In Tunisia, lontano dalle telecamere puntate sulle vie del centro della capitale, le campagne non hanno mai smesso di manifestare.
La rivoluzione del 2011 stessa ha avuto inizio nella regione agricola di Sidi Bouzid, dove ad autoimmolarsi è stato un giovane venditore ambulante, Mohamed Bouazizi, privato dei terreni familiari espropriati da un grande investitore della città di Sfax. Da allora, per undici anni gli agricoltori hanno bloccato le strade dell’entroterra del paese contestando le politiche agricole e la malagestione delle risorse, a partire dall’accesso all’acqua. Solo di fronte al rischio dell’attuale penuria di grano, però, le rivendicazioni dei territori sono tornate al centro. La Tunisia potrebbe di incrementare la produzione interna di cereali utilizzando buona parte dei terreni demaniali che, pur essendo fertili, sono incolti da decenni. In che modo si ritornerà a coltivarli rimane un punto interrogativo: verranno dati ai contadini o ai grandi stranieri? Fonte: Valigia Blu, 30.07.2022