Fasi lunari e corni con letame: cos’è l’agricoltura biodinamica e perché la scienza non la approva
Il metodo di coltivazione inventato da Rudolf Stenier nel secolo scorso si basa sulla concezione olistica del mondo. La scienza obietta che usare preparati come i corni di vacca riempiti di letame è solo “stregoneria”
Corni ripieni di letame, fasi lunari, preparati con erbe come camomilla, achillea e ortica, indicazioni in base a segni zodiacali e allineamento dei pianeti. Queste ed altre pratiche sono tra i principi dell’agricoltura biodinamica promossa dal movimento fondato da Rudolf Steiner. Nei mesi di preparazione del testo di legge, oggi arrivato alla Camera, che ha l’obiettivo di rispettare le indicazioni europee e fare chiarezza tra le norme e i regolamenti per l’agricoltura biologica, alcuni parlamentari avevano proposto di inserire un riferimento all’agricoltura biodinamica, equiparandola così di fatto a quella biologica.
Dal Cnr al premio Nobel Giorgio Parisi, dalla senatrice a vita Elena Cattaneo a diversi altri esponenti del mondo scientifico, in tanti avevano criticato questa possibilità, tacciando l’agricoltura biodinamica di essere “stregoneria”, o comunque un metodo privo di basi scientifiche. Ora in Parlamento, anche su indicazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sostenuto la necessità di affidarsi alla scienza, questa possibile equiparazione è stata fortemente respinta. L’Assemblea di Montecitorio ha infatti approvato alla quasi unanimità due emendamenti di Riccardo Magi (+Eu) e della commissione che eliminano dal testo l’equiparazione.
I principi dell’agricoltura biodinamica
Quando si parla di agricoltura biodinamica si fa notoriamente riferimento a quella fondata da Rudolf Steiner, nato nel 1861 e padre dell’antroposofia, un movimento pseudoscientifico che concepisce la realtà come una manifestazione divina in continua evoluzione. In questo contesto è nata l’idea di un insieme di pratiche basate sulla visione spirituale antroposofica per avere in sostanza una agricoltura più in equilibrio con l’ecosistema terrestre. L’agricoltura biodinamica ha un approccio olistico, con alcuni dettami dell’omeopatia, e si basa sulla considerazione del suolo come un “unico sistema”.
Se da una parte c’è una forte vocazione al biologico, all’evitare uso di fertilizzanti, fitosanitari e altri prodotti non naturali, dall’altra per coltivare vengono indicate pratiche particolari, come ad esempio l’uso di nove “preparati biodinamici”. Fra questi si contano per esempio il “preparato 500”, noto anche come Cornoletame: un corno di vacca che va riempito di letame, sotterrato in inverno e poi utilizzato per spargere fertilizzante naturale in primavera. Un altro è il “preparato 506”, ovvero la sacca intestinale dei bovini da riempire con fiori di tarassaco da usare come compost.
Fra le pratiche indicate dal teosofo Rudolf Steiner, convinto che l’uomo si sarebbe originato nei continenti perduti di Lemuria ed Atlantide grazie a “esseri spirituali”, c’è anche quella di usare le “energie vitali” (o prana) nell’agricoltura. Fondamentali in questo metodo sono quindi anche le fasi lunari (che per altro l’agricoltura tradizionale in passato ha sempre tenuto in considerazione), le posizioni dei pianeti nelle costellazioni dello zodiaco e il concetto di spruzzare il terreno con i cosiddetti preparati, fra cui appunto letame, ma anche polvere di quarzo, sostanze vegetali varie, diluizioni omeopatiche e in generale utilizzare parti di animali come cranio di bue o vescica di cervo per preparare il terreno e renderlo fertile.
Alla base di queste pratiche c’è appunto una visione olistica che mira a tenere insieme tutti gli elementi, inclusi quelli spirituali. Alcuni suggerimenti di Steiner indicano perfino tecniche precise come l’idea di spellare topi per utilizzarne la pelle in un determinato momento di allineamento dei pianeti: pelle che va bruciata e le ceneri usate come fertilizzante.
