personalizzazione, ricreando la magica atmosfera del gioiello risorgimentale torinese: ricette storiche e piatti iconici, o signature cocktail in perfetto stile Bar Cavour. Lo chef Matteo Baronetto e la brigata di cucina di Del Cambio sono operativi, attraverso Farmacia Del Cambio, con il servizio di consegna a domicilio. Un modo non solo per mantenere vivo il piacere della degustazione, ma anche per sostenere le tante piccole imprese locali che riforniscono con materie prime di qualità la cucina di Piazza Carignano. È possibile scegliere tra antipasti, primi, secondi, pasticceria, aperitivo e selezioni di vini dalla ricchissima Cantina di Del Cambio. “È grazie ai miei ragazzi – la brigata di cucina e di pasticceria e il personale di sala – che Del Cambio riesce a esprimere la sua bellezza e unicità” spiega Matteo Baronetto. “Ed è anche grazie ai piccoli produttori locali che possiamo garantire da sempre la qualità e la sostenibilità della nostra cucina. Tornare al lavoro ci permette di aiutare queste realtà imprenditoriali a riattivare la catena operativa e di continuare a restare vicini alla nostra clientela”.
A Milano, è il Bioesserì Porta Nuova punta sul servizio di delivery per continuare a gustare a casa pizze e focacce in abbinamento alle bevande. Dalle classiche fino alle gourmet, arricchite di ingredienti sfiziosi e golosi, il cliente potrà scegliere 10 pizze in carta. Con i locali del Gruppo chiusi, il delivery è una nuova opportunità per il Brand per non fermarsi ed esplorare più in profondità questa area di business, garantendo un’esperienza di qualità anche a casa. Un’iniziativa che nasce dall’input degli stessi clienti, che sentivano la mancanza della pizza. “Usavamo il servizio di delivery prima del Covid 19 e abbiamo deciso di continuare a farlo in questo periodo così difficile. Il delivery ci consente di continuare a stare in contatto con le persone che ci seguono ma anche con chi non è un nostro fedele cliente. Sul menu di Deliveroo abbiamo inserito anche le etichette dei nostri migliori vini” afferma Vittorio Borgia fondatore del Gruppo. “Stiamo poi sviluppando il nostro servizio di consegna a domicilio. A breve sarà possibile ordinare direttamente dal sito, non solo la pizza, ma anche i piatti del menu. Inizialmente ci muoveremo in un raggio massimo di 1km e dove non arriviamo noi, ci sarà sempre Deliveroo. Ci sembra un’ottima idea per poter andare incontro anche alla business community che può creare il proprio personalissimo lunch bag” conclude Vittorio Borgia.
Ancora a Milano, il ristorante Lucca lancia il suo servizio di delivery con accompagnamento musicale: per ogni ordine e alla ricezione del pagamento, il cliente riceve una traccia esclusiva su whatsapp, creata dalla dj Disway, Manuela Littardi. Un link privato, che contiene una composizione musicale della durata di 30 minuti, adatta ad accompagnare un pranzo, una cena o un dopo cena. Da quasi un secolo nel cuore del capoluogo meneghino, Lucca offre ai suoi clienti un menù composto da tanti piatti della cucina toscana. La specialità è la pasta fresca fatta in casa, i Pici, arricchiti da gustose salse, dalla cacio e pepe alla guanciale pecorino e pomodorini, ma anche ravioli al tartufo, crostoni toscani con paté di fegatini, insalatone, per arrivare ai dolci come cantuccini e Tiramisù. Il Lucca apre anche la propria gastronomia e vendita al dettaglio: dall’olio EVO Bonifazi, ai diversi tagli di carne, al salame piccante, affettati e Hamburger caserecci. Disponibile anche una ricca selezione di vini. “L’idea nasce perché per un periodo come questo anche la musica può essere una buona compagnia e rendere più piacevole il momento della cena” dice Tullio Treffilletti, titolare del Ristorante Lucca. “Ripartiamo con una nuova avventura, con la certezza di poter portare anche nelle case quella qualità che ci distingue sin dal 1922, anno della nostra nascita e che ci ha permesso di essere tra i ristoranti più longevi di Milano”.
Ancora, la pizza, si sa, è la più amata degli italiani, da sempre la più consegnata nelle loro case: Mirko Petracci, alla guida de La Scaletta ad Ascoli Piceno e tra gli interpreti più ispirati della nouvelle vague della pizza in Italia, vuole arricchire la propria offerta di delivery (attiva tutti i giorni, con consegna a partire dalle 19.00 e fino alle 22.00) e, nell’area di Ascoli, sta pensando a corsi di home cooking a domicilio, per realizzare una pizza perfetta anche nel forno di casa. Fin dall’inizio dell’emergenza, La Scaletta si è “riconvertita” al delivery: accanto agli stuzzicanti fritti e alle pizze classiche, sia rosse che bianche, nel menù Mirko ha voluto inserire anche alcune delle sue più iconiche creazioni gourmet, come la Margherita 2.0 o l’Amatriciana. In queste settimane di stop forzato, il maestro pizzaiolo sta trasferendo la propria competenza nella panificazione e nell’impasto (sua Gran’Aria, la pizza che “respira”, merito dell’altissima idratazione e di un procedimento che prevede tre pre-fermenti invece che uno solo, che rendono il disco di pasta ancora più croccante e digeribile) sui social: seguitissimi i suoi tutorial mentre spiega come lavorare l’impasto o creare la propria scorta di lievito. “La pizza unisce, soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo. Poter regalare un morso di felicità alle persone, che magari condividono una pizzata di gruppo in videochat, mi fa sentire utile per la comunità” dichiara Petracci. Tutti esempi di una ristorazione che, messa in crisi dalla pandemia, cerca soluzioni per ripartire subito. fonte: WineNews, 21.04.2020