Al centro dell’intesa, educazione alimentare, lotta al caporalato e inclusione sociale per coniugare sviluppo economico e coesione delle comunità
La promozione dei sistemi alimentari locali
Un’azione capillare lungo tutta la Penisola, per valorizzare e promuovere i sistemi alimentari locali, di qualità e sostenibili, con al centro educazione alimentare, lotta al caporalato e inclusione sociale: ecco i punti dell’intesa firmata da Anci e Slow Food Italia, che si pone l’ambizioso obiettivo di sviluppare Food Policies più eque, inclusive e sostenibili, a partire dalle attività di educazione alimentare nelle scuole. Nel protocollo anche le buone pratiche legate alla salvaguardia dei legumi e alla promozione del loro consumo come principale fonte proteica, grazie ai produttori della rete “Slow Beans” e alla campagna “Let it Bean!”. E poi, attività che coniugano maggiormente un’idea di sviluppo economico, equità e coesione delle comunità, come la valorizzazione di progetti virtuosi di innovazione sociale in agricoltura, l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione e contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e quelle che favoriscono l’inclusione sociale di nuovi cittadini.
Per Anci l’accordo si inserisce in un’azione più ampia, mirata a valorizzare le esperienze comunali di supporto alle filiere produttive dell’agroalimentare, di valorizzazione delle tipicità e di diffusione delle food policies urbane, dentro una strategia di sostenibilità e promozione del made in Italy. Una tappa importante di questo percorso sarà a Torino, dal 22 al 26 settembre, a Terra Madre Salone del Gusto, dove Anci racconterà la “rigenerazione”, tema al centro della kermesse organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, attraverso il contributo dei Comuni italiani più virtuosi su questi temi.
“Il protocollo tra Anci e Slow Food Italia costituisce un potenziale punto di svolta per rispondere alle sfide che ci impongono le attuali crisi climatiche, ambientali, economiche e sociali. È grazie allo sviluppo e la promozione di queste iniziative che possiamo agire localmente per determinare un effettivo cambiamento del sistema alimentare nel suo complesso e intervenire lungo tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione, al consumo. Per Slow Food, lavorare con Anci sulla base di principi condivisi, ci permette di raggiungere una fetta ancora più ampia della società civile, avviare e rafforzare iniziative di sensibilizzazione che hanno il cibo come chiave di volta per la costruzione di un futuro migliore”, commenta Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia.
“L’accordo con Slow food si inserisce in una più ampia azione mirata a valorizzare le esperienze comunali di supporto alle filiere produttive dell’agroalimentare, di valorizzazione delle tipicità e di diffusione delle food policies urbane, azioni che si inseriscono in una più ampia strategia di sostenibilità e promozione del made in Italy”, sottolinea Stefano Locatelli, vicepresidente Anci e delegato all’agricoltura e alla tutela e promozione delle tipicità. “Con questa iniziativa vogliamo inoltre mettere a sistema modelli di intervento e collaborazione fra enti locali e produttori che a livello locale, in alcuni casi anche con il supporto dell’Anci regionale, hanno già portato a dei risultati importanti”.
“Con questo strumento le municipalità d’Italia e le reti locali Slow Food possono concretamente costruire modelli di politiche locali del cibo che possano permettere ai cittadini, che in Italia vivono per la maggior parte in città di medie e piccole dimensioni, di riconoscere il cibo come uno dei motori culturali, economici, sociali e di integrazione del territorio”, chiosa Raoul Tiraboschi, vicepresidente Slow Food Italia. Fonte: WineNews, 18.03.2022