Cosa cambierebbe se i pacchetti di stimolo all’economia post-Covid finanziassero lo sviluppo sostenibile? Dà una risposta un report della rete C40.
Ci sono i 750 miliardi di euro di Next Generation Eu, lo strumento di sostegno finanziario lanciato dalla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. I 1.800 miliardi di dollari (1.540 miliardi di euro) dell’Heroes Act messo a punto dalla Casa Bianca, a seguito di un aspro dibattito tra democratici e repubblicani. I 108mila miliardi di yen (920 miliardi di euro) messi sul piatto dal Giappone, che corrispondono a un quarto del suo pil. Sommando i vari pacchetti di stimolo lanciati a livello internazionale per uscire dalla crisi economica innescata dal coronavirus, si arriva a un totale compreso tra i 10mila e i 12.800 miliardi di euro.
Un volume di denaro impressionante, che potrebbe dare davvero una svolta alla vita del Pianeta e delle persone. Peccato, però, che solo una quota residuale – fra il 3 e il 5 per cento – al momento sia destinata alla transizione verde. È quanto emerge da un nuovo report della rete C40, l’alleanza dei sindaci delle maggiori città del mondo. Che dipinge anche un ritratto di come potrebbero diventare le nostre società, se questi fondi venissero investiti in una ripresa verde e giusta.
L’appello per una ripresa verde e giusta
Il punto di partenza del report è il contesto attuale, definito come business as usual. I ricercatori hanno poi elaborato tre diversi scenari di ripresa verde. Quella lenta prevede che gli interventi per il clima vengano messi in atto nell’arco dei prossimi quindici anni; quella standard che nei prossimi cinque anni vengano stanziati gli investimenti e l’azione per il clima scatti da qui al 2030; quella accelerata che gli investimenti partano già nei prossimi tre anni e le azioni per il clima siano portate a termine entro il 2025. Fonte: LifeGate, Valentina Neri, 30.10.2020