Secondo l’agricoltura biodinamica attraverso l’uso dei preparati in alcuni casi non sarebbe nemmeno necessario irrigare: se però manca l’acqua, si deve innaffiare seguendo rituali, che vanno dai movimenti circolari sino a tempistiche precise. La maggior parte delle coltivazioni si basa in generale sui compost preparati e sulle rotazioni. I sostenitori dell’agricoltura biodinamica sottolineano inoltre che i loro metodi hanno un bassissimo impatto sulle emisioni e che, anzi, poiché le tecniche fertilizzano il suolo in modo sano questo cattura anidride carbonica.
I seguaci del metodo di Steiner
Dopo la morte di Steiner nel 1925, l’agricoltura biodinamica è stata portata avanti da alcuni seguaci, con diversi esempi soprattutto in Germania e Austria. Tra questi anche l’agronomo Erhard Bartsch e il chimico Franz Dreidax che nel 1928 fondarono l’associazione Demeter, che trovò anche l’appoggio dei nazisti perché propugnava un ritorno a metodi di coltivazioni adottati dagli antichi germani. Demeter fu poi sciolta nel 1941 e rifondata nel Secondo Dopoguerra e, nel tempo, l’agricoltura biodinamica è di fatto divenuta un marchio commerciale di Demeter International, per garantire a coloro che sposano questo metodo cibi e prodotti agricoli biodinamici certificati.
Ricordando che ad oggi non esistono studi scientifici che dimostrino l’efficacia dell’agricoltura biodinamica e che la comunità scientifica internazionale contesta questo tipo di agricoltura, da uno dei siti steineriani che la promuovono anche in Italia si legge come sia da considerare “la nuova agricoltura. Da ottant’anni l’Agricoltura Biodinamica lavora per la fertilità della terra e la qualità degli alimenti” e “Il suo scopo non è di lasciar fare alla natura ma di fare oltre la natura, cioè di aiutare la natura per ottenere una terra sempre più fertile, della quale possano beneficiare anche le generazioni future, e alimenti vivi di qualità piena che nutrano l’uomo e gli diano salute”.
I coltivatori biodinamici in Italia
In Italia all’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica sono iscritte circa 300 aziende e il Bioreport 2018 parla di 4500 realtà operanti con questo sistema, mentre la fase di controllo della qualità e della giusta applicazione del metodo è portata avanti dall’Associazione Demeter di Basilicanova (Parma), che rilascia l’omonimo marchio. Nel nostro Paese, fra i più importanti promotori di questa agricoltura c’è Carlo Triarico, presidente dell’associazione per l’Agricoltura Biodinamica. Coldiretti stimava nel 2018 per il biodinamico un potenziale giro d’affari di 200 milioni di euro di fatturato. Il relatore del disegno di legge bocciato e portato alla Camera è invece Pasquale Maglione di M5S. Tra i firmatari del testo anche parlamentari di Italia Viva, Pd, M5s e Lega.
Scienza o magia? L’agricoltura biodinamica spiegata da chi la produce – Il reportage
Le obiezioni al metodo biodinamico
Sono tanti gli esponenti del mondo scientifico e politico che si sono opposti all’equiparazione fra biologico e biodinamico. Se nel testo di legge fosse rimasto il riferimento all’agricoltura biodinamica il settore avrebbe potuto attingere a fondi pubblici, con un importante rilancio del settore. Gli scienziati che si sono opposti al testo di legge, come il Nobel Parisi, hanno rimarcato soprattutto di essere favorevoli all’agricoltura biologica e che per questo è importante fare un distinguo, poiché “l’agricoltura biodinamica è altra cosa. Riconoscendola, il Parlamento afferma la validità di metodi previsti da Steiner come l’uso di letame maturato nelle corna di vacca, oppure di fiori di Achillea sepolti per mesi nella vescica di cervo maschio. Teorie pseudo scientifiche“.
