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Dic 05 2020

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CASSEZ LA CROÛTE : VALÉRY GISCARD D’ESTAING E LA SOUPE DE BOCUSE

Il Presidente francese appena scomparso ha avuto anche l’onore di avere un piatto dedicato. La zuppa che ha il nome dello statista e Monsieur Paul Bocuse la cucinò per lui il giorno dell’assegnazione al grande chef della Légion d’honneur, massimo riconoscimento oltralpe

Un piatto creato per un’occasione speciale e unica, in cui dare vita a quella che poi è divenuta un’icona della gastronomia contemporanea. L’evento l’assegnazione da parte dell’allora Presidente Valéry Giscard d’Estaing della Légion d’honneur a Paul Bocuse, presso l’Eliseo. Bocuse per l’occasione propose una zuppa, non un sontuoso secondo di carne o un memorabile dessert. Non una zuppa qualunque però, una zuppa presidenziale potremmo dire e dedicata proprio al Presidente.

Un piatto con un aspetto da sempre riconoscibile: un’alta cupola di pasta sfoglia che ricopre una cocotte bianca ma che richiama cromaticamente, con un filo di blu e di rosso, la bandiera francese, ma volendo anche il colletto della giacca di Meilleur Ouvrier de France. Con tanto di didascalia stampata, come fosse la targhetta di un’opera d’arte, che recita: ‘Soupe aux truffes VGE (che sta per Valéry Giscard d’Estaing) Elysée 1975’, un piatto immediatamente riconoscibile e leggibile nella sua dedica al Presidente. La cupola di sfoglia custodisce sotto tartufi neri, un concentrato brodo di pollame, funghi e sontuosi bocconi di foie gras. 

25 febbraio 1975, mai un piatto ebbe data di nascita più definita. È la data del pranzo organizzato all’Eliseo per celebrare il riconoscimento della stella bianca conferita a uno chef. In quell’occasione Bocuse, sempre disposto a fare squadra con i suoi colleghi, coinvolse tanti altri grandi chef in un memorabile convito alla corte del Presidente della Repubblica francese, ognuno con un proprio piatto, compresa una torta Président creata da Bernachon.

Bocuse stesso ammise che l’ispirazione per il piatto, tra le altre cose, gli venne grazie a un viaggio in Alsazia, dal suo amico Paul Haeberlin (che allora deteneva 3 stelle Michelin presso l’Auberge de l’Ill), dove aveva assaggiato un tartufo avvolto da foie gras e da una sfoglia.

E persino il Presidente ebbe qualche incertezza nell’affrontare gustativamente un piatto dall’estetica unica, Bocuse con la sua solita verve gli venne in aiuto: “Monsieur le Président on va casser la croûte!”. Nel libro ‘Best of Paul Bocuse’ delle edizioni Ducasse, il sommelier come abbinamento consiglia un elegante Champagne o, per restare in terra alsaziana, un riesling. Bocuse non c’è più e la Francia da qualche giorno è stata privata anche del suo ex Presidente, ultra novantenne, portato via dal Covid e ancora rimpianto con affetto da tanti suoi connazionali. Un piatto che oggi si ritrova caricato di nuovi significati, più nostalgici forse, ma che rendono ancora più forte la sua identità. Fonte: Linkiesta, Roberto Magro, 5.12.2020

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