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Dic 06 2022

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BIONDA, PIATTA E DOLCE: È LA CIPOLLA DI CURREGGIO E FONTANETO

L’affascinante storia di un prodotto “dimenticato” diventato oggi Presidio Slow Food e Comunità. Amata dagli chef, le ricette con cui provarla e le curiosità sulla sua storia

La cipolla di Cureggio e Fontaneto è una tipicità contadina dolce, piatta e bionda che nel futuro prossimo potrà vedere la propria produzione ampliata. Un prodotto della terra divenuto Presidio Slow Food riscoperto, coltivato e apprezzato che comunque conserva tutta la sua bontà e rimane un meraviglioso collante sociale per tante piccole realtà agricole. Quante peculiarità nobili può avere una semplice cipolla.

Cipolla di Cureggio e Fontaneto, storia di prodotto storico della terra.

A cavallo tra il 1800 e il 1900 dai comuni di Cureggio e Fontaneto non era certo inusuale vedere carichi di cipolle che partivano in treno per raggiungere i mercati di Milano e Torino.

Erano e sono tutt’oggi le cipolle bionde, piatte e a basso contenuto di acidità: praticamente dolci.

I tempi sono cambiati e sappiamo tutti come per certi prodotti tipici delle varie zone del Bel Paese si sia rischiata l’estinzione. L’avvento industriale, la migrazione delle genti, una vita meno condita dalla malora portarono alla deriva tante coltivazioni che, per squisita fortuna, negli ultimi anni si sono riscoperte e rivalutate.

Il declino che rivede la luce è portato dai passionari, dagli amanti delle proprie terre, dagli estimatori dei cibi buoni e sani. È successo anche in provincia di Novara dove, nella piana situata tra i fiumi Agogna e Sizzone, sorgono i Comuni di Cureggio e Fontaneto. Qui la terra è ottimale proprio per la coltivazione della cipolla; i terreni sono morenici e sabbiosi nonché ricchi di humus. 

Presidio Slow Food e Comunità

È stato un susseguirsi di eventi, quei frangenti di vita tanto piccoli quanto fondamentali, fatti di incontri, idee, proposte che ha portato questa cipolla a diventare nel giugno del 2013 un Presidio Slow Food.

A distanza di un paio di anni dall’ufficializzazione del Presidio Slow Food il gruppo di coltivatori della cipolla è diventato Comunità, inizialmente con 5 produttori divenuti poi 10 e oggi una ventina. La quantità prodotta si attesta sui 50/60 quintali all’anno in base alle annate a conferma che la rinascita può indubbiamente amplificarsi.

La produzione

La filiera produttiva, biennale, non è diversa da altre tipologie di bulbose. Durante i primi mesi dell’anno infatti vengono scelte le più belle. Queste si mettono a dimora nella terra a bassa profondità perché, come dice la tradizione del luogo, devono sentire il suono delle campane.

Poi con l’arrivo dell’estate si avrà il fiore che, una volta impollinato, darà i semi, ovvero l’oro nero.

I semi vengono posti nel semenzaio, un luogo asciutto e fresco e nella primavera dell’anno successivo si avranno le piantine da trapiantare in campo aperto. Tra il mese di luglio e quello di agosto inizia la raccolta della bionda.

La raccolta avviene esclusivamente a mano e le cipolle, una volta estirpate dal terreno, posizionate in luoghi asciutti e arieggiati dove riposano per 15/20 giorni prima di essere immesse sul mercato. Per la produzione non vengono utilizzati prodotti chimici particolari e lo stesso diserbo viene praticato con mezzi meccanici ideati e costruiti dagli agricoltori più audaci. 

La cipolla di Cureggio e Fontaneto in cucina

Golosa come ripieno per dei ravioli

La cipolla di Cureggio e Fontaneto in cucina rimane un prodotto tipico di nicchia indiscutibilmente ma di altissima qualità. Ottima cruda la bionda si presta benissimo come ingrediente per svariate ricette, dalle più semplici e tradizionali. Dalla classica frittata, a piatti gourmet, è molto apprezzata dagli chef del territorio.

Per esempio, la cipolla di Cureggio e Fontaneto è un ottimo ripieno per dei ravioli, magari poi arricchiti da una crema di formaggio caprino e della polvere di cacao. Ottima cotta nel mosto di uva fragola o ancora utilizzata come ripieno tra due filetti di triglia.

La Cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto cotta nel mosto d’uva fragola

È ottima come ripieno della triglia

Piatti più ricercati ma decisamente interessanti che diventano ancora più piacevoli se accompagnati dai vini delle colline novaresi. Il tipico bianco Erbaluce, che qui prende il nome di Greco, oppure il celebre Nebbiolo, anche nella versione rosato.   Fonte: InformaCibo, Fabrizio Salce, 6.12.2022

L’affascinante storia di un prodotto “dimenticato” diventato oggi Presidio Slow Food e Comunità. Amata dagli chef, le ricette con cui provarla e le curiosità sulla sua storia

La cipolla di Cureggio e Fontaneto è una tipicità contadina dolce, piatta e bionda che nel futuro prossimo potrà vedere la propria produzione ampliata. Un prodotto della terra divenuto Presidio Slow Food riscoperto, coltivato e apprezzato che comunque conserva tutta la sua bontà e rimane un meraviglioso collante sociale per tante piccole realtà agricole. Quante peculiarità nobili può avere una semplice cipolla.

Cipolla di Cureggio e Fontaneto, storia di prodotto storico della terra.

FOTO2

A cavallo tra il 1800 e il 1900 dai comuni di Cureggio e Fontaneto non era certo inusuale vedere carichi di cipolle che partivano in treno per raggiungere i mercati di Milano e Torino.

Erano e sono tutt’oggi le cipolle bionde, piatte e a basso contenuto di acidità: praticamente dolci.

I tempi sono cambiati e sappiamo tutti come per certi prodotti tipici delle varie zone del Bel Paese si sia rischiata l’estinzione. L’avvento industriale, la migrazione delle genti, una vita meno condita dalla malora portarono alla deriva tante coltivazioni che, per squisita fortuna, negli ultimi anni si sono riscoperte e rivalutate.

Il declino che rivede la luce è portato dai passionari, dagli amanti delle proprie terre, dagli estimatori dei cibi buoni e sani. È successo anche in provincia di Novara dove, nella piana situata tra i fiumi Agogna e Sizzone, sorgono i Comuni di Cureggio e Fontaneto. Qui la terra è ottimale proprio per la coltivazione della cipolla; i terreni sono morenici e sabbiosi nonché ricchi di humus. 

Presidio Slow Food e Comunità

È stato un susseguirsi di eventi, quei frangenti di vita tanto piccoli quanto fondamentali, fatti di incontri, idee, proposte che ha portato questa cipolla a diventare nel giugno del 2013 un Presidio Slow Food.

A distanza di un paio di anni dall’ufficializzazione del Presidio Slow Food il gruppo di coltivatori della cipolla è diventato Comunità, inizialmente con 5 produttori divenuti poi 10 e oggi una ventina. La quantità prodotta si attesta sui 50/60 quintali all’anno in base alle annate a conferma che la rinascita può indubbiamente amplificarsi.

La produzione

La filiera produttiva, biennale, non è diversa da altre tipologie di bulbose. Durante i primi mesi dell’anno infatti vengono scelte le più belle. Queste si mettono a dimora nella terra a bassa profondità perché, come dice la tradizione del luogo, devono sentire il suono delle campane.

Poi con l’arrivo dell’estate si avrà il fiore che, una volta impollinato, darà i semi, ovvero l’oro nero.

I semi vengono posti nel semenzaio, un luogo asciutto e fresco e nella primavera dell’anno successivo si avranno le piantine da trapiantare in campo aperto. Tra il mese di luglio e quello di agosto inizia la raccolta della bionda.

La raccolta avviene esclusivamente a mano e le cipolle, una volta estirpate dal terreno, posizionate in luoghi asciutti e arieggiati dove riposano per 15/20 giorni prima di essere immesse sul mercato. Per la produzione non vengono utilizzati prodotti chimici particolari e lo stesso diserbo viene praticato con mezzi meccanici ideati e costruiti dagli agricoltori più audaci. 

La cipolla di Cureggio e Fontaneto in cucina

FOTO 3Golosa come ripieno per dei ravioli

La cipolla di Cureggio e Fontaneto in cucina rimane un prodotto tipico di nicchia indiscutibilmente ma di altissima qualità. Ottima cruda la bionda si presta benissimo come ingrediente per svariate ricette, dalle più semplici e tradizionali. Dalla classica frittata, a piatti gourmet, è molto apprezzata dagli chef del territorio.

Per esempio, la cipolla di Cureggio e Fontaneto è un ottimo ripieno per dei ravioli, magari poi arricchiti da una crema di formaggio caprino e della polvere di cacao. Ottima cotta nel mosto di uva fragola o ancora utilizzata come ripieno tra due filetti di triglia.

FOTO4 La Cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto cotta nel mosto d’uva fragola

FOTO5  È ottima come ripieno della triglia

Piatti più ricercati ma decisamente interessanti che diventano ancora più piacevoli se accompagnati dai vini delle colline novaresi. Il tipico bianco Erbaluce, che qui prende il nome di Greco, oppure il celebre Nebbiolo, anche nella versione rosato.   Fonte: InformaCibo, Fabrizio Salce, 6.12.2022

 

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