Anche per la senatrice a vita Elena Cattaneo, che smascherò il metodo Stamina, quella della biodinamica è “una pratica agricola fondata su rituali esoterici e astrologici. Se questo disegno di legge fosse approvato senza modifiche – aveva detto la scienziata -, l’Italia sarebbe il primo tra i maggiori Paesi europei a promuovere il pensiero magico in una legge dello Stato”. Lo stesso presidente Mattarella si è espresso indicando la convinzione che sul tema è bene affidarsi alle osservazioni degli scienziati. Come Parisi e Cattaneo la pensano vari istituti scientifici e centri di ricerca quali il Cnr, ma anche l’Accademia dei Lincei, l’Accademia dei Georgofili, l’Accademia Italiana di Agricoltura, la Società Italiana di Agronomia, la Federazione Italiana di Scienze della Vita e l’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie, oltre a Cia-Agricoltori Italiani e diverse associazioni di categoria. Fonte: IL GUSTO, Giacomo Talignani, 09.02.2022
Biodinamico e biologico, non tutto il bio è uguale
Stralciata la tutela di legge per l’agricoltura ispirata a Steiner, ritenuta antiscientifica. Ma quali sono invece i vantaggi dell’agricoltura biologica? Tanti, per la salute e per l’ambiente
L’agricoltura biodinamica esce dalla proposta di legge sulla tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. La questione aveva animato il dibattito di politici e scienziati, tra cui il Nobel Giorgio Parisi e la senatrice a vita Elena Cattaneo, ma anche l’Accademia dei Lincei e quella dei Georgofili che ritengono la pratica – che si rifa alle teorie del teosofo ed esoterista Rudolph Steinee – priva di ogni fondamento scientifico. E avevano chiesto espressamento di non riconoscerle pari fignità rispetto al biologico.
E così è stato. Intanto, gli italiani continuano a riempire il carrello di alimenti bio. Secondo gli ultimi dati di Biobank, infatti, negli ultimi dieci anni le vendite di prodotti biologici totali sono più che raddoppiate (+122%) e attualmente quasi due italiani su tre (64%) li comprano. Secondo Coldiretti, durante i mesi della pandemia i consumi domestici di cibo biologico in Italia hanno raggiunto la cifra record di 4,3 miliardi di euro, registrando nel 2020 un aumento degli acquisti del 7% rispetto all’anno precedente. Una scelta a favore dell’ambiente, ma che ha anche delle ricadute sulla salute.
I vantaggi di non assumere pesticidi
Il primo beneficio dell’agricoltura biologica, quello forse più evidente per tutti, sta nell’utilizzo di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi). “Grazie al fatto che non vengono utilizzati pesticidi e fertilizzanti di origine chimica c’è una minore dispersione di sostanze chimiche di sintesi nel terreno e di conseguenza nelle falde acquifere”, spiega Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). “Tutto ciò ha risultati positivi in termini di riduzione dell’inquinamento delle terre coltivate e quindi dei corsi d’acqua”.
Riduzione del 70% di pesticidi nelle urine
Un effetto dimostrato anche scientificamente, da uno studio pubblicato su Environmental Research effettuato dai ricercatori dell’Università della California su quattro famiglie di diverse etnie alle quali è stato chiesto di passare a una dieta biologica. I ricercatori hanno analizzato diversi campioni, rilevando una diminuzione o un azzeramento di pesticidi nelle urine dei giorni in cui le famiglie avevano assunto cibo biologico rispetto a quelle dei sei giorni precedenti l’adozione della dieta. In particolare, gli organofosfati si erano ridotti del 70%, il clorpyrifos del 61% e il malathion del 95%, mentre l’erbicida 2,4 D del 37%. Anche i piretroidi (insetticidi e acaricidi) sono risultati dimezzati e un neonicotinoide trovato era diminuito dell’84%. Tutte sostanze che diversi studi hanno associato a malattie e disturbi anche gravi.
Carni da allevamento biologico senza antibiotici
Ma il mondo del biologico non è soltanto frutta e verdura. Ci sono anche gli allevamenti: “Il fatto che non si utilizzino ormoni per gli allevamenti biologici – sottolinea Miani – comporta la riduzione dell’assunzione tramite alimenti degli antibiotici utilizzati in massa negli allevamenti intensivi. Tornare a mangiare alimenti senza antibiotici è particolarmente importante per poter combattere l’antibiotico-resistenza che sarà la prossima pandemia”.
Biologico= più nutriente?
Assodato che un ambiente più sano ha delle ricadute anche sulla nostra salute, si può sostenere che gli alimenti biologici abbiano un maggior valore nutrizionale? Uno studio su Food & Nutrition Research ha riscontrato una maggiore presenza di alcune sostanze nutritive nei prodotti biologici, come gli acidi grassi essenziali omega-3 nella carne o nei prodotti lattiero-caseari, i cosiddetti composti antiossidanti. Alcuni studi hanno anche identificato livelli più elevati di composti fenolici o antiossidanti nei cereali e nella frutta, anche se si tratta di differenze modeste. E poi c’è una questione di gusto e sapore. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Microbiology, una mela bio ospita fin dalla buccia delle colonie di batteri ‘buoni’ che le conferiscono un sapore più deciso rispetto al frutto che arriva dalla coltivazione ‘tradizionale e intensiva’.
