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Ago 03 2019

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CAVALLETTE, GRILLI E BACHI DA SETA MEGLIO DI OLIO D’OLIVA E ARANCE

Fried edible worms, alternative proteins source food.

Lo rivela uno studio condotto in vitro dall’Università di Teramo il quale dimostra che le attività antiossidanti degli insetti registrano valori superiori fino a 5 volte

 

Ci sono tante buone ragioni per mangiare gli insetti commestibili: sono un’ottima fonte di proteine, contengono acidi grassi polinsaturi, minerali, vitamine e fibre. Lo sostengono – ormai da anni – autorevoli studiosi, inclusi quelli della Fao, che cercano di convincerci ciclicamente dell’alto valore nutrizionale di cavallette, grilli, coleotteri, bruchi e addirittura scorpioni. “E’ il novel food (il cibo del futuro)”, dicono. A ricordarcelo questa volta è uno studio inedito che arriva dall’Università di Teramo e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Frontiers in Nutrition and Sustainable diets”.

La ricerca, tutta italiana, condotta da Mauro Serafini, docente di Nutrizione umana nell’ateneo abruzzese, è andata addirittura oltre le precedenti analisi scientifiche realizzate sull’entomofagia, cioè sul consumo di insetti, perché ha dimostrato che esiste un loro valore nutrizionale che fino ad oggi non è stato considerato dalla scienza: ad esempio, l’attività antiossidante degli estratti di cavallette, bachi da seta e grilli che mostrano valori anche cinque volte superiori a quelli del succo d’arancia fresco. Le cicale e i bachi da seta mostrano, invece, due volte di più l’attività antiossidante dell’olio d’oliva. “Però, non è possibile dire che siano ‘superfood’ perché lo studio è stato condotto in vitro e si tratta di una potenzialità del cibo. Ora bisognerà, con nuove ricerche, capire l’effettiva biodisponibilità degli antiossidanti valutando cosa succede nell’organismo dopo averli mangiati”, ha puntualizzato Mauro Serafini.

Gli italiani e gli insetti

Ma gli italiani che cosa pensano dell’entomofagia? Al quesito, qualche mese fa, ha provato a rispondere una ricerca Doxa, finalizzata proprio ad indagare il sentimento della popolazione rispetto a questo fenomeno, a maggior ragione dopo che il Parlamento europeo ha introdotto dallo scorso 1° gennaio 2018 le regole per la vendita di nuovi prodotti alimentari compresi gli insetti. Dall’indagine, commissionata da Rentokil Initial, è emerso che oltre il 40% degli italiani ritiene che gli insetti possano essere uno dei cibi del futuro. In particolare, sono i giovani tra i 18 e i 34 anni che dimostrano maggiore apertura (49%) contro il 63% degli over 55 che pensa che gli insetti non saranno mai accettati come alimenti in Italia. Gli analisti registrano inoltre che 4 italiani su 10 si dimostrano aperti all’assaggio del “novel food” (cibo del futuro), un 19% li assaggerebbe incuriosito dal gusto, mentre un 21% sarebbe stupito e indeciso se assaggiarli. Dal punto di vista della sicurezza alimentare e sui possibili effetti per la salute 7 italiani su 10 pensano invece che cibi a base di insetti possano avere effetti benefici e fornire nutrienti utili al nostro organismo. Infine, il 73% dei connazionali sostiene che la produzione degli insetti richiederebbe maggiori attenzioni in termini di sicurezza alimentare e pratiche igieniche, mentre il 55% è molto preoccupato dal punto di vista sanitario per le pratiche che possano essere utilizzate o meno nella lavorazione degli insetti ad uso alimentare.

Novel food, un percorso a ostacoli

Ecco le domande cruciali: in quale ristorante è possibile mangiare insetti in Italia? Dove sono la farina di grillo, i biscotti alla formica, il pane al tenebrione? A quasi due anni dall’entrata in vigore del regolamento europeo che disciplina i “novel food”, gli insetti non sono ancora arrivati nei nostri supermercati, mentre l’offerta dei ristoranti è assai limitata. Questo perché, per immetterli sul mercato, gli interessati devono chiedere l’autorizzazione alla Commissione europea e nessuna azienda italiana lo ha fatto, per il momento. Le realtà italiane a favore degli insetti commestibili non mancano di certo, che siano associazioni culturali che promuovono l’entomofagia o aziende che già allevano insetti per il consumo animale. Ma nel settore c’è molta confusione sull’iter burocratico da seguire per ottenere il via libera. Il panorama è frammentato anche a livello europeo perché gli imprenditori dei Paesi dove gli insetti commestibili erano già diffusi prima del 2018 – Belgio, Olanda, Regno Unito, Svizzera, Danimarca, Finlandia, alcuni land tedeschi – hanno ricevuto la deroga di un anno per poter continuare a venderli e mettersi in regola. Certo è che i sostenitori del “novel food” sono convinti che l’industria degli insetti da settore di nicchia diventerà presto molto popolare. Anche grazie al sostegno della Fao che da anni sottolinea i possibili benefici che l’utilizzo degli insetti come proteina animale alternativa avrebbe sull’ambiente e nella lotta alle disuguaglianze alimentari. Fonte: InformaCibo, Vito de Ceglia

 

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