Greenpeace contraria alla proposta della Commissione europea, parere positivo, invece, da Cia-Agricoltori, Coldiretti e l’eurodeputato Paolo De Castro
Ogm, un tema che divide tra favorevoli e contrari con il dibattito che è destinato a non placarsi dopo la svolta in Europa con il via libera alle nuove tecniche genomiche in Commissione Ambiente che rappresenta un primo passo nel percorso. Greenpeace, però, è di parere opposto: “la proposta della Commissione Europea di deregolamentare i nuovi Ogm e gli emendamenti votati dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo rischiano di violare i diritti degli agricoltori e dei consumatori, secondo una nuova analisi di Greenpeace”. Aggiungendo poi come “le nuove normative non offrono una protezione sufficiente contro la contaminazione delle colture con nuovi Ogm, ottenuti attraverso le cosiddette nuove tecniche genomiche (Ngt)”. Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, ha detto che “decenni di progressi nell’Unione Europea in materia di diritti degli agricoltori e di protezione della salute delle persone e dell’ambiente non possono e non devono essere cancellati in nome dei profitti dell’industria biotecnologica”.
La Cia – Agricoltori Italiani, invece, commenta che “si tratta di un risultato che premia il nostro lavoro e lascia ben sperare per il futuro dell’agricoltura italiana”, esprimendo così “soddisfazione per l’approvazione in Commissione Ambiente a Bruxelles della relazione emendativa al Regolamento sulle nuove tecniche genomiche (Ngt) nel quadro della transizione verde e della riduzione degli agrofarmaci”. Positivo, secondo Cia – Agricoltori Italiani, “il rigetto di alcuni emendamenti che si riteneva potessero introdurre criteri eccessivamente rigidi. Si attende con fiducia ora il voto in plenaria nel mese di febbraio”. Il presidente Fini ha auspicato che “oltre al lavoro della Commissione e del Parlamento, aspettiamo adesso che tutti gli Stati membri prendano posizione e trovino un accordo, altrimenti, si consegnerebbe il fascicolo alla prossima presidenza, dilatando i tempi e rischiando un stop con conseguenze negative per tutto il mondo agricolo”. La Cia ha anche ricordato che queste biotecnologie sono già autorizzate in moltissimi Paesi (come, ad esempio, Argentina, Israele, Gran Bretagna) e “senza una legislazione Ue, ricercatori e investimenti potrebbero essere attratti da Paesi extraeuropei”.
Parere positivo arrivato anche da Coldiretti e Filiera Italia che commenta come “l’approvazione del progetto di relazione sulle Tecniche di Evoluzione Assistita avvicina gli agricoltori all’utilizzo della genetica green, che permetterà di selezionare nuove varietà vegetali, con maggiore sostenibilità ambientale, minor utilizzo di input chimici, ma anche resilienza e adattamento dei cambiamenti climatici, nel rispetto della biodiversità e della distintività dell’agricoltura italiana ed europea. La vera transizione ecologica passa da soluzioni pragmatiche, che aiutino concretamente gli agricoltori a ridurre input chimici e risorse naturali, ma anche ad adattarsi alle nuove patologie e ai nuovi insetti che sempre più si diffondono anche in Europa a causa dei cambiamenti climatici”.
Per Paolo De Castro (Pd), membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, commentando il voto della Commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare (Envi) sul regolamento NGTs (New Genomic Techniques), con 47 a favore, 31 contro e 4 astenuti, ha espresso fiducia per il futuro: “l’approvazione con quasi il 60% dei voti a favore della posizione sul nuovo regolamento che autorizzerà la coltivazione di nuove varietà ottenute da Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea) da parte della Commissione Ambiente ci fa sperare in un accordo finale entro la fine della legislatura. Nonostante i tentativi di alcuni deputati di ritardarne l’approvazione o rivoluzionarne il contenuto, il testo approvato dalla Commissione Ambiente ricalca – sottolinea l’eurodeputato Pd – la posizione approvata in novembre 2023 dalla Commissione Agricoltura, con ulteriori sforzi in termini di trasparenza e sostenibilità. Ora il testo arriverà in Plenaria già il 6 febbraio, a conferma della volontà del Parlamento di mettere il prima possibile questa innovazione al servizio degli agricoltori. L’auspicio è che anche il Consiglio dei Ministri Agricoli dell’Unione Europea acceleri i dibattiti – conclude De Castro – per poter avviare i negoziati inter-istituzionali in febbraio e tentare il tutto per tutto per un voto finale da parte del Parlamento durante l’ultima Plenaria della legislatura, ad aprile 2024”. Fonte: WineNews, 24.01.2024