La questione dell’accessibilità
Bio è buono e fa bene, ma quanto costa? Secondo una stima per un menù vegetariano biologico, la spesa a persona si aggira intorno ai 5-6 euro, con pesce e carne il costo sale di qualche euro a seconda del prodotto. Quindi, secondo diversi studi tendenzialmente mangiare bio è più costoso di circa il 15%. “Il settore dei prodotti biologici – sottolinea il presidente della Sima – è un po’ antidemocratico, nel senso che i prezzi sono adatti alle tasche di poche persone e non a quelle della maggior parte dei cittadini. Durante la pandemia c’è stato un forte incremento delle vendite probabilmente perché stando in casa le persone si sono volute viziare e autogratificare, ma nel lungo periodo i prezzi devono scendere altrimenti diventa una salute per pochi”.
A tavola secondo stagione
In attesa che la maggior diffusione dei prodotti biologici abbia una ricaduta positiva anche sui prezzi, il consiglio della Sima è quello di tornare a mangiare secondo i cicli della natura: “Per avere un impatto positivo su ambiente e salute e permettersi un’alimentazione più sana – suggerisce Miani – basterebbe mangiare secondo stagione e comprare ai mercati contadini senza pretendere di acquistare frutta che arriva da paesi lontanissimi e che viene tolta dall’albero quando non è ancora matura. Questo provoca inquinamento per il lungo viaggio delle merci e poi quei frutti vengono fatti maturare in modo forzato per cui il loro valore nutrizionale è minore rispetto a quello di un frutto maturato sull’albero”. Fonte: IL GUSTO, Irma D’Aria, 09.02.2022
Biodinamica: battaglia persa, la Camera dà il via libera solo alla tutela del biologico
Accolti due emendamenti soppressivi. Dal mondo accademico, ma anche dal Presidente Mattarella, arrivano critiche alla tutela di legge per le pratiche basate sulla dottrina steineriana, ritenute da molti antiscientifiche
Con 421 voti a favore la Camera ha approvato la proposta di legge contenente disposizioni in materia di tutela, sviluppo, competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. Il provvedimento torna al Senato per l’esame in quarta lettura, dopo che l’Assemblea di Montecitorio ha approvato un emendamento che abolisce l’equiparazione tra agricoltura biologica e biodinamica. Finisce così, tagliato dalla scure dell’emendamento proposto da Riccardo Magi (ex Radicale, oggi Europa+) il sogno del mondo dell’agricoltura biodinamica di essere riconosciuto ufficialmente, con le rassicurazioni burocratiche ed istituzionali che sarebbero seguite a questa legge.
Agricoltura biodinamica, cosa c’è da sapere: le risposte a 8 domande
Il percorso è stato lungo e periglioso, come era già stato palese dai primi passi della proposta di legge. “L’agricoltura biodinamica è come Stamina, una truffa scientifica” aveva denunciato in Parlamento, il 20 maggio 2020, la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo, agitando spettri minacciosi quali “stregoneria” ed “esoterismo”. Un estremismo che però, si è rivelato supportato nelle convinzioni fondamentali e con toni più pacati, da buona parte del mondo politico italiano. Tanto che anche il neo premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi espresse, durante la sua lectio magistralis a La Sapienza di Roma di novembre 2020, aveva espresso una forte preoccupazione per l’approvazione della legge in oggetto. Raccontando al mondo la legge sulla biodinamica come, di fatto, una minaccia pressante. Sensazione de facto avallata dalla successiva dichiarazione dell’allora uscente Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si espresse in questi termini: “Vorrei rassicurarla, professore, sull’agricoltura biodinamica di cui ha parlato. È una questione che sta in Parlamento e io, notoriamente, non posso pronunciarmi. Ma posso ben dire che, perché diventi legge, vi sono alcuni altri passaggi, anche parlamentari anzitutto, che rendono lontana questa ipotesi”.
