“Ha contributo ad accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica europea, e non solo, sull’importanza di migliorare l’agricoltura e di assicurare catene di approvvigionamento sostenibili. E continuerà a farlo. Questo include le numerose iniziative che hanno messo in evidenza l’importanza di reintrodurre colture locali che i piccoli proprietari terrieri e i contadini di sussistenza possono produrre per il proprio consumo e vendere al mercato come mezzo per raggiungere la sicurezza alimentare”. Ecco Carlo Petrini, il fondatore e presidente di Slow Food, la più importante organizzazione no profit internazionale che da anni si adopera per la salvaguardia della cultura e delle tradizioni culinarie locali e per assicurare che tutti abbiano accesso ad un cibo buono, pulito e giusto (100.000 membri in 160 Paesi), nelle parole del direttore generale della Fao Josè Graziano da Silva, che, da oggi, lo ha nominato Ambasciatore Speciale della Fao in Europa per Fame Zero.
“La nomina di Petrini e il suo coinvolgimento in attività di sensibilizzazione della Fao – sottolinea da Silva – manderà un forte segnale alla comunità internazionale che possiamo veramente raggiungere un mondo senza fame. Questo contribuirà a costruire la Generazione Fame Zero e a porre fine alla fame entro il 2030”.
Una nomina che “è importante per l’Italia, non solo per il movimento Slow Food, ha detto Carlin Petrini all’Ansa, e, accettando la nomina, ha affermato che “la vergogna della fame può e deve essere cancellata entro il tempo della nostra generazione; l’impegno in questo senso deve ricevere priorità politica in tutti i fora internazionali, oltre che a livello nazionale e di società civile”. Perché per Petrini, “raggiungere entro questa generazione l’obiettivo Fame Zero non è una chimera, ma anzi è una sfida che si può vincere. Non si tratta di lavorare sull’emergenza, ma di costruire le coordinate di lavoro, di opportunità di implementazione delle risorse che siano sostenibili e durature. Penso tuttavia che per raggiungere questo obiettivo serva una unità di intenti. Il nostro progetto sui 10.000 orti in Africa è un patrimonio che rimane, un esempio, ma sono tante le associazioni, i movimenti di volontariato, le imprese sociali che sono orientati a sostenere i piccoli agricoltori in operazioni che devono essere durature. Come Ambasciatore per l’Europa sul progetto Fame Zero della Fao, “cercherò di recuperare questa immagine di Vecchio Continente – ha spronato Petrini – faremo la nostra parte in campo e lo faremo per le migliaia e migliaia di europei impegnati nel quotidiano per il sociale. In Europa c’è già una straordinaria mobilitazione per l’obiettivo Fame Zero che è possibile entro questa generazione, avrà costi alla nostra portata, e sarà una scelta lungimirante rispetto a quanto spendiamo per esternalità negative come le armi. Meglio impegnarsi su Zero Hunger, obiettivo possibile”.
Nel ruolo di Ambasciatore Speciale per Fame Zero, Petrini contribuirà a migliorare la comprensione della visione della Fao per un mondo libero da fame e dalla malnutrizione nel quale il cibo e l’agricoltura contribuiscono a migliorare i mezzi di sussistenza, soprattutto per i più poveri (le attività prevedono la partecipazione ad eventi di alto livello e incontri pubblici, oltre al contributo in pubblicazioni chiave, visite a progetti sul campo e attività di raccolta fondi). Grazie ad un accordo del 2013, la Fao e Slow Food continuano così a cooperare per promuovere sistemi agroalimentari inclusivi e partecipando congiuntamente a campagne promozionali e iniziative globali, tra le quali l’Anno internazionale dei legumi 2016, e l’Anno intenzionale dell’Agricoltura familiare 2014.
“Sono contentissimo – ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – della nomina di Carlin Petrini quale Ambasciatore Speciale Fao per Fame Zero per l’Europa. Un incarico che, sono certo, Carlin porterà avanti con l’entusiasmo e l’impegno che abbiamo sempre conosciuto e che lo ha reso un protagonista indiscusso dell’impegno civile per affermare ogni giorno il diritto a cibo buono, pulito e giusto. L’obiettivo Fame Zero 2030 che abbiamo supportato anche nel semestre di Expo con la Carta di Milano è alla nostra portata. Ma per raggiungerlo abbiamo bisogno di costruire insieme nuovi impegni e responsabilità tanto delle istituzioni quanto dei cittadini e il contributo del fondatore di Slow Food sarà determinante per arrivare a questo traguardo. Voglio inoltre ringraziare – ha concluso il Ministro – il direttore generale della Fao, Jos