La nostra curiosità è somma per la cena di Simone. Il menu è intrigante, i Presìdi scelti particolari ed accattivanti, ma ahimè la strada è piena di traffico… l’ansia cresce… finalmente si arriva.
Grande accoglienza e subito in cantina per l’aperitivo. Qui la prima sorpresa: un Presidio in più, il capicollo azze anca grecanico (unico Presidio della Calabria). Soffice con una vena grassa che mantiene morbidezza…
Si inserisce subito Gian Matteo Baldi in rappresentanza delle Cantine Bertani (famosissime da sempre per il loro Amarone, sicuramente più in America che in Italia; Gino Veronelli, che conosceva proprio tutti i vini italiani, scoprì questo Amarone proprio negli Stati Uniti) i cui vini accompagneranno la serata. Gian Matteo (ci perdoni la confidenza) racconta la lunga storia delle cantine, i sistemi di produzione, la filosofia aziendale con molta pacatezza e serenità e con deviazioni nei fatti di costume, della società e della politica: grande cultura.
Per aperitivo le Cantine Bertani un Lugana leggero, sapido appena erbaceo, splendido esempio di Trebbiano di Lugana.
Si sale per il pranzo. Delicata e gustosa la pressata di Coniglio Grigio di Carmagnola, molto ben fatta e accompagnata da Bertanrosè, un rosato a base Garganega, con brevissime macerazioni sulle bucce. Fresco, beverino, sapido la sua parte.
Perfetto il risotto con Riso Vialone nano di Grumolo delle Abradesse al Franciacorta, con una particolare guarnitura di cipolla di Cannara caramellata che dava un tono molto vivace al risotto. Il Soave (famosissimo aperitivo delle cantine Bertani nella classica bottiglia renana, ora abbandonata) molto ben si accostava al riso ed alla cipolla caramellata.
Fantastico il filetto di Nero dei Nebrodi in crosta di pistacchi e accompagnato da Ognisanti Valpolicella Superiore davvero splendido: naso importante di frutto e con una leggera speziatura dolce, in bocca pieno, grande dolcezza del frutto, tannini sottili e non invadenti: veramente un grande vino.
Ed ecco la seconda sorpresa: un grandioso Amarone Bertani del 1967! Stupendo, dolce di frutto, fresco, che ti faceva addirittura dubitare della sua età; senza un minimo cedimento terziario, rotondo, pieno, equilibrato ed elegante, con tannini ormai levigati. Un monumento! Accompagnato da un formaggio d’alpeggio dell’alta Val Seriana (13 mesi di stagionatura) buonissimo, ma che, purtroppo, con un tal vino non poteva reggere l’abbinamento.
Per concludere una crostata leggerissima e friabile di fragole profumate di Tortona con un Recioto splendido per morbidezza, pienezza, ma anche freschezza.
Tempi perfettamente slow, ambiente al solito caldo, Madame Cornacchia premurosa, gentile ed eterea.
Simone riesce sempre a soddisfare i nostri palati con una premura ed una dedizione assolute alla ricerca di sempre nuove forme di manipolazione delle materie prime di altissima qualità dei Presìdi. (silvio)