Giorgio Parisi alla consegna del Premio Nobel
Parole non necessariamente esplicite, che però hanno contribuito al crescere di un sentiment ben preciso che ha portato prima alla scrittura degli emendamenti e poi alla cancellazione definitiva dell’articolo riguardante l’agricoltura biodinamica, che viene liquidata come “certificata da un privato e non esistente in Francia, né in Spagna o Germania” oltre che fondamentalmente “antiscientifica”. E per questo impossibile, per chi proponeva l’emendamento e per chi l’ha approvato, da equiparare con automatismo all’agricoltura biologica. Provvedimento che ha fatto rumoreggiare più di qualche agricoltore e coltivatore appartenente alle folte fila di chi ha scelto di lavorare seguento il metodo teorizzato da Rudolf Steiner. Che è, al di là di pregiudizi e credenze della media delle persone, molto meno esoterico di quanto si pensi, se è vero, per esempio, che molti dei più grandi vini francesi (anche senza un bollino a certificarlo), provengono di fatto da agricoltura in regime biodinamico.
Nell’enciclopedia, alla voce “agricoltura biodinamica” leggiamo le seguenti parole: “Un insieme di pratiche agricole basate sulla visione spirituale antroposofica del mondo elaborata dal teosofo ed esoterista Rudolf Steiner, da attuarsi durante la produzione agricola, in particolare di prodotti alimentari. Lo scopo di chi abbraccia questo sistema di credenze vorrebbe essere il raggiungimento di una agricoltura più in equilibrio con l’ecosistema terrestre. Incorpora anche alcuni dettami dell’omeopatia e alcune tecniche dell’agricoltura biologica e, con un approccio definito olistico, considera come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. Gli studi scientifici effettuati non hanno rilevato incrementi di qualità fra i prodotti biodinamici e quelli coltivati con i consueti metodi biologici”. Fonte: IL GUSTO, Lara De Luna. 09.02.2022
Legge sul biologico, il voto della Camera cancella l’equiparazione con la biodinamica
Il testo, adesso, torna al Senato in quarta lettura. Le pressioni del mondo della scienza premiano l’emendamento presentato da Più Europa
La legge sul biologico all’ultima curva
Attesa da anni, e diventata particolarmente urgente nell’ottica della strategia Farm to Fork del New Green Deal dell’Unione Europea, che punta ad avere almeno 1 campo su 4 (25%) dedicato al bio in Italia, la legge nazionale sul biologico (Ddl “Agricoltura con metodo biologico”) dovrà attendere ancora. Il provvedimento approvato oggi alla Camera, infatti, dovrà tornare in quarta seduta al Senato, dopo che l’Assemblea di Montecitorio ha approvato due emendamenti presentati dalla Commissione e dal presidente di Più Europa, Riccardo Magi, che aboliscono la norma sull’equiparazione tra agricoltura biologica e biodinamica, contenuta nella proposta di legge per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura ottenuta con metodo biologico. Un passaggio importante, che dilata i tempi legislativi ma che fa finalmente chiarezza su una controversia, l’equiparazione tra agricoltura biodinamica ed agricoltura biologica, di enorme importanza, finita nei mesi scorsi al centro di polemiche e interventi di voci autorevoli, della politica e della scienza, che hanno espresso più volte la loro contrarietà. D’altro canto, il voto di oggi non esclude i produttori biodinamici dalle tutele e dai riconoscimenti previsti dalla legge per l’agricoltura biologica: i dettami di Steiner, che rifiuta qualsiasi tipo di prodotto chimico, sostituiti da preparati di dubbia efficacia ma innocui per l’ambiente, fanno rientrare la biodinamica a pieno titolo all’interno dei paletti dell’agricoltura biologica.
Sono di ieri, tra le tante voci contrarie all’equiparazione tra biologico e biodinamico, le parole della senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha ricordato come “se anche non fossero sufficienti i dati messi a disposizione dagli esperti del settore circa la mancanza di prove scientifiche di efficacia di preparati a base di corni di vacca riempiti di letame, fiori di achillea, vesciche di cervo e carcasse di topo, e se anche nessuno dei colleghi deputati avesse visto il recentissimo servizio Rai in cui Piero Angela si esprime sull’assoluta inconsistenza scientifica delle pratiche ’biodinamiche’ e sul giro d’affari che vi si accompagna, vorrei segnalare al Parlamento quanto recentemente sottolineato dal Comitato per la Legislazione e dall’Ufficio Legislazione straniera della Camera. Ossia che, se questo ddl fosse approvato senza modifiche, l’Italia sarebbe il primo tra i maggiori Paesi europei a promuovere il pensiero magico in una legge dello Stato”. Parole che, evidentemente, hanno fatto breccia, in un momento storico molto particolare, in cui lo scontro tra scienza e credenze è particolarmente acuto, come raccontano le cronache quotidiane che contrappongono, dal Canada all’Italia, le posizioni di No-Vax e antivaccinisti a quelle della scienza e della ricerca, che guidano, nella stragrande maggioranza dei casi, le scelte dei Governi, come accaduto in questo caso.
Sull’argomento, si è espresso più volte anche il premio Nobel Giorgio Parisi, che ieri è tornato a sottolineare di essere “favorevole all’agricoltura biologica, ma la biodinamica è altra cosa. Inserirla nella legge che regola il settore ha due significati negativi. Il primo culturale, l’altro economico. Riconoscendola, infatti, il Parlamento afferma la validità di metodi previsti da Steiner come l’uso di letame maturato nelle corna di vacca, oppure di fiori di Achillea sepolti per mesi nella vescica di cervo maschio”.
Altro aspetto controverso, sottolineato da Parisi, riguarda il marchio “Biodinamica”, “di proprietà di una società multinazionale con fine di lucro, la Demeter Int., che con il riconoscimento legislativo acquisisce un vantaggio competitivo rilevante rispetto ai tanti agricoltori che con serietà, onestà e sacrificio si sforzano di rispettare i disciplinari dell’agricoltura biologica”. I 70.000 produttori bio italiani, che, nel 2021, hanno mosso un giro d’affari di 7,5 miliardi di euro, dovranno avere ancora un po’ di pazienza, prima di poter finalmente brindare alla legge quadro sul biologico, che tra le altre cose, come ricordano Coldiretti, Codacons, Federbio, Legambiente e Slow Food, prevede anche l’introduzione di un marchio per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale. Fonte: WineNews, 09.02.2022
Alessandro Ceretto: credo nella biodinamica ma dico no alle battaglie ideologiche
L’enologo dell’omonima cantina di Alba: “Non sono certificato perché non credo nelle certificazioni. Io però ho fiducia nel metodo e nella sua applicazione”
Alessandro Ceretto (foto di Marina Spironetti – tratta la sito ufficiale Ceretto)
“Non sono certificato biodinamico e non faccio politica. Queste guerre ideologiche non mi appartengono, io voglio solo fare un vino sano e buono”. Alessandro Ceretto è l’enologo della famiglia Ceretto di Alba, ma soprattutto è colui che in pochi anni ha traghettato un’azienda da 170 ettari verso una scelta rivoluzionaria e radicale, convertendo ad agricoltura biologica tutti i vigneti di proprietà situati sulle colline di Langhe e Roero. Alessandro non ha mai fatto mistero del suo credo biodinamico, ma si tira fuori dalla battaglia ideologica andata in scena in questi giorni in Parlamento, che alla fine ha portato all’eliminazione della tutela dell’agricoltura biodinamica inizialmente inserita a palazzo Madama.
Per quale motivo?
“Perché non condivido affatto questa battaglia. Io faccio biodinamico perché credo nella biodinamica, ma non sono certificato perché non credo nelle certificazioni. Io credo nel metodo e nella sua applicazione, così come credo che un buon vino sia il frutto di tre elementi, origine, terroir e mano dell’uomo. Tutto il resto è marketing e comunicazione”.
E a chi vi contesta pratiche magiche come il famoso corno di vacca primipara da sotterrare in autunno e dissotterrare a Pasqua?
“Rispondo che sono d’accordo: non ha senso renderla una pratica riconosciuta dalla Stato, perché va oltre la scienza e non si può certificare. Ma dico anche che fa meno male dell’ennesima pastiglia che vorrà rifilarci qualche multinazionale chimica, spacciandola per naturale. Per questo mi tiro fuori dal dibattito e mi preoccupo solo di applicare un’agricoltura sostenibile, in grado di avere un maggiore rispetto del suolo, delle uve e dell’uomo”.
La certificazione biologica, però, l’avete ottenuta.
“Sì, perché è una pratica con parametri scientifici ben precisi e valutabili. Tutto il resto viaggia su un territorio troppo labile e personale, che aprirebbe mille contenziosi con gli stessi enti certificatori. Potremmo dire che io credo nella biodinamica, così come si crede nella religione. E non si va certo a messa per ottenere un certificato di buon credente. Esistono mille associazioni di vini bio, naturali, veri… noi non apparteniamo a nessuno di essi. Facciamo le nostre scelte ed evitiamo di renderle meri strumenti commerciali”.
Dunque, nessuna presa di posizione pro o contro?
“Ormai viviamo in una società tifosa, occorre sempre schierarsi a favore o contro qualcuno. Peggio: cerchiamo ogni appiglio per distruggere le idee degli altri, non per costruire. È una dinamica in cui non mi riconosco. Preferisco coltivare il dubbio, essere propositivo. E poi non è tutto così semplice: coltivare un ettaro di vigna è differente che condurne 10 oppure 100 ettari. E farlo in Piemonte è diverso che in Sicilia o in Sudafrica. Ma vai a spiegarlo a quelli che stanno seduti in Parlamento…”. Fonte: IL GUSTO, Roberto Fiori, 09.02.2022
L’affondo di Alois Lageder: “Dietro le accuse alla biodinamica gli interessi dell’industria chimica”
La Tenuta Alois Lageder (@Gianni Bodini)
Il viticoltore altoatesino, già presidente dell’ente certificatore Demeter, biodinamico da oltre 20 anni: “I nostri preparati funzionano e giovano alla terra, ridicolo parlare di stregoneria. Il punto è che le lobby dei concimi chimici con noi non fanno affari”
“Siamo sbalorditi dall’eliminazione della biodinamica dalla legge sull’agricoltura biologica. È incredibile: la condicio sine qua non per ottenere il marchio biodinamico Demeter è avere la certificazione biologica. E allora, come si può escludere la biodinamica dalla legge sull’agricoltura biologica? Ma la politica è troppo forte, ci sono persone che hanno un forte potere su altre e hanno influenzato il voto. E poi evidentemente sono in ballo degli interessi: dietro a questi ragionamenti c’è la paura dell’industria chimica di fare meno affari. Chi fa biodinamica ama la natura e non usa nessuna sostanza chimica o additiva”.
Entra a gamba tesa nel dibattito su agricoltura biologica, biodinamica e relativa legislazione, Alois Lageder, uno dei nomi eccellenti della viticoltura italiana con la sua storica azienda a Magré, in Alto Adige, paladino della biodinamica: dal 2016 allo scorso anno è stato presidente di Demeter, l’ente privato che rilascia la certificazione dell’agricoltura biodinamica. I suoi vini sono noti e apprezzati in tutto il modo, pluri premiati. Per citarne uno, il suo Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti Terra Alpina 2019 è nella top dieci internazionale (6° posto) nel 2021 di Wine Spectator per qualità/prezzo. “Noi viticoltori biodinamici certificati siamo tutti biologici e in più abbiamo anche il bollino Demeter. Quindi siamo bio, se in più facciamo altre pratiche in vigna nel pienissimo rispetto della natura non capisco che problema ci sia. Credevo davvero che ci fosse la possibilità che la legge venisse accolta con i riferimenti al metodo biodinamico”.
Alois Lageder (@John Mc Dermott)
Eppure, in questi giorni la comunità scientifica si è compattata, ed è piovuta una pioggia di dure critiche sulla biodinamica. La più diffusa e condivisa è quella che paragona le pratiche e i preparati biodinamici a riti magici. Qual è la sua posizione in proposito?
“Ma come si possono lanciare critiche simili se non si è mai praticato questo metodo agricolo? Sono tutte supposizioni, forse i detrattori hanno paura di perdere qualcosa e allora si inventano storie di stregoneria, ma sono stupidaggini. Prima di gettare fango, queste persone dovrebbero cercare di capire come funziona la biodinamica, che cosa noi agricoltori facciamo veramente. Poi ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma è ridicolo parlare di stregoneria”.
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Cos’è che fate veramente?
“Applichiamo pratiche in cui usiamo la forza della natura. Che la natura abbia un’incredibile forza lo vediamo tutti i giorni, ad esempio con le maree. Invito tutti a riflettere sul fatto che in natura non possiamo sapere tutto, ogni effetto e ogni sfumatura di ciò che ci circonda: tutti i giorni scopriamo cose nuove dell’universo che fino al giorno prima non sapevamo. Allora, perché non si può accettare che ci siano forze della natura che non conosciamo? L’accusa di “rituali di magia” non è un argomento vero né serio: a chi critica domando, avete mai provato queste pratiche? Si parla tanto del cornoletame: ok, in biodinamica si mette del letame in un corno di vacca che poi viene riposto sotto terra. Se mi rendo conto che così facendo si forma dell’humus e che questa sostanza spruzzata sulla terra la rende più fertile, qual è il problema? Questa sarebbe una stregoneria? È davvero ridicolo! La verità è che c’è chi ha tentato di trasformare la biodinamica in una questione politica e noi coltivatori siamo un piccolo gruppo, non abbastanza forte da far capire ai politici che queste sono pratiche molto rispettose della natura. Se io mi dedico al benessere della terra non sono uno stregone, sono un vignaiolo che la ama e la rispetta. Sono uno che riesce a vedere un po’ meglio di altri che cosa la natura mi dà. Nell’universo ci sono forze incredibili, tutto è connesso. La biodinamica si basa su pratiche agricole antichissime. Ci interessano i risultati, e le differenze rispetto alla coltivazione tradizionale si vedono: il ragionamento è semplice, se un preparato funziona lo uso”.
C’è anche chi lancia agli agricoltori biodinamici l’accusa di rigidità perché il prodotto sarebbe “schiavo della disciplina”. Che cosa risponde?
“Rudolf Steiner è autore di un meraviglioso trattato che è ‘Filosofia della libertà’ che celebra valori opposti. Certo, se un coltivatore vuole il marchio Demeter deve rispettare delle regole. Credo che queste critiche vengano da persone poco informate e siano messe in giro dalle lobby dei prodotti chimici che con noi hanno ben poco da guadagnare”.
Che cosa l’ha spinta ad abbracciare la biodinamica?
“Un giorno ero a passeggio tra le vigne, nella mia azienda in Alto Adige. Mi sono guardato intorno e ho osservato con intensità ciò che mi circondava. Il fogliame rigoglioso della vite, il suolo ricco di piante e animali. Una diversità ricca e bella che mi ha aperto gli occhi: oltre 20 anni di coltivazione biodinamica mi hanno portato un grande arricchimento personale e spirituale. E oggi ho la sensazione di capire un po’ di più di questo grande miracolo che è il segreto della creazione del mondo. La natura è la nostra migliore insegnante. Da allora ho abbracciato la causa anima e corpo”.
Che cosa dovrebbe spingere oggi un viticoltore a scegliere il metodo di coltivazione biodinamico?
“La salute e il benessere personale e dell’ambiente. Abbiamo una responsabilità verso la terra: negli ultimi anni i cambiamenti climatici si sono verificati per errori umani e hanno compromesso l’armonia della natura. Grazie al metodo biodinamico, nella terra fiorisce la biodiversità, sia nelle piante sia nella fauna. Se poi nello stesso contesto si inseriscono anche vacche, pecore, galline e altri animali, si entra in un’altra dimensione: la vitalità è tangibile nel campo e si riflette nel bicchiere. La coltivazione biodinamica, infatti, garantisce la qualità del prodotto: il vino è più fresco, nutriente e vivo. E più longevo. Inoltre, trae vantaggio anche l’aspetto estetico della terra: con alberi, arbusti e fiori la vigna è più bella”.
Quali strumenti vengono utilizzati in questo tipo di coltivazione?
“Si parla di preparati biodinamici, cioè rimedi naturali che fanno bene alle piante. Di quelli da campo fa parte il cornoletame, che viene usato nella prima fase della vegetazione e serve per equilibrare la crescita della pianta; e poi c’è il quarzo di cristallo che viene tritato finemente e impiegato nella seconda fase, dalla fioritura in poi, quando la pianta invece di espandersi si concentra e sta per formare il frutto, che così facendo sarà più saporito e vitale. Esistono poi i preparati “da cumulo” da aggiungere al compost che rende più ricco il suolo. Nell’agricoltura tradizionale l’humus è stato sostituito dai fertilizzanti, ma non è la stessa cosa. I preparati da cumulo sono composti di equiseto, valeriana, corteccia di quercia, ortica e così via. L’uomo, evolvendosi, ha perso il contatto con la natura, è per questo che Rudolf Steiner, padre della biodinamica, ha sottolineato che dobbiamo recuperare quel rapporto”. Fonte: IL GUSTO, Lara Loreti, 14.02.2022